mercoledì 29 settembre 2010

Coriacei a tutto

caldaia Non c’era alcun dubbio sulla conferma della decisione di costruire la caldaia a cippato nella scuola ma non si può fare a meno di annotare che la risposta alla nostra interrogazione è esemplare per stile e per metodo.
Con il consueto atteggiamento altezzoso della sinistra italiana che non si sottrae mai al piacere onanistico di impartire lezioni , tentano di accreditare l’idea che questa sia una scelta non solo giusta ma giustissima, reclamata a gran voce dai cittadini e dalla scuola.

Ci vuole una singolare faccia tosta a fare finta che il progetto fondativo di Senio Energia non sia loro scoppiato in mano e che tutto il disegno strategico della Esco casolana non si riveli sempre più una povera cosa, in balia di risorse pubbliche che non arrivano e che non arriveranno e di capitali d’impresa che non ci sono perché i cosiddetti soggetti privati si guardano bene dall’entrare in questo affare.

La collocazione della caldaia a legna dentro la scuola, a 385mila euro, non è una scelta né strategica né coraggiosa, è solo la scelta della disperazione di chi non sapendo a che santo votarsi, butta là una decisione strampalata nella speranza che i cittadini non si accorgano che quando si seccano i ruscelli di denaro pubblico queste finte società vivono tra stenti e alla fine muoiono malamente.
Oggi hanno solo attaccato una bombola di ossigeno al capezzale della società facendo pagare a caro prezzo a tutti i cittadini di Casola una scelta costosissima e inutile, una delle tante, purtroppo, alle quali non riusciamo ad abituarci.

Per anni ci hanno voluto far credere che erano i migliori e che Casola aveva proprio bisogno di questo modello amministrativo. In realtà non sono i migliori in nulla e l’unica capacità di cui hanno dato prova in questi decenni è quella di riuscire a dilapidare denaro pubblico senza avere alcuna idea veramente innovativa per lo sviluppo della nostra comunità. Come i fatti dimostrano, ogni giorno di più, purtroppo.

sabato 25 settembre 2010

Ancora una volta la Corte dei Conti richiama il Comune di Casola Valsenio. Questa volta eccepisce cinque situazioni di criticità sul bilancio 2008

Non è una novità, Il Comune di Casola Valsenio viene richiamato ad una maggiore attenzione sulle gestioni contabili anche sul Bilancio 2008. A scanso di equivoci e per non suscitare veementi levate di scudi in difesa, precisiamo che si tratta di rilievi non particolarmente gravi, ma vista l’autorevolezza delle fonte di controllo amministrativo è opportuno darne atto.

I rilievi concernono le criticità/irregolarità  in tre settori del rendiconto di gestione 2008:

Sul Risultato di Amministrazione sono stati avanzati tre rilievi:
1) i conti del 2008 sono stati chiusi in disavanzo per € 35.941,65 cosa che, anche se compensata in sede di gestione residui, non appare regolare
2) il ricorso continuativo ad anticipazioni di tesoreria (soldi presi a prestito per la gestione corrente) è una prassi per quanto possibile da evitarsi. Personalmente concordo con la ragioneria comunale che sia molto difficile continuare ad amministrare in questa fase storica senza il ricorso alle anticipazioni
3) sono state contabilizzate le entrate da multe stradali in base all’accertamento (22mila euro) e non in base all’effettiva riscossione (14mila euro). La questione risulta sanata dall’esercizio 2009 in poi.

Sugli organismi partecipati è stato avanzato questo rilievo:
La partecipazione a società in perdita potrebbe rappresentare un rischio per la stabilità del Bilancio Comunale. La questione riguarda l’esposizione del Comune su Senio Energia. E’ una preoccupazione che abbiamo in molti

Sulle Spese di Personale è stato avanzato questo rilievo:
Non c’è stata riduzione della spesa per la contrattazione integrativa e si raccomanda pertanto di monitorare la situazione.

pict018 Qui a fianco pubblichiamo una scheda contenente i rilievi della Corte e la nota di spiegazione emessa dal Dirigente del Servizio Ragioneria del Comune di Casola. E’ una scheda sintetica perché riteniamo il linguaggio della Corte eccessivamente tecnico e per molti versi riservato agli addetti ai lavori

Per chi voglia visionare i testi integrali ecco i link:

Rilievi della Corte dei Conti sul rendiconto del Comune di Casola Valsenio 2008

Nota esplicativa del Servizio Ragioneria del Comune di Casola Valsenio

venerdì 24 settembre 2010

Il Coordinatore provinciale del Pdl, Bazzoni, affronta con i ministeri all’agricoltura e alle infrastrutture alcune delle necessità più impellenti della provincia di Ravenna

bazzoni  "Ho consegnato - spiega il coordinatore provinciale del Pdl Ravenna - al Capo di Gabinetto del Ministero dell'Agricoltura, nell'ambito di un incontro con i vertici del Ministero una relazione sulla situazione di crisi che il comparto sta attraversando nella nostra provincia. Incalzato anche dalle sollecitazioni degli agricoltori, nel documento chiedo attenzione per un settore che rappresenta per la Romagna una grandissima risorsa, grazie alle tipicità che le nostre aziende producono ogni anno, dedicandosi a un lavoro che sempre di più viene minato da ritardi nell'erogazione dei contributi comunitari e il rischio frequente che questi possano venire meno. Dal Ministero mi hanno assicurato la massima collaborazione, condividendo l'obiettivo comune di dare il massimo sostegno a un settore irrinunciabile della nostra economia. C'è la piena disponibilità a un rapporto di collaborazione tra il Ministro Galan e le Regioni". Sempre ieri  il consigliere regionale ha consegnato al Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Altero Matteoli una relazione sui punti nevralgici che riguardano i trasporti della nostra provincia.

"Nel documento - spiega Bazzoni - ho sottolineato la necessità di intervenire su alcuni punti strategici per il nostro territorio. Tra questi ovviamente c'è quello della E55, per la quale è in corso la Valutazione di impatto ambientale. Il Ministro ha assicurato piena collaborazione e disponibilità a una consultazione permanente. Matteoli si è inoltre reso disponibile ad intervenire affinché dall'Anas arrivino risposte certe in tempi brevi. Stessa disponibilità mi è stata data per la variante di Castel Bolognese, della cui urgenza sono assolutamente convinto. Sarà mio impegno infatti, d'accordo con il Ministero, di verificare periodicamente lo stato del progetto per il quale ho chiesto al Ministro di intervenire affinché sia inserito dall'Anas tra quelli finanziabili fin dal prossimo anno.
Nella mia relazione ho poi trattato le condizioni della statale Classicana, per la quale ho posto all'attenzione del Ministro la petizione che mi è stata consegnata dai 1200 lavoratori del porto, chiedendo un programma di manutenzione costante che possa metterli nelle condizioni di lavorare in sicurezza. Ho poi chiesto al Ministro attenzione sull'importante questione del porto di Ravenna che, entrando a far parte dell'accordo tra i porti dell'Alto Adriatico, ha accettato la sfida di diventare un importante punto di riferimento per intercettare i traffici da e verso l'Oriente. Nell'ambito di obiettivi, progetti e assetti condivisi il Ministro ha assicurato che il Governo non lesinerà le risorse necessarie allo sviluppo del nostro scalo".

mercoledì 22 settembre 2010

Mille vigili che dirigono il traffico non sanno dirvi né perché venite né dove andate

contorsionismo Sono ogni giorno più incredulo leggendo i contorsionismi in atto nel Partito democratico, dove ormai sono tutti contro tutti. Non voglio entrare nel dettaglio delle varie posizioni politiche, mi manca il microscopio elettronico: mi limito a un paragone.
Nel 1996 Berlusconi perse nettamente le elezioni, dopo otto mesi a Palazzo Chigi e un anno di governo Dini. Dopo la sconfitta avviò la “traversata del deserto“, cioè una fase di riorganizzazione interna stando all’opposizione. In quei cinque anni, mentre il centrosinistra alternava quattro governi e tre premier senza ricandidare nessuno di loro, il Cavaliere ricucì con Bossi , saldò l’asse con Fini e Casini, approvò i provvedimenti del centrosinistra in politica estera (Kosovo in primis), mise a punto un programma comune di stampo liberale e sussidiario, organizzò un’efficace macchina elettorale interna. Insomma lavorò per mettere assieme, unire, e ripresentarsi al voto in condizioni migliori dell’avversario.
Vinse a mani basse nel 2001. Cinque anni dopo, sconfitto di misura da una coalizione rabberciata con il vinavil, si sedette come il saggio cinese sulla sponda del grande fiume e aspettò che transitasse la buonanima del nemico. Il resto è storia recente.

Sono convinto che il centrodestra stia ancora raccogliendo i frutti di quella “traversata”, di cui Berlusconi approfittò per strutturarsi e rendersi più affidabile. All’opposto, il centrosinistra si divide, distingue, sottilizza, puntualizza.
Una volta il Cavaliere disse che l’elettorato italiano aveva la testa di un dodicenne. Il paragone è provocatorio, ma dice una verità: l’elettore non è portato a perdersi nei labirinti delle articolazioni partitiche, ma ha bisogno di pochi messaggi chiari che identifichino in sintesi e con precisione i cardini dell’orientamento politico.
Ebbene, nonostante tutto, ancora oggi Berlusconi rappresenta una parte politica “inclusiva”, che tende ad aggregare altre forze sotto la guida di un leader riconosciuto, mentre la sinistra è occupata a dirimere le divisioni interne, succube dell’influenza di Di Pietro, incapace di concordare non soltanto il nome dell’aspirante premier ma addirittura il metodo con cui individuarlo. E siccome l’elettore “dodicenne” non sopporta i litiganti, ma vota un politico perché – tendenzialmente – possa governare per cinque anni, il centrosinistra si condanna ancora all’opposizione.
Una citazione dai Cori della Rocca di T.S.Eliot sintetizza e riassume, come meglio non si potrebbe, l’inestricabile situazione in cui si trova la sinistra italiana: “Mille vigili che dirigono il traffico non sanno dirvi né perché venite né dove andate”

martedì 21 settembre 2010

Venditori abusivi e senza tetto stanno trasformando l’ospedale di Faenza in un territorio ad alto rischio. Interrogazione del consigliere Pdl Francesco Villa

parcheggi_abusivi All'esterno e all'interno degli ospedali andrebbero adottate misure di controllo superiori ad altri luoghi pubblici sia per tutelare i pazienti che le persone in visita. L'osservazione è del Consigliere Comunale PdL Francesco Villa.
Eppure nonostante le precedenti interpellanze e la vicinanza della sede della Polizia Municipale, all'Ospedale Civile di Faenza continua incessante la presenza di venditori e parcheggiatori abusivi il cui comportamento è spesso particolarmente insistente e fastidioso.
Sembra addirittura che di notte all'interno dell'ospedale sostino persone senza fissa dimora che dormono e girano all'interno dei locali creando evidenti problemi di sicurezza e di igiene per i ricoverati e per il personale.
Sembra anche che a volte le Forze dell'Ordine, opportunamente allertate dal personale ospedaliero, non siano potute intervenire per mancanza di mezzi o perché impegnate in altri servizi e che questo permetta alle persone senza fissa dimora di starsene relativamente indisturbate all’interno dell'ospedale.
Parrebbe che la notizia della facilità di utilizzazione delle strutture ospedaliere faentine  come ricovero notturno si stia diffondendo e che il numero degli abusivi sia in aumento. Ovviamente il consigliere Villa chiede una verifica della situazione e quali provvedimenti intenda adottare l’Amministrazione Comunale.

Il Consiglio Comunale è convocato per Lunedì 27 Settembre

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Si delibera su:

punto 5 – Stato di attuazione del Programma

Punto 6 – Modifica piano triennale degli investimenti

Punto 7 – Variazioni di Bilancio: Entrata, Spesa, Storni

Punto 8 – Variante al PRG

Elezioni provinciali: nel PD comincia il balletto. Vuoi vedere che anche stavolta riescono a farsi del male da soli? Il grande manovratore sembra essere Tampieri, il ben noto ex assessore all’agricoltura e ai parchi del nostro comune

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lunedì 20 settembre 2010

La differenza sta nella leadership: la stampa di oggi lo conferma

4441058890_f7a9df6193_z Il Corriere della Sera (Ernesto Galli della Loggia) - C’è un solo, vero vantaggio strategico che la destra italiana ha sulla sinistra. La destra ha un capo, la sinistra no. Specie quando si tratta di votare, di scegliere un futuro presidente del Consiglio questo si rivela un vantaggio decisivo. Il candidato della destra è il suo capo effettivo, conosciuto e riconosciuto come tale… La scelta di Berlusconi come capo della destra, per varie ed ovvie ragioni (ma anche per una meno ovvia e di solito dimenticata: ed è che la destra italiana quale oggi la conosciamo l’ha inventata lui e solo lui) non ha bisogno di spiegazioni… La sinistra invece… non riesce ad avere un capo…

Sole 24 Ore (Stefano Folli) - Forse il manifesto di Veltroni «porterà la bufera nel Pd», come pensa Rosi Bindi ed è probabile che abbia ragione… il documento veltroniano scompagina il quadro e rende di fatto impraticabile la candidatura di Bersani a Palazzo Chigi. Il che può apparire secondario, ma non lo è. Perchè dalla scelta del candidato premier dipende tutto: il profilo del centrosinistra, le sue alleanze, il disegno da proporre al paese. Dunque le sue possibilità di vittoria elettorale di fronte all'asse Berlusconi-Bossi

Italia Oggi (Sergio Soave) - Le basi analitiche su cui è fondato l'attacco frontale sferrato da Walter Veltroni alla segreteria del suo partito sono piuttosto fragili e le conclusioni che ne trae abbastanza contraddittorie… Quello che invece non appare ragionevole, … è «il modo, il tono, il tempo» della replica. Il modo consiste nella ridicola insinuazione di una volontà di Veltroni di favorire Berlusconi in una fase di difficoltà della maggioranza, il tono è quello delle intemerate con risvolti moralistici che mette in dubbio persino al buona fede dell'interlocutore, il tempo è quello frettoloso di chi non aspetta neppure di conoscere il testo di un manifesto per demonizzarlo. Sembra che Bersani e compagni non abbiano molta fiducia nell'esito della sfida che hanno lanciato alla maggioranza, ma che si premuniscano indicando il capro espiatorio del possibile fallimento nel solito «nemico interno», secondo la logica un po' stalinista della caccia alla quinta colonna.

Il Messaggero (Marco Conti) - … I motivi di ottimismo non mancano. E non solo per la mano tesa della pattuglia dei finiani, ma anche per i segnali che arrivano dalle opposizioni. A far sorridere il Cavaliere non c’è sola la disponibilità del gruppetto di parlamentari siciliani dell’Udc a votare un’eventuale fiducia, ma anche i segnali che arrivano dagli ex della Margherita e ora Api … D’altra parte più volte negli ultimi giorni Fabrizio Cicchitto ha spiegato che l’intervento che Berlusconi farà in Aula sarà rivolto “non solo alla maggioranza, ma a tutta la Camera” e che “è auspicabile, che esprimano il loro sostegno anche quei parlamentari non eletti col centrodestra che vogliono assicurare la tenuta e la governabilità”…

Il Messaggero (Mario Ajello) – Correnti, micro-correnti, pseudo-correnti, post-correnti, anzi post-correntoni, correnti “ma non chiamiamole correnti”, correnti o meglio “sensibilità”, correnti come somme di atre correnti che parevano diversissime e inconciliabili ma il virus del correntismo aggrega pure gli opposti … correnti di chi aveva a suo tempo annunciato di voler sulla propria tomba il seguente epitaffio: “Ha sempre odiato le correnti” (Walter)…

Il Pd di Faenza organizza un corso di formazione per pubblici amministratori dal titolo “Come riuscire a perdere 740mila euro in due anni”. In vista dell’Unione a sei, i comuni della collina organizzano un corso autonomo dal titolo “Teniamoli d’occhio questi qui, altrimenti ci svendono anche i gonfaloni”

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venerdì 17 settembre 2010

Tutti insieme appassionatamente (due): questo comunicato dei sindaci ci apre una finestra sui nuovi servizi sociali del territorio faentino e sostanzialmente conferma l’ipotesi di una completa integrazione dei sei comuni compresa la probabile chiusura dell’ASP “Solidarietà Insieme”

4730478121_a8f51ec16e_b I Sindaci dei Comuni del Comprensorio faentino (Brisighella, Casola Valsenio, Castelbolognese, Faenza, Riolo Terme e Solarolo), riunitisi nei giorni scorsi nel Comitato di Distretto, hanno affrontato il problema della sostenibilità economica della rete dei servizi nel nostro territorio, in particolare i servizi rivolti ad anziani e disabili, le cui strutture sono interessate al processo di accreditamento, al termine del quale dovranno essere individuate le forme gestionali più efficaci e meglio rispondenti ai bisogni della popolazione. E' ormai chiara la tendenza per gli anni a venire, consistente in un aumento delle richieste e dei costi di servizi, in particolare rivolti verso la non autosufficienza, ed una contemporanea diminuzione delle risorse a disposizione dei Comuni.

Questa forbice tenderà ad allargarsi sempre di più, per via del ridimensionamento dell'intervento pubblico in atto in tutti i Paesi europei, ed aggravata dal peso della crisi economica e finanziaria, col rischio di penalizzare fortemente la capacità che abbiamo oggi di fornire risposte adeguate ai nuovi bisogni. Diventa necessario governare questa nuova realtà per evitare, un giorno, di doverla subire senza aver adottato quei correttivi, quelle strategie e quelle mediazioni oggi ancora possibili.
La qualità dei servizi nel nostro territorio è frutto di un sistema integrato che ha visto in questi anni lavorare insieme sia le ASP (ex-IPAB) che le realtà Cooperative, in una relazione/competizione che ha consentito di affrontare i diversi bisogni con risposte puntuali e mirate; se vogliamo mantenere alto il livello raggiunto, questo territorio è chiamato a ridefinire i suoi strumenti operativi e le sue modalità di intervento. La Regione ha attivato una procedura vincolante per l'accreditamento dei servizi che ci offre anche la possibilità di riprogettare e ricalibrare, in un arco temporale di tre anni, il sistema complessivo del nostro welfare per i decenni a venire.
Il Comitato di Distretto di Faenza ha aperto un Tavolo di Lavoro sull'accreditamento dei servizi che si è riunito negli ultimi tre mesi, in considerazione della necessità di esprimere un indirizzo che consenta ai diversi soggetti coinvolti, sia pubblici che privati, di agire in un contesto condiviso e verso forme di collaborazione sempre più qualificata, nel rispetto dei diversi ruoli che tutti saranno chiamati ad assumere. Questi dovranno essere i riferimenti irrinunciabili in tale percorso:

  • Qualità dei servizi. E' necessario che la qualità complessiva dei servizi offerti ai cittadini di questo Distretto venga mantenuta adeguata agli standard attuali;
  • Salvaguardia della territorialità. Un Comprensorio come quello Faentino, ricco di specificità e di storie locali, deve formulare risposte sociali che tengano conto delle diverse realtà presenti nelle Vallate del Senio e del Lamone in un'ottica integrata e omogenea, ma al tempo stesso non omologata; queste risposte dovranno dunque essere adeguate rispetto alle specificità locali; 
  • Mantenimento/riduzione delle rette sui Cittadini. E' fondamentale che il Cittadino venga messo nelle condizione di poter accedere ai servizi senza che il fattore "retta" lo obblighi a soluzioni alternative, che non farebbero altro che alimentare la spirale della non sostenibilità del welfare offerto. Da queste valutazioni è emerso che lo strumento da adottare per la richiesta di accreditamento risulta essere l'accreditamento congiunto tra le ASP e la Cooperazione Sociale, proprio in conseguenza di questo percorso ormai storico che vede attori diversi operare insieme nelle strutture presenti, attraverso una qualificata collaborazione.

Occorre definire anche un obiettivo, tra le diverse possibilità organizzative, da traguardare al termine del percorso, previsto il 1° gennaio 2014. In conseguenza della necessità di semplificare e organizzare al meglio il panorama degli attori operanti in questo territorio, riteniamo che il modello a cui tendere sia quello, previsto dalle Norme Regionali, di avvalersi delle ASP come soggetti attivi nel rapporto di committenza verso i gestori privati (la cosiddetta sub-committenza), ridefinendo e sottoscrivendo il Contratto di servizio in nome e per conto dei Comuni committenti, ed assicurando anche il monitoraggio e la valutazione del servizio svolto.
Il percorso complessivo dovrà anche indicare Piani di adeguamento e crono-programmi che consentano frequenti verifiche normative e di fattibilità in modo da cogliere il più possibile le diverse opportunità che la normativa Regionale, in costante aggiornamento, potrebbe offrire. Viene così mantenuto il ruolo storico e di riferimento delle ASP in questo territorio, come cardine fondamentale su cui costruire l'offerta dei servizi a tutti i cittadini; questo ruolo di riferimento pubblico sarà in tal modo valorizzato al meglio assicurando alle ASP, con il supporto tecnico dell'Ufficio di Piano, il conferimento diretto di risorse e deleghe, responsabilizzandole a collaborare sinergicamente tra loro per meglio realizzare economie di scala ed impostare nuovi e migliori servizi.

(Da Faenza Notizie di Venerdì 17 Settembre 2010)

Niente di nuovo a sinistra

4165361937_60a33ea540_b L’intervista di Bersani a Porta a Porta di ieri sera merita alcune riflessioni per capire cosa si sta muovendo all’interno del maggior partito della sinistra e quale ruolo si sta ritagliando il segretario del Pd.
Innanzitutto vale sottolineare il nuovo piglio personale di Bersani: un misto di bonaria sincerità emiliana e di stroncature nei confronti del governo sulla base di un presunto buon senso.
Sulla scuola, ad esempio, Bersani ha sorvolato e biascicato qualche affermazione di scontata approvazione della necessità della riforma, salvo poi accusare il governo di non ricevere i precari. Naturalmente si è ben guardato dall’esprimere una sola proposta costruttiva sulla riforma della scuola. Così su tutte le altre questioni, un generico riferimento ad una crisi generalizzata (“piove, e piove su tutti”), senza dire una sola parola su ciò che la sinistra propone per affrontarla.

Sulle questioni politiche, infine, il “nuovo Ulivo” sarebbe per Bersani lo strumento per riorganizzare il campo della sinistra e per lanciare la sfida a Berlusconi.La nuova formula consisterebbe nella ricerca di un’alleanza fra il Pd, l’Idv di Di Pietro e il movimento di Vendola, sulla base di un programma definito e vincolante.
Questo guazzabuglio dovrebbe poi ricercare una possibile alleanza anche con l’Udc di Casini.

Si tratta, come è evidente, della solita strategia perdente, ancora più spregiudicata viste le crescenti differenze che nel frattempo si sono manifestate, di mettere insieme forze eterogenee per prendere il potere, salvo poi non poter governare. In questo quadro, Bersani si è nuovamente espresso per un “governo di transizione” con l’obiettivo di cambiare la legge elettorale.
Insomma, niente di nuovo a sinistra. Anzi per certi aspetti l’espressione bonaria e apodittica di Bersani assomiglia sempre di più a quella comica di Crozza.

giovedì 16 settembre 2010

E io pago…..

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Tutti insieme appassionatamente. Sembrerebbe proprio che il Presidente della Provincia e i Sindaci di Brisighella, Riolo e Casola abbiano deciso per l’Unione a sei, anche per effetto di una legislazione regionale che non consente alternative. Prepariamoci a un abbraccio forzato con i faentini verso i quali la collina nutre da sempre molte diffidenze.

 

2257160365_11dc399972_z( Dal settimanale di informazione Qui Magazine del 14/9/2010)

Si è svolto ieri mattina in Provincia un incontro per fare il punto sullo stato di attuazione della “Legge per la montagna” (L.R. 10/2008). Vi hanno partecipato il vicepresidente della Regione e assessore alla Montagna, Simonetta Saliera, il presidente della Provincia, Francesco Giangrandi, il vicepresidente della Provincia, Claudio Casadio, il Sindaco di Riolo Terme e presidente dell'Unione dei Comuni di Brisighella, Casola Valsenio e Riolo Terme, Emma Ponzi e i Sindaci di Brisighella, Davide Missiroli, e di Casola Valsenio, Nicola Iseppi.

La Regione ha destinato all'Unione dei Comuni faentini 311.719 euro per il miglioramento della viabilità locale.

Contrasto al dissesto idrogeologico, impegno per la messa in sicurezza delle strade duramente colpite dalle nevicate dell’inverno passato. La Regione Emilia-Romagna investe oltre 9 milioni di euro in progetti per l’Appennino. Risorse che serviranno per la riqualificazione e la tutela del territorio; per renderlo più attrattivo anche da un punto di vista del commercio, del turismo e dell’impresa; per ridurre le diseguaglianze telematiche e informatiche, con un occhio attento alle scuole; per la riqualificazione delle strade pesantemente danneggiate dalle forti nevicate dello scorso inverno.

"La Giunta regionale - spiega Simonetta Saliera - ha approvato le 19 proposte di Accordo-quadro per il triennio 2010-2012 presentate dalle Comunità e dalle Unioni montane e da altri enti associativi. Assegnate anche le quote del fondo regionale per la realizzazione dei Programmi annuali operativi 2010 a cui si aggiungeranno nuove risorse dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa dell’assestamento di Bilancio 2010 varato dalla giunta regionale."

Si tratta di progetti e finanziamenti che costituiscono il primo atto del Programma regionale per la Montagna approvato nel dicembre 2009. Gli interventi programmati dai singoli enti associativi titolari nei Programmi annuali operativi ammontano a 31,5 milioni di euro, a fronte di un contributo del fondo regionale per la montagna di quasi 9,4 milioni di euro, con un effetto moltiplicativo di 1 a 3. “Questo risultato è frutto del buon lavoro realizzato grazie alla collaborazione tra diversi enti e livelli di governo”, commenta Simonetta Saliera. "Gli accordi-quadro individuano priorità e risorse per interventi triennali che avranno soprattutto l’effetto di ridurre il gap tra chi abita nei grandi centri urbani o in pianura e i cittadini delle nostre realtà montane. Penso, ad esempio, agli interventi dedicati alla messa in sicurezza delle strade".

Nel corso della riunione è stata evidenziata dal Sindaco di Brisighella, Davide Missiroli, la priorità del tema dell’estensione e della qualità della rete telematica nel territorio collinare.

L’incontro è stata anche l’occasione per ragionare insieme sugli effetti drammatici del taglio di 340 milioni di euro sul bilancio regionale 2011 e anche sul tema della modifica della legge regionale 10/2008 sugli assetti istituzionali, un tema sentito dai Comuni del faentino dopo la soppressione della comunità montana e la sua sostituzione con l’Unione dei Comuni di Brisighella, Riolo Terme e Casola Valsenio che si vorrebbe estendere anche ai tre Comuni della pianura:  Faenza, Castelbolognese e Solarolo. La sollecitazione ad andare in questa direzione “unitaria” è venuta dal presidente Giangrandi e dal vice presidente Casadio e dai Sindaci. Nelle conclusioni, il vicepresidente della Regione Saliera ha assicurato il pieno sostegno della Regione.

mercoledì 15 settembre 2010

Troppo facile urlare contro il governo e fare picchetti davanti alle scuole: basterebbe che facessero bene il loro lavoro e onorassero gli impegni a favore della scuola nelle materie di loro competenza.

nuovoliceo  Come ogni anno in occasione dell’apertura dell’anno scolastico e dopo una intensa campagna estiva il Pd e la Cgil hanno programmato sul territorio provinciale numerose manifestazioni per enfatizzare la protesta sulla politica scolastica del Governo e hanno organizzato picchetti in difesa della cosiddetta scuola pubblica, in tutte le scuole di ogni ordine e grado della provincia

Proprio come nel 2009 dichiarano “Nelle scuole della provincia di Ravenna ci sarà una vera e propria emorragia come emerge dalla comparazione dei dati relativi alle supplenze attribuite nell'anno scolastico 2008-2009 e quelle del 2009-2010: rispetto all'anno scorso mancheranno docenti delle scuole dell'infanzia, docenti delle primarie, docenti della scuola media, delle superiori e a ciò si aggiunge il gravissimo taglio di unità al personale Ata. E' difficile, se non impossibile, smentire la drammaticità di questi dati”.

Per la sinistra le scelte del governo porteranno alla demolizione della scuola pubblica. Questo il quadro fosco e tetro presentato nel 2009 e  immancabilmente reiterato nel 2010. Solo quando c’era l’attivissimo Prodi la scuola invece andava benissimo.

In realtà il livello della scuola italiana, feudo incontrastato della sinistra, è da molto tempo tra i più bassi d’Europa ed è per questo che è indispensabile cambiare proprio come sta facendo il ministro Gelmini e come non hanno mai fatti i governi di sinistra per il timore di entrare in conflitto con molti loro simpatizzanti e iscritti.

Per questo il gruppo FI-PDL nella seduta di ieri in Consiglio provinciale ha richiesto notizie sullo stato della scuola ravennate in genere e per conoscere quanti alunni siano realmente rimasti fuori dalle scuole materne, elementari, medie, superiori e  ha chiesto informazioni adeguate sullo stato degli edifici, in considerazione di quanto è successo a Faenza (Europa e don Milani), a Brisighella (scuola elementare), a Lugo (Liceo) ecc.

I consiglieri vogliono conoscere se tutte le scuole di competenza della Provincia e dei Comuni hanno le autorizzazioni tecniche e sanitarie previste dalla legge e se i lavori per la sicurezza siano stati eseguiti in modo definitivo e completo per assicurare al meglio la salvaguardia degli alunni e del personale scolastico.

Certamente qualcosa non ha funzionato in Provincia nel caso del liceo di Lugo, come da molto tempo denuncia il Pdl, a causa di dissidi non risolti tra impresa e Provincia: tutti sanno che il Liceo ha gravi problemi di sicurezza e la palestra non è utilizzabile. Quindi abbiamo ricordato al Presidente Giangrandi e al politicissimo assessore Simoni che la lodevole iniziativa di augurare a studenti e operatori un proficuo lavoro per l’anno scolastico che si apre,  non li esime tuttavia dalle responsabilità di non essere stati in grado nel corso di ben dieci anni (tale è stato il loro mandato) di dare soluzione a molti problemi di edilizia scolastica che a loro e solo a loro competono. Troppo facile urlare contro il governo mentre le materie di propria competenza per aiutare la scuola – soprattutto quelle di natura edilizia - vengono regolarmente disattese.

Il Capo Gruppo FI Pdl in Consiglio Provinciale
Vincenzo Galassini

Il 19 settembre l’anniversario della nascita di Giuseppe Saragat

3530664884_39513c020c Il 19 settembre ricorre l'anniversario della nascita (1898-1988) di Giuseppe Saragat ma le città di Ravenna e Faenza, la Provincia e la Regione Emilia Romagna non hanno promosso e non promuovono alcuna doverosa iniziativa. Le cooperative che devono tutta la loro storia migliore ai riformisti saragattiani, come il primo ed unico Presidente della Lega non comunista Emilio Canevari, di Reggio Emilia, si guardano bene da ricordare gli anni in cui Togliatti si impadronì delle coop per trasformarle nella cinghia di trasmissione. A Faenza all’inizio del “prodismo” volevano addirittura cancellare Piazza Pietro Nenni figuriamoci se ricordano Saragat che fu Presidente dell'Assemblea Costituente e si dimise quando fondò il Partito Socialista dei Lavoratori Italiani (poi PSDI) lasciando il posto al comunista Terracini. Saragat fu più volte ministro e fu Presidente della Repubblica dal 1964 al 1971. E’ stato soprattutto un intellettuale e un uomo politico che ha illuminato i periodi più difficili della storia italiana con la sua grande tolleranza e con i suoi ideali liberali e socialisti democratici.

La grande attualità del suo pensiero, assunto formalmente anche da coloro che lo avversarono, lo insultarono e lo disprezzarono, ci porta ad affermare che la posizione antisovietica di Saragat fu assai lungimirante e vincente, così come confermato, nell'ultimo decennio del Novecento, dagli stessi avvenimenti storici. Le idee di Saragat moderate e filoatlantiche in contrasto con tutti gli altri partiti socialisti, socialdemocratici e laburisti d'Europa hanno aperto la strada in Italia all'autonomismo ed al riformismo craxiano. Contro Saragat e poi contro Craxi, si scateneranno le ire e le accuse di tradimento della classe operaia dei comunisti, che oggi in maniera ipocrita e strumentale sono anche disponibili, incoraggiati ad usurparne l'eredità. Questa ricorrenza, fatte salve alcune lodevoli iniziative, continua ad essere accolta, evidentemente per il grande imbarazzo dei comunisti e dei post-comunisti, nel silenzio e nella indifferenza.

I progenitori dei diessini hanno demonizzato e insultato a lungo Saragat: socialdemocristiano e poi socialfascista e socialtraditore, ed i vecchi ricordano quando i comunisti si presentavano ai suoi comizi con la giacca rivoltata perché sull'unica questione davvero essenziale: America o Russia, libertà o comunismo Saragat era dalla parte dell'America e della libertà. Ritengo che le istituzioni della Romagna saranno migliori quando promuoveranno programmi ed iniziative che partendo dalla commemorazione del grande statista renderanno omaggio alla sua coerenza ed alla sua lungimiranza politica, indicandola e trasmettendola soprattutto alle giovani generazioni, come esempio da cui possano trarre insegnamento.L'alto messaggio umano e politico che Giuseppe Saragat insieme a De Gasperi ed Einaudi ci hanno lasciato, trova il significato culturale e storico più emblematico nel 18 aprile 1948 giorno in cui l'Italia libera e forte, atlantica, occidentale, cristiana ed anticomunista sbarrò la strada al fronte popolare socialcomunista e staliniano.

Oggi la sinistra conservatrice preferisce giustificare e celebrare i tanti cattivi maestri che troppo spesso vengono immotivatamente ricordati, celebrati e promossi invece di essere opportunamente accantonati e rimossi. In Giuseppe Saragat il tema della libertà fu fondamentale: da qui la sua ammirazione per Benedetto Croce e il suo amore per Goethe. Per questo scelse di lottare per alleare l'Italia alla NATO, all'Occidente libero e all'Europa democratica. La verità è che i comunisti di tutti i tempi sconfitti dalla storia non possono parlare troppo di Saragat perché ha smascherato Togliatti, Longo e Berlinguer e continua a pesare con il suo pensiero e con le sue scelte come un macigno per tutti coloro che solidarizzarono con i carri armati sovietici a Budapest e poi a Praga.

Rodolfo Ridolfi

La verità sui precari della scuola pubblica che la sinistra fa finta di ignorare

3723623924_d66645ec85_z Il primo giorno di scuola. Oggi per molti ragazzi italiani è ricominciato l’anno scolastico e, puntuale come le malattie stagionali, ricomincia la polemica decennale sui precari della scuola. Si tratta di una polemica che va avanti da svariati anni e che quest’anno ha come bersaglio il ministro Gelmini reo di aver “espulso dalla scuola” svariate decine di migliaia di giovani insegnanti precari. Per orientarsi sulla questione è necessario fare qualche osservazione preliminare.
Il fenomeno del precariato nella P.A. deriva dalla necessità di molte amministrazioni di fare ricorso a forme contrattuali flessibili (contratti a termine, co.co.pro…) invece di procedere a regolari assunzioni a tempo indeterminato previo pubblico concorso.
I veri motivi di questa prassi sono essenzialmente due: aggirare i vincoli alle nuove assunzioni disposti per contenere la spesa pubblica e disporre di procedure di selezione del personale più rapide e soprattutto più discrezionali. La flessibilità del lavoro anche nelle pubbliche amministrazioni fu introdotta con le riforme Bassanini che si basavano sul presupposto che fosse opportuno modernizzare anche il lavoro pubblico con l’introduzione di forme contrattuali flessibili, come era già stato fatto – a partire dalla riforma del ministro Treu – per il lavoro privato. Ma alla base vi è un errore di impostazione. Mentre nel privato, per le imprese che sono sul mercato e contatto con la concorrenza, la flessibilità rappresenta un fattore di modernizzazione perché consente di adeguare l’offerta di lavoro alle reali e mutevoli esigenze produttive ed alle effettive capacità economiche delle imprese, nel pubblico nulla di tutto ciò si verifica. Il precariato nella burocrazia è essenzialmente uno strumento al servizio delle peggiori logiche clientelari ed assistenziali. Non è altro che un

martedì 14 settembre 2010

Il piano casa della regione è un flop perché il finanziamento è quasi inaccessibile per colpa di una burocrazia lunare. I soldi stanziati sono sempre quelli ma fingono di metterne di nuovi ogni anno

image004[2] “Ma quali ‘altri 11 milioni e 395 mila euro messi a disposizione dalla Regione per contribuire all’acquisto della casa da parte delle giovani coppie e di altri nuclei famigliari?’.
I soldi sono sempre gli stessi: quelli che restano dai bandi precedenti, uno più fallimentare dell’altro”. Lo dichiara il consigliere regionale e coordinatore provinciale del Pdl a Ravenna Gianguido Bazzoni il quale torna ancora a parlare del piano casa per le giovani coppie voluto dalla Regione che “pur dimostrando tutti i suoi limiti non ha convinto l’assessore alle Politiche abitative a fare un passo indietro rendendo più flessibile il bando”. 
“La Regione, come se non fosse bastato il primo e il secondo flop del bando sul piano casa per le giovani coppie – prosegue Bazzoni – si ostina ad andare avanti. A chi leggesse per la prima volta quanto dichiarato dall’assessore sul sito della Regione, infatti, sembrerebbe che da viale Aldo Moro arrivino altri 11 milioni, e non quelli che rimangono in cassa da mesi perché, a causa di un bando pensato malissimo, non riescono ad essere spesi. Ricordo infatti che dei 13.097.152 euro stanziati dalla Regione ne sono stati assegnati fino ad ora poco più di un milione e mezzo. 
Lo abbiamo già detto di fronte ai passati fallimenti del bando e ripetiamo oggi di fronte a un’ostentazione di finto successo da parte della giunta: con la crisi che c’è è impensabile che siano arrivate meno di 200 domande in tutta l’Emilia Romagna. Dalla graduatoria pubblicata a fine giugno, infatti, emergeva che dei 1587 alloggi messi a disposizione le richieste di contributo rappresentavano poco meno del 9%. Vedremo che cosa cambierà dopo il click day fissato per la fine di dicembre”.

lunedì 13 settembre 2010

Faenza lo fa… e Casola?

cc su web

SONO SPESI BENE I SOLDI PER LA NUOVA SEDE DELLA PRO LOCO A RIOLO TERME? Interrogazione del Capo Gruppo del Pdl Francesco Valenti

riolo - Analizzando la costruzione della nuova sede della ‘Pro loco e del Centro avanzato per la fruizione del parco della Vena dei Gessi romagnola’,vicenda che ha sollevato notevoli polemiche e che da parte nostra registra forti dubbi per via dell’investimento eccessivo e per i risultati che l’amministrazione si aspetta per il futuro di questo paese;
- Partendo dalla cifra di 880.000 euro messa a bilancio,che non tiene conto dei 20.000 euro già stanziati in precedenza per lo studio di fattibilità, dei 14.000 euro necessari per lo spostamento temporaneo dei giochi dei bimbi nel parco Morini; di una cifra da quantificare per il ripristino di quest’ultimo a lavori terminati nel luogo d’origine e di eventuali altre spese ed incidenti di percorso,vedi l’impianto fognario non messo in previsione. Ci sarà poi l’arredo delle cucine,in quanto quelle attuali non penso siano a norma;se un domani si dovesse pensare come pare ad affittare la struttura ad altre associazioni che ne richiedessero l’utilizzo,bisognerà pensare che il tutto dovrà essere in regola con le normative vigenti;è prevedibile quindi un incremento dei costi:

chiediamo:

1- Per quale motivo il progetto è stato affidato ad un ‘professionista esterno per una cifra da chiarire tra i 120.000,00 euro e i 151.000,00 euro e non è stata presa in considerazione l’ipotesi di utilizzare l’ufficio tecnico del comune?
2- Quei soldi ad esempio potevano essere utilizzati per il riassetto del manto stradale di alcune strade rese dissestate dalle nevicate dell’inverno scorso!
3- I finanziamenti avuti,a quale titolo sono stati erogati,visto che figura anche il  Parco della Vena dei Gessi nei titoli del progetto? Visto che le spese tendono a superare ciò che era previsto in bilancio, pensate  di fare variazioni e tagli ad altre opere per portare a termine il progetto?

Il Capogruppo Vincenzo Valenti

sabato 11 settembre 2010

11 Settembre 2001 - Un pensiero per chi non c'è più.

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"What kind of peace do I mean? What kind of peace do we seek?
Not a Pax Americana enforced on the world by American weapons of war.
Not the peace of the grave or the security of the slave.
I am talking about genuine peace,
the kind of peace that makes life on earth worth living,
the kind that enables men and nations to grow and to hope and to build a better life for their children
Not merely peace for Americans but peace for all men and women
Not merely peace in our time but peace for all time."

June 10, 1963

John F. Kennedy, Commencement Address at American University

venerdì 10 settembre 2010

Non basta dire “non facciamo i katanga”

24565_365455249426_360161309426_3589462_8344780_n  Bersani dovrebbe stare attento, quando dice di non volere controllare la gente che assiste agli incontri del PD («Noi non facciamo i katanga»),  perché il problema politico è relativo a quelli con cui è alleato.
I due atti squadristi (due, non uno) non hanno danneggiato Schifani e Bonanni, invitati a parlare ad una platea che non era la loro, chiamati a esporre le loro idee e discuterle, senza pensare di convertire i presenti, hanno colpito il Pd. 
E’ vero che il controllo dell’ordine pubblico è compito della questura, ma è anche vero che la politica non può delegare l’agibilità democratica, ivi compresa la tutela degli invitati.
I servizi d’ordine, di cui i comunisti d’un tempo erano maestri (se ne vergognano?), esistono anche nei convegni più sereni. Ma servono a tutelare da estranei male intenzionati, non da fazioni interne sopraggiunte per contestare, prima di tutto, gli organizzatori della manifestazione.
La sinistra, quindi, faccia molta attenzione a non sottovalutare il dato evidente: la propria festa è stata sabotata non da estremisti di destra, ma da loro alleati.

giovedì 9 settembre 2010

La caldaia a cippato collocata dentro la scuola rappresenta la scelta migliore per la nostra comunità?

energ_biomassa I dubbi che il “progetto cippato” ha creato nella comunità dal suo avvio sono molteplici. Ogni variazione ha posto nuovi e vecchi problemi, affrontati da chi ha a cuore la salute dell’aria che respira, cercando di fare chiarezza, o di farsi chiarire da persone più competenti, i vari problemi e le eventuali alternative.

Nella serata del 26 luglio, nella sala consigliare, si è tenuto l’ennesimo confronto-illustrazione sulla caldaia, la sua ubicazione, gli effetti che la realizzazione comporta sulla comunità. Ero tra i pochi presenti e posso tranquillamente affermare che “ l’argomento più scottante” è stata la possibile pericolosità di tale impianto nel plesso scolastico e non il costo. A conferma di ciò, la prima domanda rivolta al sindaco, e ai rappresentanti di Senio Energie, è stata fatta da Gianni Poletti, responsabile della sicurezza dell’istituto comprensivo.

Io partirei proprio da questa valutazione:
- la caldaia a cippato , “con il suo comignolo posto oltre all’altezza del tetto delle scuole”, è la soluzione più sicura per la salute dei nostri figli?
- gli abitanti di Casola (considerando che le scuole si trovano nella zona centrale del paese) potrebbero avere ricadute negative sulla salute?

Ho espressamente rivolto al sig. Montuschi queste domande ma la risposta è stata lacunosa e, a dir poco, confusa.
Mi sono “informato”, mi sono riletto l’articolo di Lanzoni sullo Spekkietto del 2009, riguardante la ricaduta delle polveri sottili a terra, ed ho avuto un interessante colloquio con il prof. Menetti, casolano di adozione, che mi ha illustrato i pericoli per la salute derivate dalle polveri sottili.
Le PM10 costituiscono il particolato che si crea in qualsiasi processo di combustione e che si libera nell'aria. Vi sono combustioni con più o meno concentrazione di PM 10 e la combustione di materiale legnoso costituisce uno dei procedimenti che maggiormente contribuisce alla concentrazione delle polveri in oggetto.
Tali polveri sono oramai da qualche tempo riconosciute responsabili di varie patologie, soprattutto croniche, a carico dell'apparato respiratorio tanto da essere oggetto di monitoraggio da parte dei vari organismi di tutela ambientale istituiti a livello  regionale ( ARPA ).
Quello che credo debba essere sottolineato è che oltre le polveri di calibro maggiore ( le PM 10 ) altre polveri di calibro inferiore (PM 5 e PM2,5) sono emesse nell'atmosfera dopo la combustione.
Tali polveri ultrasottili sono quelle che non si depositano nei segmenti di albero bronchiale più grossi di chi le respira perché, per le loro dimensioni, sono trasportate dall'attività' respiratoria, sino alle diramazioni più periferiche (i bronchioli e gli alveoli polmonari).
In tale maniera (similmente ai gas) taluni ipotizzano un passaggio diretto al sangue, anche perché i bronchioli terminali non hanno (o l'hanno in misura inferiore) le stesse capacità di depurazione del particolato dei segmenti di calibro maggiore.
E' intuitivo quindi dedurre che a questo livello le polveri ultrasottili producono i maggiori danni.

Quanto ciò descritto inoltre avviene in misura maggiore se il soggetto sia in età pediatrica, per la maggiore frequenza di attività respiratoria che ha il bambino in genere.
Nel caso delle PM 10 , si sa per certo che costituiscono un  elemento non salutare dell'aria e che va monitorato .
Poco è fatto (anche perché i margini operativi relativi all’'abbattimento sono scarsi) sulle polveri di più piccolo calibro. Nel nostro caso, la caldaia a cippato non prevede filtri che trattengano tali particolati e non ne consente neppure una istallazione futura in quanto ne limiterebbe la combustione stessa.

Passiamo poi all’inquinamento da CO2, è indubbio che il cippato sia meno inquinante del petrolio, ma del metano?
Quando si definisce “ a zero” il bilancio della Co2 prodotta dalla combustione del legname, si fa riferimento a materiale tagliato e bruciato in un raggio di 10 Km, senza cioè considerare la CO2 prodotta dalla cippatrice per preparare il cippato, e avendo cura di fare la centrale termica molto vicino al luogo di produzione del legname stesso. In realtà, come tutti sanno, le piante consumano CO2 durante la loro vita, per questo motivo, quando vengono bruciate, la CO2 che emettono è pari a quella che hanno consumato da “vive”. Ora, non bruciandole si avrebbe un saldo Co2 nettamente positivo anche lasciandole decomporre naturalmente.
Il cippato prodotto con “ arbusti, rami caduti, tralci tagliati” non sarebbe sicuramente “cippato di alta qualità” essendo materiale vegetale “verde” e quindi con un contenuto di umidità notevolmente superiore al 20%.
Inoltre con un consumo previsto di circa 600 Ql annui e un prezzo già fissato in 6,5 euro *Ql.”la ricaduta economica della filiera corta “ sarebbe ben poca cosa per gli agricoltori casolani.

Appurato che il cippato non ha nessun vantaggio, a livello salutare, rispetto al metano proviamo ad addentrarci nell’aspetto economico.Il progetto di Senio Energia prevede l’installazione di una caldaia a metano, di pari potenza, del costo di circa trentamila euro, da utilizzare nell’eventualità che quella a cippato si blocchi o che abbia bisogno di manutenzioni straordinarie, in sostituzione di quella a gasolio.
Il comune, se cambiasse la vecchia caldaia a gasolio,direttamente, spenderebbe trentamila euro più l’installazione. Avrebbe un risparmio immediato nella quota combustibile, poiché con il metano, si spende il 64% (fonte centro consumatori.it) rispetto al gasolio, per cui l’ammortamento della spesa sarebbe in circa sei anni, considerando la rata di 23 mila euro che si è impegnata a rimborsare il comune a Senio Energia, calcolata in base alla spesa media degli ultimi tre anni che ha sostenuto con il gasolio.

Come casolano, ma ancor più come genitore, attendo con interesse le risposte che il sindaco darà all’interrogazione della minoranza, sperando di non essere l’unico con qualche preoccupazione e dubbi sul progetto. Quindici mesi fa, quando il posizionamento era in prossimità della palestra, si schierarono contrari vari soggetti, manifestando diverse perplessità a cui,almeno pubblicamente, non è stata data risposta. Ora tutto tace, perché?
Rispetto la posizione di Albonetti, ma se mi è permesso, sarei stato più tranquillo se, nell’avvallare la scelta fatta dall’amministrazione, avesse espresso un parere scientifico, da ricercatore del CNR, e non politico, da capogruppo della maggioranza.

Mirko Giacometti

Se domani ci fossero le elezioni politiche lei per quale partito voterebbe?

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Committente: Corriere della Sera – Autore Ispo Srl – Data 6/9/2010

Ci sono notizie che solo qualche anno fa avrebbero riempito le pagine dei giornali. Oggi stanno in poche righe. Sic transit gloria mundi

Comunismo Il comunismo non funziona più nemmeno a Cuba.
A sostenerlo non è un estremista di destra, ma il "Lider Maximo" Fidel Castro. In un'intervista a The Atlantic, l'ex presidente che guidò la Revolucion nel 1959 e cedette il potere al fratello Raul nel 2006, a 84 anni, ha ammesso che il modello economico cubano ha fallito. Non è valido per essere esportato in altri paesi e "non va più bene neanche per noi", dice Castro al giornalista Jeffrey Goldberg.

Cade il penultimo muro. Ora è la volta della Cina che però ha dimostrato già da tempo che il comunismo economico non abita più li.

Solo qui in Italia non riescono a farsene una ragione, il comunismo lo tengono in agonia, un morto che cammina. I compagni, sono ancora tanti, purtroppo, basta andare in una assemblea della Fiom per vederlo e toccarlo.  Ci vorranno trapassi generazionali per liberarsene.

mercoledì 8 settembre 2010

Non lavorano, non producono, non pagano le tasse, lasciano i figli nel fango, ma girano in Mercedes… naturalmente la sinistra li difende

2597370332_627fc3f06a_z L’altro giorno ero a Roma. C’erano striscioni di questo tipo: “No a nuovi pogrom”, “Non aspettiamo la shoah per intervenire”. Erano prese di posizione in difesa dei Rom.
Trovo strano che nessuno li abbia criticati.  A me il paragone tra le espulsioni dei Rom e l’Olocausto sembra una grave offesa alla memoria dell’Olocausto, oltre che a Romania e Bulgaria.
Gli ebrei venivano portati ad Auschwitz, i rom vengono rimandati nei loro Paesi d’origine, con un gentile cadeau, se lo vogliono: 300 euro a testa ciascuno. Ritornare a casa con 300 euro in tasca è come andare ad Auschwitz? E la Romania e la Bulgaria sono forse dei lager?
Capisco che i rom non se ne vogliano andare. Da noi non lavorano, non producono, non pagano le tasse, vivono alle spalle di quei fessi che si ostinano ad andare in fabbrica o in ufficio (i gagè, appunto). E in genere si arricchiscono pure. Magari lasciano i loro figli a sguazzare nel fango, ma chi non ha visto quante Mercedes girono attorno a un campo nomadi?
Qualche tempo fa a Roma furono sequestrati i bene di un clan rom composto da circa 350 persone. Avevano: beni per un valore di 85 milioni di euro, terreni edificabili, ville (abusive) con palme e piscine, 33 cavalli da corsa, oltre 200 conti correnti e 75 auto di lusso, tra cui Ferrari, Rolls Royce, Bentley, decine di Bmw e Mercedes. A uno dei patriarchi dell’organizzazione la Dia, la direzione investigativa antimafia, ha requisito una villa in costruzione di venti stanze (1500 metri quadrati) difesa da microcamere che rimandavano immagini su schermi al plasma piazzati in ogni angolo, compresi cucina e toilette.
Naturalmente tutti i componenti del clan risultavano “nullatenenti”.
La gente è stanca. A Milano, per fortuna, hanno iniziato ad abbattere qualche villa abusiva, sono partite le prime espulsioni (312 interventi dal 2007 a oggi). La reazione dei rom l’avete letta: “Dateci case e soldi o spacchiamo tutto”.
Sarkozy sta facendo quello che bisogna fare: smantellare i campi abusivi (un centinaio in Francia) e cacciare gli irregolari (un migliaio da luglio). L’Italia dovrebbe fare altrettanto. Altro che xenofobia: è semplicemente rispetto della legge. Nessuno discrimina un rom che si mette a lavorare e si costruisce la villa con i soldi guadagnati legittimamente e con i permessi edilizi del Comune. Nessuno.
Ma perché cercare di far rispettare le regole diventa improvvisamente un atteggiamento razzista?
Qualche tempo fa il sindaco Pd di Sesto San Giovanni, città simbolo della sinistra, ha iniziato a costruire un muro anti rom. Chi vive davvero fra la gente, nei quartieri e nelle periferie, sa che la fermezza ormai è un dovere civico.
Qualcuno lo spieghi anche a quelli che stanno troppo seduti in sacrestia o nei salotti chic.

venerdì 3 settembre 2010

E’ un animale molto cattivo: se lo prendi a calci reagisce. Ovvero come trasformare in aggressore la vittima

4709604540_5a5b546376_b A questo ci hanno ridotti: rimpiangere i vecchi comunisti. Gente estranea alla realtà, che pretendeva di possedere la formula magica per cambiare il mondo a prezzo di fiumi di sangue. Preferibilmente altrui, ma anche il proprio quando necessario. Protagonisti tragici di una politica concepita come guerra di religione. Ma non insensibili ai valori borghesi di rispettabilità formale. Certo, Togliatti galvanizzava il suo popolo con l’annuncio di essersi ferrato gli scarponi per prendere a calci nel sedere De Gasperi, però sempre fasciato nel suo doppiopetto e geloso della sua dignità di capo carismatico. Berlinguer non era da meno, con l’aggiunta di una certa spocchia aristocratica. Leninisti quanto basta per sapere che la lotta delle idee passa per il linciaggio morale dell’avversario, ma non propensi a sporcarsi le mani in proprio.

Bersani non ha di queste remore. La volgarità del suo attacco alla politica di Berlusconi è già il primo colpo di cannone di una campagna elettorale senza quartiere, incurante di salvare il salvabile di quei rapporti umani che sono l’ossatura della politica. D’Alema non è da meno. Anzi ha in più, rispetto al suo Bersani, l’improntitudine di imputare a Berlusconi la responsabilità di aver inoculato nella politica italiana “uno stile squadristico, violento”. Occorre un’ineguagliabile faccia tosta per ignorare il lancio sistematico, che dura da anni, di palle di fango contro Berlusconi e trasformare in aggressore la vittima designata di una politica violenta. Una mistificazione che richiama il paradosso volterriano: “E’ un animale molto cattivo. Se lo prendi a calci, reagisce”.

Poiché quello che è fatto è reso, ecco il giovane Renzi, sindaco di Firenze, reclamare l’epurazione dei capi del Pd: “Rottamiamo questi leader tristi del Pd, o uno sbadiglio ci seppellirà”.

Colpisce, nell’aggressione della sinistra al governo, il miscuglio di virulenza e di debolezza. Il gruppo dirigente del partito è un coacervo di tribù nemiche tra loro, che si affida all’antiberlusconismo viscerale per non cadere in pezzi. All’antiberlusconismo e alla bolsa retorica delle parole in libertà. Bersani ha riesumato la vecchia formula ulivista, verniciata da “Nuovo Ulivo”, subito contestata dai veltroniani come “richiamo magico”, per supplire con un atto di fede nei “vecchi simboli” e la devozione dovuta ai decrepiti partitanti, il vuoto pneumatico del progetto politico.

Bersani & C. eccitano alla rivolta le turbe di precari della scuola creati dalla sinistra, infiltrano contestatori per accogliere con schiamazzi gli esponenti del governo nelle manifestazioni pubbliche, si sforzano di ridicolizzare il nuovo corso del rapporto con la Libia, annunciano lavori in corso per la definizione di un inesistente progetto per l’Italia, si azzuffano per aggiudicarsi la candidatura a premier come se avessero la vittoria in tasca. E bandiscono una grande alleanza “per una nuova riscossa italica” che esprime solo la speranza di occultare la latitanza delle scelte di governo dietro la solita ammucchiata contro Berlusconi.

Altro che “riscossa italica”. E’ la solita sinistra indecisa a tutto che cerca scampo nella simulazione di un fervore patriottico che tutto smentisce.

giovedì 2 settembre 2010

Scuola: le novità dell’anno nuovo

2957371461_3d7af0dd0a_z Entra in vigore con l'anno scolastico 2010-2011 la riforma dell'Istruzione superiore, “un provvedimento epocale che riduce la frammentazione degli indirizzi nei licei e rilancia l'istruzione tecnica e professionale. Inoltre, per la prima volta dal 1923 le nuove Indicazioni nazionali riformano organicamente i contenuti dell'istruzione liceale”. Eccole.

Il settore tecnico-scientifico è stato al centro delle principali innovazioni introdotte con la Riforma che, come dimostrano i dati sulle iscrizioni, hanno riscontrato il favore degli studenti e delle famiglie. Rispetto all'anno precedente l'aumento delle iscrizioni in questo settore è del 1,7%.

Per quanto riguarda la scuola primaria aumentano le classi a tempo pieno. Nel prossimo anno scolastico passeranno da 36.493 a 37.275. È confermata la linea del rigore: non si potranno superare i 50 giorni di assenza, pena la bocciatura. Entro il 2010 sarà poi bandito un nuovo concorso per diventare presidi. E' molto atteso e prevede 3mila nuovi posti. Con il nuovo anno inoltre sono stati assunti 10mila nuovi docenti e 5mila unità di personale ata. E nascono gli Its, una nuova filiera non universitaria creata per formare le figure professionali più richieste dal mondo del lavoro.

Con la riforma si elimina la frammentazione che ha caratterizzato gli ultimi decenni della scuola italiana. Vengono ripensati i quadri orari, così come sostenuto dall'Ocse che afferma testualmente: “è statisticamente provato che una durata d'istruzione più lunga (tempo ore) non ha in generale un impatto benefico sui risultati di apprendimento (..) È pertanto auspicabile una riduzione della durata dei singoli insegnamenti facendo tuttavia salve attività critiche quali matematica e materie scientifiche”. Vengono incrementati gli orari della matematica, della fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione degli studenti. È potenziato lo studio delle lingue, con la presenza obbligatoria dell'insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni dei licei ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia.

Inoltre, una materia del 5° anno sarà insegnata in inglese. Vengono istituiti due nuovi licei: il liceo musicale e coreutico e il liceo delle scienze umane. Dal 2010 gli indirizzi saranno solo 6. Le indicazioni nazionali riformano organicamente, per la prima volta dal 1923, i contenuti dell'istruzione liceale.

Gli studenti dovranno raggiungere livelli di conoscenza obbligatoria uguali a quelli richiesti a livello internazionale. Particolare attenzione viene rivolta al ''900 in Storia, Letteratura, Filosofia senza per questo trascurare la conoscenza del passato. Si pone poi l'accento sull'Italiano, chiedendo ai ragazzi la capacità di argomentare in forma scritta e orale e di saper leggere testi complessi: questo diventa un obiettivo comune a tutte le discipline.

Quanto alla Matematica, le indicazioni sono state redatte tenendo conto delle indicazioni dell'Ocse. Sono state curate le relazioni con la Fisica e le Scienze. Lingue straniere: viene fissato, per tutti gli studenti, il livello B2 di apprendimento della lingua straniera, che ci allinea agli altri Paesi europei. L'apprendimento della lingua è favorito anche dal Clil, l'insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera (dal 2012/2013 nelle classi terze dei licei linguistici; dal 2014/2015 nelle classi quinte di tutti i licei) che è già in corso in molti Istituti superiori.

Invito alla Festa della Libertà

2912642736_0da4bc5f84_b Dal 7 al 12 settembre  si terrà a Bologna, presso  la Piazza XX Settembre (vicino alla Stazione FS) , la festa Regionale del Popolo della Libertà. Si tratta di una ulteriore occasione per il Pdl della nostra Regione di allestire  un punto di incontro e di dibattito politico in un momento in cui il partito attraversa una necessaria fase di  assestamento e di chiarimento.
Naturalmente ci saranno spettacoli e ristoranti che consentiranno una visita divertente anche per le famiglie.

mercoledì 1 settembre 2010

Un rifiuto che sta diventando un metodo

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A pochi sarà sfuggito il cartello affisso quest’estate dalla falegnameria Benelli nel mostrino di Via Matteotti.

In sostanza Claudio Benelli, un falegname presente a Casola da moltissimi anni e che ha proseguito e sviluppato l’attività del padre Ezio, chiedeva che il suo mostrino, posto all’inizio del muraglione, potesse essere inserito all’interno dell’area riservata al mercatino del Venerdì per pubblicizzare la propria produzione di artigianato di qualità. Si trattava di allungare il percorso del mercato di una trentina di metri. La risposta della Pro Loco è stata negativa. Claudio si è molto arrabbiato ed ha affisso il cartello in foto.

La pro loco avrà avuto le sue buone ragione per negarsi alla richiesta e magari le renderà pubbliche, ma a noi questo metodo di rapportarsi con i commercianti e gli artigiani non convince e non piace.

Siamo ancora profondamente amareggiati per il modo con cui il Sindaco Iseppi, proseguendo nell’identico stile del predecessore Sagrini, ha sbattuto la porta in faccia a centinaia di cittadini e di numerosi commercianti che chiedevano una maggiore elasticità nella gestione dei parcheggi di Piazza Sasdelli e di Via Matteotti e dunque questa indisponibilità non ci meraviglia.

Ma rimane il fastidio per comportamenti preclusivi nei confronti delle attività economiche più a rischio nel nostro comune, quelle commerciali e artigiane, per le quali il programma del Sindaco Iseppi conteneva impegni importanti e per ora del tutto disattesi.

Dal programma elettorale di Iseppi del 2009:
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Gli operai licenziano la CGIL. Forse ce la stiamo facendo a diventare un paese moderno e 0ccidentale, almeno nelle fabbriche. Grazie Marchionne

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Mentre Cisl e Uil danno l’ok al nuovo contratto metalmeccanico, l’ala dura della Cgil chiede di tenere un’assemblea, ma i lavoratori dicono di no