lunedì 30 maggio 2011

Ce le hanno suonate di santa ragione ed è di tutta evidenza che il dato elettorale di oggi è politico e non amministrativo

accidentiAdesso la liberaldemocrazia italiana deve manifestare il coraggio e la forza di rinnovare radicalmente se stessa e la propria proposta politica

La Romagna del turismo oltre la spiaggia sta perdendo l’ultimo treno

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da La Voce del 30/5/2011

Alfredo Monterumisi, nato nel 1942, risiede a Rimini. Ha progettato e gestito il primo Club di Prodotto enogastronomico italiano. Ha curato per conto dell’Associazione Nazionale Città del Vino, di cui è direttore in Emilia-Romagna, il Manuale della Strada del vino (2001).

venerdì 27 maggio 2011

Il Favoloso mondo di Pisapie.

La sinistra quasi sempre riesce a fare una satira migliore della destra.
Questa, ispirata ad Amelie, agli abbracci ad Al Qaeda e a una Milano da bere che non c'è più è assolutamente geniale.

mercoledì 25 maggio 2011

Mamma mia! Tornano anche i signornò!

no tavPENSAVAMO di avere già visto tutto il peggio possibile nella penosa telenovela dei No Tav. Ci sbagliavamo. Mentre gli operai Fincantieri portavano nelle piazze la loro protesta per 2.500 posti di lavoro che stanno andando in fumo, altri operai sono stati presi a sassate in Val di Susa perché stavano iniziando un lavoro che qualcuno vuole fermare con ogni mezzo. E’ una brutta cartolina quella arrivata ieri mattina dalla Maddalena di Chiomonte, 70 chilometri da Torino: tronchi e reti metalliche sulle strade, centinaia di pietre lanciate sulle forze dell’ordine e sugli addetti ai lavori da qualche centinaio di irriducibili manifestanti. Follia. Folle una protesta del genere, folle che certe espressioni di inciviltà non vengano evitate, impedite, punite. Ma non è solo questione di civiltà. Il dibattito sulla Torino-Lione (estenuante, mal gestito, ma non certo superficiale) va ritenuto chiuso. Se quel cantiere non aprirà entro il 31 maggio, l’Italia perderà i finanziamenti europei per le opere preparatorie della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Sarebbe l’ennesima beffa, nella quale sguazzerebbero i nostri vicini francesi, così attenti ai passi falsi che da anni stiamo accumulando tra Torino e Lione.

CON QUANTA soddisfazione e ironia i loro giornali sottolineano, ormai da tempo, la differenza tra i due Paesi nei costi al chilometro dell’alta velocità già realizzata: il quadruplo rispetto alla Francia, in certe tratte nostrane. E a parità di difficoltà geologiche. Il pudore suggerisce di non fornire nuovi appigli alle ironie internazionali, mai a corto di argomenti sull’Italia. Lo hanno capito quasi tutti ormai, a destra e a sinistra. Perfino due parlamentari del Pd suggeriscono di militarizzare quel cantiere in Valsusa e consentire finalmente l’avvio dei lavori senza altre manfrine.

OGNI ANNO un autorevole centro di ricerca ci presenta il conto nazionale del «non fare» . Non fare infrastrutture, opere pubbliche, investimenti su energie alternative ci costa caro. L’ultima stima è un falò di 331 miliardi nei prossimi 13 anni, 20 miliardi nel solo biennio 2009-2010. Quanto siano fondate queste cifre non lo sappiamo, ma la sensazione di un Paese bloccato cresce, anche senza soffermarsi troppo sulle contestate fotografie appena distribuite dall’Istat. Il mega piano delle cosiddette grandi opere non poteva certo passare indenne dallo tsunami della crisi.
Il pronto soccorso di Tremonti e Sacconi è sceso in trincea, finanziando cassa integrazione e altri tamponi, blindando per quanto possibile la tenuta dei conti pubblici. Scontiamo e sconteremo ancora l’onda lunga della crisi in termini di disoccupazione, di opportunità inesistenti e bruciate per un’intera generazione di giovani. A chi non ha capito, Tremonti ripete ogni settimana che non c’è un euro.
E allora cerchiamo di spendere almeno gli euro che ci sono, come nel caso della Torino-Lione, e che rischiano di sparire per incapacità e superficialità imbarazzanti.
I nostri ragazzi studiano sempre di più all’estero, anche prima dell’università, e fanno confronti.
Può capitare di sentirsi dire da un figlio: «Perché mai dovrei tornare in Italia? Qui posso scegliere la facoltà che più mi piace, con la sicurezza di lavorare il giorno dopo la laurea». Sarebbe bello potergli rispondere
che non ha capito nulla.

Mauro Bassini – Il Resto del Carlino

martedì 24 maggio 2011

Fotografia di una sconfitta

Pisapia evita le buche perché non guida

Non dico che è fatta, ma – a guardarla da lontano e soprattutto su Internet – mi sembra che la confusione in cui versa il centrodestra sul ballottaggio di Milano stia spingendo Giuliano Pisapia alla vittoria molto al di là dei suoi meriti. Per quel che vale la mia opinione, mi sembra che il centrodestra a Milano abbia sbagliato soprattutto i tempi. Molte delle accuse di contenuto al programma di Pisapia sono fondate, ma tirarle fuori solo adesso e in modi così triviali rischia di creare l'effetto contrario. Stiamo assistendo a un surreale rovesciamento della realtà, per certi versi, per cui si butta sul ridere qualunque "accusa" fatta dal centrodestra al suo avversario, di fatto svuotandola ed evitando di parlarne.
Letizia Moratti ha sbagliato a portare la discussione a questo livello, e la bravura dello staff di Pisapia è stata quella di far diventare forza la sua debolezza. Un esempio? Avete notato che non si parla mai nel merito del fatto che Pisapia sarebbe molto più aperto nei confronti di extracomunitari, islamici e coppie gay? Non si parla di questi aspetti, ma soltanto del fatto che la destra sottolinea questi aspetti. E lo si fa buttandola in burla, per sviare il discorso, appunto. I #morattiquotes e simili che tanto hanno avuto successo su Twitter, sono l'esempio di questo gioco in tre tappe che funziona più o meno così, prendendo un esempio noto a tutti:
1) Pisapia fa/dice qualcosa (es. ha da sempre frequentato ambienti di estrema sinistra).
2) Moratti fa notare la cosa esagerando (es. tira fuori una sentenza di condanna per furto d'auto a scopo eversivo senza appurare che per quel fatto Pisapia era stato assolto).
3) Invece di discutere del fatto (es. delle sue radici e idee estremiste), la discussione diviene surreale, con il tormentone su tutte le "colpe" di Pisapia.

Altro esempio: Pisapia e le moschee. Si sa che con lui gli spazi per i musulmani aumenteranno (come la si pensi sul problema in sé è altro discorso, estraneo a questo post). Invece di parlare di quello, che succede, soprattutto sulla rete? Si gioca su una gaffe (effettivamente spassosa) dello staff di Moratti (che risponde seriamente a un finto elettore che le chiede di una moschea abusiva in un quartiere inesistente di Milano), o si risponde con un "sì, vabbè, adesso Pisapia è il capo di Al Qaeda". Tutti a ridere della gaffe, e di nuovo non a parlare delle moschee che Pisapia farebbe costruire a Milano.
Complimenti allo staff di Pisapia, dunque, che sta evitando le buche semplicemente evitando di guidare. Mi sembra che al candidato di centrosinistra per vincere ormai basti restare sul marciapiede e commentare ad alta voce tutte le manovre (grossolane) di Letizia Moratti.
Possibile però che, passata la sbornia, Milano si risvegli con un sindaco che non sa guidare nemmeno un'auto. Altro che rubarla.

AGGIORNAMENTO: La stretta di mano di ieri pomeriggio tra Pisapia e Moratti potrebbe essere un buon segno. Forse, almeno negli ultimi quattro giorni di campagna elettorale, si parlerà di programmi e non di fesserie.

Piero Vietti  © - FOGLIO QUOTIDIANO

 

Commenti all'articolo:

Stefano Tassinari - Faenza: Non credo sia granché Pisapia a guidare la macchina, in effetti. Ma in questa fase per vincere deve stare fermo come un semaforo. E aspettare. In questa situazione di vantaggio lo hanno messo Berlusconi e il Pdl in fondo, mica è colpa di Pisapia. Berlusconi è stanchissimo e si vede, non ne imbrocca una da tempo ormai, sembra che abbia addirittura voglia di abbandonare. Come in una partita di calcio uno stopper (esiste ancora il termine?) che fa 6 autogol. Per caso o apposta? Inviato il 23 maggio 2011 - ore 19:08

Giuliano Gallassi - Dovera: quando il buon Pisapia, le moschee le farà davvero all'ombra della Madonnina, il sig Tassinari riderà di meno. Inviato il 24 maggio 2011 - ore 10:30

Leonardo - zemanlandia: da elettore di centrodestra moderato e fogliante, provo imbarazzo questo ossessivo richiamarsi allo spauracchio di zingari e musulmani. ma è davvero questa la considerazione che Lega e Pdl hanno dei propri elettori? un branco di stupidotti da spaventare con visioni apocalittiche? mi aspettavo di meglio Inviato il 24 maggio 2011 - ore 11:35

Mauro-Bz - : Dopo quanto sentito, letto e visto, ho la sensazione che il prossimo turno elettorale sarà ancora più disastroso per il centro destra del primo. E' vero che una Milano gestita da un estremista di sinistra rischia di riempirsi di zingari, moschee e centri sociali. Ma la tattica di Berlusconi (non tanto, secondo me della Moratti) di demonizzare questi aspetti da una parte e poi promettere dall' altra spostamenti di ministeri (o, come corretto successivamente, di sedi distaccate, correzione peggiore della promessa) per ingraziarsi qualche altro elettore della Lega e tranqillizzare Bossi è una tattica che prevedo perdente. E sinceramente non so se sperare che il centro-destra perda o vinca. Ne ho le scatole piene di sapere di essere dalla parte giusta della barricata ma di vedere il mio esercito combattere come quello di Franceschiello. Inviato il 24 maggio 2011 - ore 12:31

arnaldo pascoli - mendrisio: Ma una città che si è fatta guidare anche da Formentini Marco e signora Augusta, andrà avanti anche con un sindaco senza patente e signora Sasso (al collo). Inviato il 24 maggio 2011 - ore 12:37

margherita giorgi - Venezia: un lettore intelligente : la lega vuole i ministeri a Milano ? con i ministeri arriveranno anche i dipendenti quindi niente invasione islamica ma romana ! Inviato il 24 maggio 2011 - ore 12:39

francesco miele - napoli: QUANDO IL SIGNOR GALASSI GIULIANO VEDRA' IN PIAZZA DUOMO I MILENESI MUSULMANI INGINOCCHIATI A TERRA A PREGARE, ALLORA RIMPIANGERA' LA MOSCHEA, CHE DETTA COSI SEMBRA UNA PAROLACCIA, MA IN EFFETTI E UNA LORO CHIESA. Inviato il 24 maggio 2011 - ore 13:04

francesco miele - napoli: RISPONDO A MARGHERITA GIORGI: SE CI SARANNO I MINISTERI A MILANO, NON CI SARA' L'INVASIONE DEI ROMANI, MA IL LICENZIAMENTO, PERCHE ALTRIMENTI BOSSI NON AVREBBE DETTO CHE CI SARANNO PIU' POSTI DI LAVORO PER I MILANESI PORTANDO I MINISTERI A MILANO. O SBAGLIO? Inviato il 24 maggio 2011 - ore 13:07

lunedì 23 maggio 2011

Il nodo di Milano è tutto qui

La contesa su Milano potrebbe utilmente mettere in luce le differenze programmatiche tra sinistra e destra nel governo di una grande città.
Milano è una delle città che pesa di meno sulle tasche dei suoi cittadini: a Milano non si applica l’addizionale comunale all’IRPEF; a Milano non è stata aumentata alcuna tariffa per i servizi pubblici; a Milano l’acqua costa mediamente meno che nel resto d’Italia e i servizi alla persona sono costantemente cresciuti in qualità e quantità. A Milano i servizi funzionano e, per merito di buone politiche espansive, la possibilità di lavoro e di intrapresa per i giovani c’è ancora.
Questi risultati sono stati possibili grazie ad una severa gestione del denaro pubblico, tagliando gli sprechi e valorizzando il patrimonio comunale, a partire dalla creazione del colosso A2A, oggi protagonista dell’industria energetica mondiale, capace di fornire dividendi alla città i cui utili sono serviti proprio a tenere basse le tariffe dei servizi.
A tutto questo si aggiunge il grande successo dell’amministrazione milanese sull’Expo che produrrà investimenti e migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni. Tutto ciò è confortante garantisce della capacità di fare un uso intelligente delle nuove forme di autonomia che arrivano dal federalismo fiscale.

In caso di vittoria di Pisapia è quasi certo che il prelievo a danno dei cittadini sarebbe immediato ed ingente, essendo espressamente indicato nel suo programma elettorale nel quale si prevede la revisione del Catasto finalizzato ad aumentare il carico sulla casa, l’introduzione di una nuova tassa sul transito in città e sull’utilizzo dei servizi urbani. Saranno diverse naturalmente le forme di controllo del territorio, le scelte sui campi nomadi , i rapporti con la comunità islamica più radicale che sembra incline a pretendere norme in deroga rispetto alle normali condizioni imposte ai cittadini italiani.
Saranno anche diversi i rapporti con la sinistra radicale le cui richieste (posto di lavoro garantito, assegno di disoccupazione generalizzato, limiti alle scelte delle singole imprese senza il preventivo assenso dei lavoratori…) presuppongono una inversione completa del modello espansivo della città.

Lo scontro è così radicale anche perché - per la prima volta e per demerito del PD - la capitale economica d’Italia rischia di essere consegnata al governo della sinistra più ideologizzata molto propensa a rovesciare alla radice un modello di sviluppo che fino ad ora ha dato ottimi frutti. Basta ricordare, una per tutte, cosa ha combinato la preminenza ideologica di Pecoraro Scanio nel governo del Paese.

giovedì 19 maggio 2011

Chi non è vedovo di qualche idea? Ma….

PhnomPenhQui non si tratta di rivangare il passato di Giuliano Pisapia.  Uno infatti potrebbe dire: chi non è vedovo di qualche idea?  Lasciamo stare quindi gli anni ‘70 che lo videro molto meno moderato di quanto non sia ora. La questione è il presente del nostro.  Per noi sarebbe un guaio serio se  diventasse il futuro dei milanesi e  imponesse il suo modello anche al PD che di idee ne ha poche e ben confuse.  Allora sì che ci sarebbe da spaventarsi.

Proviamo a mettere in fila, estraendola qua e là, qualche mercanzia del campionario del “moderato rosso”. Questi sono alcuni dei punti programmatici dello sfidante “moderato” della Moratti:

1. Usare la costruenda grande moschea per dimostrare che i valori tra la cultura europea e quella islamica sono indifferenziati e che la convivenza consiste nel rinunciare a molto da parte nostra e assai poco da parte loro: la sua idea è quella di un centro sociale, tipo il Leonkavallo islamico con la differenza è che lì si userebbero meno jeans e più burqa.
2. Un piano regolatore stile Celentano. Insomma una specie di Phnom Penh del tempo dei Khmer rossi, una ripetizione di via Gluck, senza nessuno slancio di modernità, senza grattacieli, senza luci o quasi.
3. Una bella bicicletta obbligatoria per tutti, di quelle tanto care agli architetti con i soldi:  e quindi tasse e ancora tasse per chi va in auto a Milano dove potranno circolare in pochi ma ad alto reddito.
4. Il registro per le coppie gay modello Zapatero.
5. I centri sociali – quelli pieni di okkupatori abusivi - inseriti nei centri decisionali della prima città industriale d'Italia: parrebbe questa la condizione già accettata da Pisapia per l’appoggio alla sua candidatura.

Ecco perché tutti devono rendersi conto di quale futuro da capitale cambogiana porterebbe a Milano e poi in tutt’Italia l’avvocato Giuliano Pisapia.
In tutta questa storiaccia chi si è sparato in un piede (questa truce espressione sembra piacere tanto alla sinistra che per almeno un paio di mesi, la utilizzerà in tutte le salse) è stato solo il PD che, contorcendosi dal dolore, deve pure fare finta di niente!

mercoledì 18 maggio 2011

A Castel del Rio finisce l’egemonia del PD

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Però quell’omissione è brutta

Tra i politici italiani c’è l’abitudine di non dire le cose che si reputano poco convenienti al proprio tornaconto politico. Questa usanza cresce, invece di diminuire, se si scende dai livelli nazionali a quelli strapaesani e finisce per allontanare coloro che vorrebbero provare quell’esperienza senza troppe mediazioni comportamentali.
Nel nostro piccolo, abbiamo sempre cercato di evitare la retorica degli omissis provando a offrire una informazione priva dei trucchi tipici di chi proviene dalla politica professionale.

Negli ultimi mesi persino nel PD casolano sembra esserci un tenue tentativo di modificare il taglio della propria informazione che di solito era apodittica e perentoria, priva del pur minimo dubbio e ricca di trionfalismo e di irruenza retorica. Ci sembrava che avessero preso corpo comportamenti meno urlati e atteggiamenti “normali” propri di chi pensa di parlare a chi ascolta e di ascoltare chi parla.
Quel giudizio, tutto sommato, lo confermiamo anche se traspare talvolta nei proclami del partito, l’antico complesso sul quale gente come Sbarzaglia e Sagrini, ma non Fiorentini ad esempio, avevano pontificato della loro superiorità politica, intellettuale e morale.

Per questo abbiamo provato un lievissimo fastidio nel constatare che nell’analisi del PD sul voto alle elezioni provinciali dalle quali è uscito molto bene e sicuro vincitore, veniva volutamente omesso il confronto con le elezioni politiche quando invece tutti i commentatori politici hanno usato soprattutto quel parametro per misurare gli spostamenti dell’elettorato.
E’ probabile che l’omissione derivi dal fatto che tra le provinciali 2011 e le politiche 2008 il PD perde l’1,94% passando dal 42,3% al 40,36 tutto abbondantemente ripreso dalle sinistre (Rifondazione e Sel) che cumulativamente passano dal 7,1% al 12,06 guadagnando un secco 5% e spostando così molto a sinistra la barra dell’orientamento politico casolano.
L’omissione è tanto più inutile perché, come si sa, il sistema del voto disgiunto nel sistema elettorale delle provincie toglie voti alla lista ma non al candidato e quindi è quasi certo che neppure ci sia quella perdita del 1,94% che è sicuramente confluita sul voto a Claudio Casadio.

Però quell’omissione è brutta perché denota un uso delle informazioni sempre e comunque subordinato all’interesse di bottega che non certifica il cambiamento in modi e in atteggiamenti che il PD si sbraccia ad accreditare rispetto al passato. Persino quando si stravince è una gran fatica allontanare da sé il vecchio che ritorna.

martedì 17 maggio 2011

Una bella sintesi del voto in Romagna pubblicata dalla Voce

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Non ci consola affatto constatare che nel confronto provinciale il centro destra casolano mantiene un relativo buon posizionamento. La sconfitta c’è stata ed è pesante

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Complimenti a Marta Farolfi eletta in consiglio provinciale anche con il nostro apporto

Complimenti sinceri al PD che nonostante il passare degli anni, il mutare degli eventi, i cambiamenti epocali che attraversano il mondo, mantiene inalterata e immutata da 60 anni la fiducia della maggioranza dei cittadini ravennati nell’operato della sinistra di governo.

Temo purtroppo che la nostra incapacità di proporre a livello locale una alternativa convincente li stia facilitando da molto, da troppo  tempo.

Ma per l’intanto, auguri Claudio Casadio e dai il meglio!

lunedì 16 maggio 2011

I risultati delle elezioni provinciali a Casola Valsenio

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                                In sintesi l’equilibrio delle forze esce così modificato:

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                                                                                                  2011

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Elezioni provinciali 2011 a Casola Valsenio

scrutinioAlla chiusura dei seggi i votanti sono stati 1.422 pari al 62,80 % degli elettori.

Nelle precedenti elezioni del 2006 i votanti furono 1.472  pari al 62,11 % degli elettori

Il dato della partecipazione al voto indica una identica consistenza nel 2011 rispetto al 2006

venerdì 13 maggio 2011

VOTA POPOLO DELLA LIBERTA’

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Farolfielezioni

Quest’anno l’asfalto va via come il pane

asfaltaturaQuest’anno è di gran moda l’asfalto. Qualche giorno fa l’avevamo buttata sul ridere nella speranza che almeno questa volta ci fosse risparmiato il ridicolo balletto dei lavori e delle inaugurazioni preelettorali. Niente da fare. E’ troppo radicata nel partitone rosso questa antica abitudine tanto da non farci mancare, a due giorni dall’apertura dei seggi, una simbolica asfaltatura di una porzione di Via Matteotti di cui nessuno vedeva l’impellente necessità al punto da non potere procrastinare - per un minimo decoro – l’inizio dei lavori a lunedì prossimo.
Questi comportamenti così infantili la dicono lunga sull’idea che questi pubblici amministratori hanno di sé e degli amministrati .

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C’è uno spettro che si aggira per l’Emilia Romagna: i grillini. E ad essere spaventato è soprattutto il PD che vede come il fumo negli occhi il movimento di Beppe Grillo che fa il pieno di giovani in tutte le piazze. I vertici del partitone rosso temono non poco la fuga delle nuove leve e il segretario regionale Bonaccini mette già le mani avanti su Rimini dove le previsioni non sono ottimistiche. Viene dato per scontato il ballottaggio poi “si proverà a vincere” dice Bonaccini. Parole impensabili fino a pochi anni fa quando la vittoria non era mai messa in discussione.

giovedì 12 maggio 2011

Venerdì 13 Maggio ore 12 a Faenza incontro con l’On Anna Maria Bernini

Cambio di programma a Faenza invece degli on.li Cazzola e Paniz VENERDI 13 maggio a Faenza nella Loggia degli Infantini, corso Mazzini incontro con l’on.le ANNA MARIA BERNINI portavoce nazionale vicario del PDL

martedì 10 maggio 2011

Neanche il provvedimento sulle spiagge piace al Governatore Errani. Invece agli operatori e alle imprese che hanno costruito la fortuna turistica del litorale romagnolo piace molto perché tutela le aziende e gli investimenti

pict007Il Decreto Tremonti è un riconoscimento del valore delle imprese turistiche della costa attraverso l’individuazione di un regolamento lineare. Ora dovremo attendere la pubblicazione della norma per leggerne l’intero contenuto, ma è chiaro sin d’ora che tale dispositivo non favorirà alcuna cementificazione, né consentirà l’installazione di eventuali recinzioni sull’arenile: l’accesso alla spiaggia resterà garantito e la tutela dell’ambiente sarà comunque assicurata dai Piani demaniali attuativi.
Qualunque polemica sollevata da associazioni ambientaliste è evidentemente strumentale e fine a se stessa, come quella del governatore Errani. Fermo restando il diritto di passaggio sulle spiagge, ha riconosciuto ai concessionari il ‘diritto di superficie’ sui terreni su cui insistono gli insediamenti turistici, ossia chioschi, stabilimenti balneari o strutture ricettive e il diritto di superficie avrà la durata di 90 anni e sarà consolidato dal pagamento annuale di un corrispettivo all’agenzia del Demanio, calcolato sulla base di valori di mercato. La spiaggia, ovviamente, resterà invece pubblica, ossia bene demaniale.
Tale provvedimento è un riconoscimento nei confronti del valore delle imprese della costa italiana che rappresentano una ricchezza per l’economia nazionale, e quel Decreto oggi ha fissato un regolamento chiaro. Sono evidentemente strumentali le polemiche di alcune associazioni ambientaliste, perché riconoscere il diritto di superficie sulle strutture turistiche esistenti non significa incentivare la cementificazione della spiaggia, né consentire l’installazione di recinzioni. E’ bene ricordare infatti che il rispetto dell’ambiente è ampiamente garantito dai Piani demaniali attuativi.
In altre parole il Decreto Tremonti non incentiva né autorizza la realizzazione di opere sulla spiaggia, ma piuttosto tutela aziende storiche, sulle quali alcuni imprenditori hanno investito centinaia di migliaia di euro. Non solo: per il nostro litorale il Decreto Tremonti rappresenta chiaramente un incentivo a investire in modo ecosostenibile, ossia garantendo la tutela dell’ambiente e del litorale, innovando ma utilizzando solo ed esclusivamente elementi leggeri e naturali.
La proprietà dei beni resterà sempre dello Stato, ma da oggi si è legittimata la prosecuzione delle imprese. A questo punto attendiamo di leggere tutto il testo del Decreto, dopo che la legge verrà pubblicata il prossimo 17 maggio, una legge che ha restituito fiducia e impulso a investire ai nostri concessionari. Il Decreto Tremonti non annulla la Direttiva Bolkestein, secondo la quale comunque tutte le concessioni, ossia i tratti di arenili, andranno a bando nel 2015. La battaglia avviata da mesi dalle imprese balneari prosegue per continuare a chiedere una deroga alla Bolkestein, ossia l’esclusione delle imprese balneari che vanno considerate una specialità e una eccellenza italiana, al fine di tutelare le aziende storiche e impedire infiltrazioni sospette dai mercati stranieri. E la reazione odierna dell’Unione Europea al Decreto Tremonti non ha fatto altro che accrescere le nostre preoccupazioni e la convinzione della necessità di attivare un’azione quanto più corale possibile per tutelare un patrimonio che non appartiene solo ai balneatori, ma appartiene a tutto il territorio per tutelare famiglie che hanno investito ogni proprio bene per incentivare il turismo e per salvaguardare centinaia di posti di lavoro.

lunedì 9 maggio 2011

Così votò Casola Valsenio il 28 Maggio 2006 nelle elezioni per la Provincia di Ravenna

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A Faenza la chiusura della campagna elettorale Venerdì 13 Maggio

 

A chiusura della campagna elettorale per le elezioni provinciali della provincia di Ravenna Venerdì 13 Maggio saranno presenti a Faenza l’on. Giuliano Cazzola e l’on Maurizio Paniz.

L’On. Giuliano Cazzola terrà nella sala Coriolano del Comune di Faenza alle ore 12,00 assieme ai candidati del Pdl una conferenza stampa sui temi del welfare.

L’On. Maurizio Paniz interverrà in serata al Caffè degli Infantini per parlare di giustizia.

Chi non si è accorto che agli scioperi politico-elettorali della CGIL, come quello di venerdì scorso, ormai partecipano solo studenti e pensionati?

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venerdì 6 maggio 2011

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Il Decreto sviluppo per il rilanciare e semplificare il sistema Italia

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Principali novità

Bonus assunzioni nel Sud.Ripristinato il credito d’imposta per le imprese che assumono dipendenti a tempo indeterminato nei territori del Sud dal 2011 al 2013: sarà di 300 euro al mese per ogni lavoratore assunto.
Scuola: assunzione 65 mila precari. Si tratta di un piano riguardante le assunzioni a tempo indeterminato dei precari della scuola, vale a dire l’immissione a ruolo di personale docente e personale ausiliario ATA. Il decreto prevede che le assunzioni siano compatibili con i vincoli di finanza pubblica e si prevedono circa 65 mila assunzioni.
Rinegoziazione mutui a tasso variabile. Viene data la possibilità alle famiglie più deboli di chiedere di rinegoziare i mutui casa fino a 150 mila euro. Si potrà porre un tetto massimo al tasso variabile del mutuo, che diventa fisso per la durata residua del mutuo. La condizione è che il mutuatario abbia un reddito Isee (indicatore di reddito fornito dall’Inps) non superiore a 30.000 euro e che non abbia ritardi nei pagamenti.
Nuovo “Piano casa” e costruzioni case. Si tratta di un piano per l’edilizia privata che agevoli la riqualificazione di aree urbane degradate. Per le regioni c’è la possibilità di approvare leggi la riqualificazione anche con demolizione e ricostruzione e sarà consentito aumentare la volumetria del 20% per gli edifici residenziali e del 10% per gli edifici non residenziali. Viene introdotto il silenzio-assenso per il rilascio del permesso di costruire (90-100 giorni o 180-200 giorni per le città oltre 100 mila abitanti).

Le misure fiscali e la semplificazione

Contabilità semplificata estesa. Per le imprese arriva l’estensione della contabilità semplificata a 400.000 euro di ricavi per le imprese aventi oggetto prestazione di servizi ed a 700.000 euro di ricavi per le imprese esercenti altre attività.
Bonus per chi investe in ricerca. Arriva il credito d’imposta per la ricerca per gli anni 2011 e 2012 nella misura del 90% della spesa aggiuntiva d’investimento.
Accertamento esecutivo e sanzioni per omessi versamenti. Per i contribuenti raggiunti da un accertamento esecutivo c’è la possibilità di interrompere l’esecutività e di conseguenza il pagamento del 50% della maggiore imposta con un ricorso con sospensiva alla Commissione tributaria. La novità riguarda anche la cancellazione delle sanzioni del 30% per versamenti omessi, ritardati o incompleti nel caso di mancato pagamento nei termini delle somme richiesta con prossimi avvisi di accertamento.
Detrazioni per carichi di famiglia. Viene introdotto l’obbligo di comunicare al sostituto d’imposta solo l’aggiornamento dei carichi di famiglia per i quali si ha diritto alle detrazioni. Cade l’obbligo di comunicare in ogni caso annualmente i carichi familiari con il modulo detrazioni.
Comunicazione per detrazioni del 36% per ristrutturazioni edilizie. Non sarà più necessario comunicare al Centro Operativo di Pescara dell’Agenzia delle Entrate l’avvio della procedura per ottenere l’agevolazione della detrazione sull’Irpef del 36% delle spese sostenute per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.

Altre novità

Carta d’identità elettronica. Non esiste più il limite d’età di 15 anni per ottenere la carta d’identità che sarà elettronica ed avrà validità di 3 anni per i minori e 10 anni per i maggiorenni.
Trattativa privata negli appalti pubblici. E’ concessa la possibilità alle stazioni appaltanti di procedere tramite il responsabile del procedimento all’assegnazione senza gara d’appalto dei lavori pubblici fino ad un milione di euro. E più precisamente ci sarà un invito rivolto a cinque imprese per i lavori fino a 500 mila euro ed a dieci imprese per i lavori fino ad un milione.
Varianti in corso d’opera negli appalti pubblici. Sono introdotti nuovi limiti alle variazioni in corso d’opera ed alle opere compensative, nel tetto massimo del 20%. Di conseguenza saranno introdotti limiti alle riserve.
Schede carburanti. E’ soppresso l’obbligo di compilare la scheda elettronica per chi paga presso i distributori di carburante con moneta elettronica, vale a dire bancomat e carte di credito.
Agenzia nazionale per la regolazione e la vigilanza in materia di acqua e misure per garantire l ' operatività del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Riforma dell'apprendistato, che mira a semplificare i contratti e ad aumentare l'occupazione giovanile, dando il via all'affiancamento di aziende convenzionate con istituzioni educative.

giovedì 5 maggio 2011

Con alterigia e prepotenza il sindaco Iseppi rigetta la richiesta di produrre un documento consiliare di indirizzi sulla viabilità rurale

Puttino prepotenteDa tempo avevamo chiesto alla giunta di sottoporre al consiglio comunale un documento di indirizzi sulla viabilità rurale: nelle nostre innocenti intenzioni doveva servire a definire un sistema di priorità poliennale negli interventi stradali frutto di una ricognizione condivisa e di una analisi tecnica accurata. In secondo luogo avrebbe dovuto fissare alcuni punti fermi sulle modalità di conferimento degli incarichi manutentivi, sul calcolo dei costi, sullo sgombero neve, sui rapporti con l’Unione. Il tutto con l’intento di darci uno strumento di programmazione chiaro e utilizzabile per l’intera durata della sindacatura.
In risposta a questa richiesta consiliare legittima e del tutto normale, la giunta, palesemente scocciata e infastidita, ha prodotto una striminzito elenco di banalità e di ovvietà amministrative del quale tutto si può dire meno che si tratti di un atto tecnico e politico di un qualche significato. (Vedi qui)

Inutile nascondere che ci siamo sentiti offesi dall’atteggiamento sprezzante, altero, prepotente del sindaco Iseppi che, ancora una volta, ha dimostrato di tenere in scarsissima considerazione le richieste dei consiglieri e di non impegnarsi affatto per consentire al massimo organo di governo e di controllo del nostro comune di esercitare con decoro ed efficacia le sue funzioni.
Comprendiamo bene le ragioni di questa netta chiusura verso un confronto che avrebbe contribuito a rendere trasparenti importanti scelte amministrative perché c’è ancora un gruppo molto ristretto all’interno del PD che determina le scelte dei lavori, le modalità degli appalti (quasi tutti ad appannaggio esclusivo di pochi noti), i benefici da distribuire ad esclusivo tornaconto politico. E’ evidente che un ingresso dei consiglieri e dei cittadini in questo collaudato meccanismo avrebbe solo prodotto intralci alle manovre di Iseppi e degli altri due o tre che decidono per tutti.
Noi non abbiamo mai sostenuto che gli amministratori casolani si siano messi soldi in tasca nel corso della loro azione amministrativa ma sosteniamo che spesso abbiano agito avendo come fine primario l’interesse del partito più di quello della collettività e che abbiano costruito un sistema legato alle operazioni di scambio consensuale utilizzando le zone grigie di un potere che detengono da oltre 50 anni.

Per questo una serio atto di indirizzi sulla viabilità rurale non è neppure stato preso in considerazione. Solo un cambiamento politico radicale consentirà in futuro una gestione della cosa pubblica limpida e lineare come purtroppo ora non è.

mercoledì 4 maggio 2011

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Nel 2014 il pareggio di bilancio dello stato italiano. Così si governa!

risparmioAprile decisivo nella riduzione del fabbisogno dello Stato, che così chiude il primo quadrimestre con un deficit inferiore di 1,9 miliardi rispetto allo scorso anno, con i conti perfettamente in carreggiata verso l’obiettivo di un rapporto deficit/pil al 3,9%, che è il valore indicato da tempo da Tremonti e certificato nel Documento di economia e finanza del governo. In totale nei primi quattro mesi il deficit si è attestato a 40,1 miliardi (erano poco meno di 42 miliardi nel 2010), ma la vera differenza l’ha fatta l’ultimo mese: in aprile infatti il fabbisogno si è fermato a 8,8 miliardi, con la bellezza di 6 miliardi in meno rispetto all’anno precedente.

Dati che il ministero dell’Economia commenta così: “Un miglioramento che è da attribuirsi ad un buon andamento del gettito fiscale, ad una minore spesa per interessi e ad una contenuta dinamica dei pagamenti, in particolare per le amministrazioni territoriali”.

Il buon andamento del gettito fiscale è confermato dai dati riguardanti i primi due mesi dell’anno, che segnalano una crescita degli incassi del 3,8%, frutto di una variazione positiva del 5,4% delle imposte dirette e dell’1,6% di quelle indirette. Tutto dunque procede nella giusta direzione per arrivare, secondo le stime contenute nel Documento di economia e finanza, alla progressiva riduzione del rapporto debito/pil, prima al 116,9% nel 2013 e poi al 112,8% l’anno successivo.

Il pareggio di bilancio è previsto per il 2014 e passa attraverso la manovra da 35 miliardi che, ha già precisato Tremonti, non riguarda questo biennio ma il successivo.

Al momento non sono alla vista particolari criticità, ad eccezione dell’imprevisto costituito dalla maggiori spese militari per la missione in Libia, per le quali si dovranno studiare, ma senza affanno, le opportune coperture.

lunedì 2 maggio 2011

Vengono i brividi a pensare cosa sarebbe successo al debito pubblico italiano se avesse governato la sinistra

Il postoIl governo supera l’esame dei conti pubblici: l’Italia è uscita dalla crisi con un aggravio del debito pubblico (tra il 2009 e il 2010) di meno di tre punti, metà delle media dell’Eurozona e molto meglio di altri grandi Paesi come la Germania e la Gran Bretagna. Secondo i dati Eurostat, infatti, il deficit tedesco è cresciuto di ben 319 miliardi (dal 73,5% all’83,2% del Pil) salendo così in termini assoluti a 2.080 miliardi, sorpassando a tutto gas quello italiano e diventando il terzo deficit pubblico lordo più alto del mondo, naturalmente in valore assoluto e non percentuale. Anche il debito della Gran Bretagna è salito dal 69,6% all’80%.

Inoltre, durante la crisi, molti paesi hanno accumulato le cosiddette “passività contingenti”: cioè quelle garanzie ed emissioni a favore delle banche che per il momento non sono considerate deficit pubblico ma che potrebbero diventarlo in futuro, anche soltanto in parte, se le cose dovessero andare storte. In Germania valgono il 9% del Pil. L’Italia, per inciso, non ha “passività” di questo tipo.

D’altronde quest’anno l’Italia sarà l’unico paese del G7 a presentare un avanzo primario (0,2 per cento del Pil). Tutti gli altri Stati, invece, dopo i già disastrosi 2009-2010, avranno ancora dei deficit primari, nella maggior parte dei casi assai consistenti, come ad esempio gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. Qualche giorno fa è arrivato l’“ok” ai conti pubblici italiani da parte del Fondo Monetario Internazionale.
Il Fondo ha anche espresso apprezzamento sul lavoro fatto dal governo circa la spesa pubblica, che nel 2011 si attesterà al 49,8 per cento del Pil, in calo rispetto al 50,5 registrato lo scorso anno.
La tenuta del debito pubblico si conferma uno dei fiori all’occhiello fra i tanti successi del governo Berlusconi.

La clandestinità è sanzionata in tutta Europa ma per la corte di giustizia europea l’Italia non deve ricorrere alla reclusione. Ma perché, senza tanti cavilli giuridici, agli altri paesi è consentito?

immigrazioneLa sentenza della corte di giustizia europea secondo cui l’Italia non può punire con la reclusione i clandestini che non rispettino l’ordine di abbandonare il Paese è poco comprensibile. Ha giustamente dichiarato il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, “Rischiamo di non poter più adottare le misure delegate ai sindaci, ai tutori dell’ordine, alla magistratura. Perché sempre e solo noi, quando altri paesi vanno molto meno per il sottile?”.

Ecco come viene perseguito il reato di clandestinità nei principali Stati membri della Ue, quando uno straniero entra o soggiorna nel Paese senza i necessari documenti richiesti dalla legge, oppure vi resti oltre il termine previsto dal suo visto d'ingresso.
Francia. Reclusione di un anno e ammenda di 3.750 euro. Prevista anche la possibilità di vietare al condannato l'ingresso o il soggiorno nel Paese per una durata non superiore a tre anni.
Germania. Sanzione pecuniaria e, in alternativa, un anno di reclusione. Quest'ultima può arrivare fino a tre anni nei casi piu' gravi, come quello in cui ci sia recidività del reato.
Regno Unito. L'Immigration Act prevede che nei confronti dei clandestini il giudice proceda con rito sommario. Le pene previste sono una multa fino a 5000 sterline e la detenzione fino a sei mesi. Pene maggiori sono riservate a chi facilita il transito degli irregolari e la tratta delle persone.
Spagna. Sono previste solo sanzioni amministrative, la cui entità viene stabilita in base alla gravità del reato.
Belgio. Reclusione fino a tre mesi.
Danimarca. Reclusione fino ad un anno oppure una multa.
Grecia. Almeno tre mesi di reclusione oppure una multa.