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lunedì 21 novembre 2011

venerdì 11 febbraio 2011

I centri sociali per anziani di Casola e di Brisighella sembrano avere storie decisamente diverse. L’esperienza casolana parrebbe fare scuola anche in questa circostanza

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Marta Farolfi, capogruppo consiliare di "Brisighella nel Cuore" chiede chiarimenti al sindaco di Brisighella sulla chiusura del Centro anziani.
“Abbiamo appreso con stupore e dispiacere della chiusura del Centro sociale anziani, sito nell'edificio adiacente la scuola media di Brisighella. La chiusura però ha colto di sorpresa non solo noi perché sapevamo quanto il Centro funzionasse egregiamente, ma a quanto pare anche gli anziani stessi. Sembra infatti che la decisione della chiusura non sia stata deliberata dai soci del Centro, ma sia stata assunta unilateralmente dalla dirigenza del Centro stesso e dal Comune in quanto, a loro dire, la diminuzione del numero degli anziani-utenti e, al contempo, la decisione dell'amministrazione di non concedere più il contributo annuo di 4mila euro non avrebbero consentito soluzioni diverse. Tale decisione sarebbe quindi stata imposta agli anziani senza dar loro modo di replicare od organizzarsi in maniera diversa.

Esisterebbe poi un altro aspetto poco chiaro della questione: al momento della chiusura del Centro, nel conto corrente ci sarebbero stati ben 8mila euro (al netto delle spese), frutto delle tessere, delle lotterie che venivano organizzate e comunque soldi appartenenti al Centro e quindi ai soci stessi. Tale cifra sembra però che non sia rimasta nella disponibilità degli anziani, ma che abbia preso altre strade a noi (al momento) ignote; in compenso sarebbe stato loro concesso di utilizzare, ma ancora per poco tempo, una piccolissima stanza sempre nello stesso edificio.

Questa vicenda e soprattutto il modo 'singolare' in cui sarebbe stata gestita ha molto amareggiato gli anziani che oggi si sentono abbandonati e discriminati. Alla luce di quanto premesso, chiedo se esiste uno statuto del Centro Sociale Anziani e, se esiste, cosa prevede in caso di chiusura in merito alle risorse rimaste in cassa; per quale motivo la chiusura è stata decisa unilateralmente senza interpellare gli anziani-soci del Centro? Perché gli 8mila euro in cassa non sono rimasti nella disponibilità dei soci e a cosa sono stati destinati?
Perché l'amministrazione ha deciso di tagliare il contributo annuo di 4mila euro al Centro, inducendo così alla chiusura, quando siamo tutti consapevoli che l'invecchiamento demografico della popolazione ci porterà nel giro di pochi anni ad avere un numero sempre più crescente di anziani, i quali, non dobbiamo mai dimenticare, costituiscono un valore aggiunto della nostra società e non certo un peso?  Proponiamo pertanto che l'amministrazione ripristini il contributo e riattivi il Centro sociale anziani in una sede adeguata, che potrebbe essere per esempio l'ex sede di 'Stella polare', oggi abbandonata per il fallimento del progetto”.

martedì 18 maggio 2010

Al teatro di Brisighella va in scena un cantiere fermo

Di Martina Liverani – Articolo Pubblicato su Casa Vogue [2009]

Quando il priore di Brisighella, affidò in gran segreto la progettazione di un teatro all’ingegnere comunale Giuseppe Maccolini, quest’ultimo si dovette sentire come il Palladio in procinto di disegnare il Teatro Olimpico. Tanta era all’epoca e “ardente” (come la definisce lo storico locale Antonio Metelli) “la voglia dei giovani di godere dei pubblici spettacoli”, che il Maccolini si strusse per creare, nell’angusto e ristretto spazio retrostante il palazzo comunale, un teatro capace di rinfrancare le serate dei brisighellesi.

Per ordine del priore, l’edificazione fu portata avanti di nascosto, allo scopo di sopire le polemiche di chi avrebbe voluto dedicare quello spazio ad una cappella. A cose fatte, quando il popolo si accorse, la cosa non fu affatto disapprovata e così, tra il sacro e il profano, stanziati trenta scudi con l’ausilio del priore, il teatro fu inaugurato nel settembre del 1832. In questa terra di Romagna, di prelati e cardinali (sette per la precisione), ma anche di irriverenti artisti, appassionati letterati, e talentuosi artigiani, l’attività del teatrino fu intensa e vitale nel corso degli anni a seguire. Numerose compagnie di passaggio, e anche istrioni locali, hanno pestato le assi scricchiolanti del piccolo e raffinato teatrino, regalando emozioni indimenticate.

In molti ricordano ancora il subbuglio del 1941, quando giunse in paese il celebre soprano Maria Pedrini, che a Brisighella ci era nata e vi tornava in pompa magna dopo aver riscosso successi in tutto il mondo. Schiva e sufficientemente “antidiva”, tenne un famosissimo concerto nel Teatro Comunale, oggi a lei intitolato. Restaurato nell’immediato dopoguerra, per rimediare ai danni causati dal conflitto e poi ancora rimesso in sesto negli anni Sessanta, ora il teatro è fatiscente e praticamente in rovina. Uno spazio completamente inagibile: un cantiere messo in piedi una manciata di anni fa e poi bloccato, per mancanza di finanziamenti.

Ora all’attuale sindaco, Davide Missiroli, l’arduo compito di trovare gli “scudi” necessari per incaricare un “nuovo Maccolini” di riportare il teatro al suo splendore, per rincuorare gli animi dei Brisighellesi che non hanno mai perso l’ardente passione per l’arte, la musica e lo spettacolo.

venerdì 20 novembre 2009