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lunedì 19 marzo 2012

Il rigore va bene, ma questo accanimento non ha senso

pictLa nuova Imu, la tassa sugli immobili che ha sostituito la vecchia Ici, rischia di passare alla storia come la tassa sui maiali e sulle vacche (e pure sulle galline). Perché non ci sono solo le prime e le seconde case (e a maggio gli italiani se ne renderanno finalmente conto), ma la tassa del governo Monti si applica anche ai fabbricati rurali e alle aziende agricole. E quindi alle stalle, agli allevamenti di mucche, alle porcilaie. L’agricoltura, un settore già in crisi, con questa mazzata rischia seriamente di ricevere il colpo finale.

Per le aziende agricole di piccole dimensioni si parla di un esborso di circa 1.000€, mentre per quelle più grandi si può arrivare a pagare anche decine di migliaia di euro. Coldiretti Lombardia ha stimato che su un allevamento da latte con 150 animali in stalla, 13mila quintali di quota e 60 ettari coltivati, l’Imu avrà un impatto stimato di 4.500 euro. Per un allevamento di suini con 7mila capi e 120 ettari coltivati il costo della nuova tassa sarà di circa 6mila euro.

Tutte le organizzazioni del settore hanno lanciato l’allarme:
Quintuplicare la tassazione in agricoltura significa mettere fuori mercato piu’ di 200 mila imprese. Per tale motivo chiediamo di rivedere l’impatto dell’Imu, dal momento che l’imposizione fiscale anche sui fabbricati rurali, strumentali all’attivita’ di coltivazione o di allevamento, e’ una profonda iniquita’, che non trova giustificazione alcuna. Per questo diciamo un fermo ‘no’ all’Imu cosi’ com’e’ posta.

Il rigore va bene, ma questo accanimento non ha senso. Anche perché produce solo danni.

giovedì 16 giugno 2011

Finalmente anche Casola ha la sua filiera corta, anzi cortissima.

mercato del contadinoGli scandali, veri o presunti che siano, sulle manipolazioni e le contaminazioni di prodotti alimentari di uso quotidiano inducono i consumatori a ricercare sempre più la sicurezza alimentare.
In una società in cui si spende sempre più per tecnologia e credo anche per il superfluo, non si può risparmiare e lesinare sulla sicurezza alimentare, in primis, ma anche in senso lato.
Ritengo giusto che una amministrazione si impegni per fornire ai sui cittadini la possibilità di poter scegliere e poter decidere sulla sua sicurezza. Come ritengo altrettanto corretto impegnarsi per dare la possibilità di fare reddito a chiunque ne abbia i requisiti e la volontà.

La consulta agricola è stata convocata dall'assessore di riferimento, Caroli, ad inizio d’anno, intenzione dell' assessore era quella di creare un regolamento ed un " mercato del contadino" sulla falsa riga di quello di Faenza.
Come presidente ho partecipato ed ho espresso un'opinione favorevole al progetto, ma ho anche concordato con Stefania Malavolti, quando ha sottolineato che una delle finalità principali del regolamento doveva essere quella di dare sicurezza , trasparenza, ma innanzi tutto garanzie ai potenziali acquirenti.
Forte della sua esperienza nei vari mercati, ma soprattutto in quello di Faenza, Stefania ha evidenziato come troppe volte ci siano piccoli produttori con una enormità di prodotti e di varietà, che in alcuni casi, si sono rivelati al limite della regolarità, andando sia a discapito dei consumatori ma anche della credibilità del mercato e dei produttori stessi.
Nella serata si provò a fare "la conta" di chi fossero i produttori interessati, del luogo e degli orari più indicati, delle possibili soluzioni per dare visibilità al progetto. Emerse subito che non c'era un numero congruo di produttori per realizzare un mercato, anche ridotto, ma in grado di offrire una buona varietà di prodotti e indurre la gente a venire o fermarsi al mercato del contadino di Casola.
Si ipotizzò, come causa di questo numero ridotto di interessati che non ci fosse stata una adeguata concertazione con gli organi preposti e con gli agricoltori stessi.
Concertazione che doveva sia individuare il luogo più adatto che l'orario ( durante la riunione si accennò alla domenica mattina in una delle due piazze, preferibilmente quella Oriani per una questione di visibilità di passaggio). Ma non solo. Si convenne che per avere un buon mercato si dovevano mettere dei paletti seri e fissi al regolamento. Paletti che andavano dalle caratteristiche dei prodotti, ai requisiti dei produttori, passando dal sistema di controllo interno al mercato fino alle " sanzioni" previste per i trasgressori.
La serata si concluse con l'invito all'assessore da parte della consulta a fare il possibile per realizzare il mercato avviando quel coinvolgimento che era mancato sino ad allora e ricercando anche possibili sbocchi" pubblicitari" per avere più visibilità , indicando Il Parco della vena dei gessi e la società d'area i soggetti principali.

Dopo alcuni mesi, alla fine di maggio, l'assessore mi ha contattato per la disponibilità ad una nuova riunione della consulta sul mercato agricolo, che ho dato senza problemi. La riunione però non è stata convocata non so per quali problemi. La prima domenica di giugno, come molti avranno notato, è partito il " mercato del contadino" con cartelloni provvisori e nessuna pubblicità riguardante il regolamento.
Questa cronistoria serve a fare un po’ di chiarezza su come è nato il "mercato del contadino" di Casola Valsenio. Mercato che, come i funghi della spiga, è nato senza preavviso, in tarda primavera ed in un luogo, quantomeno, inaspettato.
Come presidente della consulta, ma innanzitutto come agricoltore, credevo fosse stata chiara la richiesta fatta all'amministrazione. Devo però constatare che - come avvenuto tante, troppe volte - i diretti interessati non sono stati chiamati in causa, o meglio, pochi hanno deciso chi erano i soggetti interessati, pochi hanno deciso quali devono essere le regole a cui tutti devono sottostare. Regole che avevamo chiesto venissero pubblicizzate per dare quel valore aggiunto di sicurezza e trasparenza che un mercato di eccellenza deve avere per distinguersi della massa.

Dopo queste considerazioni ringrazio il sindaco e l'amministrazione per aver creato "il mercato del contadino" ed aver così "completato un altro impegno elettorale", sottolineando che nessun merito ha la consulta agricola, citata in vari articoli apparsi sulla stampa locale e nel sito istituzionale, non per demeriti ma per mancata consultazione.
Mi permetto, inoltre, di dare al Sindaco un parere del tutto personale e di ricordargli che ha totalmente disatteso il regolamento della consulta agricola, che la vede come anello di confronto e dialogo fra le parti, ed anche di non potersi più dichiarare sindaco di tutti, perché non tutti gli agricoltori casolani sono stati invitati a partecipare al mercato agricolo.

Mirko Giacometti
Presidente della Consulta Agricoltura
del Comune di Casola Valsenio

mercoledì 16 febbraio 2011

Semplificare anche in Emilia Romagna le concessioni per l’edilizia rurale

pict004Semplificare la procedura per la richiesta di concessione edilizia ai Comuni da parte degli imprenditori agricoli, rifacendosi alla legislazione nazionale che ritiene sufficiente che sia fornito da parte degli agricoltori un certificato Inps, con cui viene accertata l'iscrizione ai fini previdenziali e assistenziali del coltivatore/imprenditore, senza dover ricorrere necessariamente al certificato che attesta che il richiedente rivesta la qualifica di I.A.P., vale a dire 'coltivatore diretto e imprenditore agricolo professionale'.
La richiesta arriva tramite un'interrogazione dal consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni il quale ha raccolto le numerose segnalazioni che arrivano dal mondo agricolo imprenditoriale. Diversi sono infatti i coltivatori diretti che ritengono le procedure per avere le concessioni edilizie complesse e burocraticamente da snellire, anche e soprattutto per accorciare i tempi.
Il certificato che dimostra la qualifica di I.A.P. viene rilasciato dai Servizi provinciali per l'agricoltura ed è necessario ad ottenere l'esonero dagli oneri di urbanizzazione per le costruzioni in zona agricola. Con la risoluzione 36/E dell'Agenzia delle Entrate - direzione centrale, normativa del 17 maggio 2010, con oggetto 'Consulenze giuridiche - agevolazioni in materia di piccola proprietà contadina', che a sua volta rimanda a tutta una serie di norme nazionali spiegate nel dettaglio nell'interrogazione di Bazzoni, ai fini del riconoscimento del regime agevolato non si ritiene più necessario fornire la certificazione per la qualifica di I.A.P. "Si potrebbe supporre - dice il consigliere regionale - che lo stesso possa valere anche per gli uffici comunali competenti".
Alla Giunta di viale Aldo Moro, Bazzoni chiede se "sia a conoscenza delle richieste che vengono dal mondo agricolo", se "ritiene condivisibile la richiesta di semplificazione" e, infine, "se non intenda intervenire con una direttiva a carattere regionale, per far sì che i Comuni, nel caso di concessione edilizia a coltivatori/imprenditori agricoli, richiedano semplicemente di produrre il certificato INPS con attestata l'iscrizione ai fini previdenziali/assistenziali".

lunedì 10 maggio 2010

Il presidente della Consulta Agricoltura del Comune di Casola Valsenio, Mirko Giacometti, fa il punto sul ruolo della Consulta e offre un proprio importante contributo al dibattito per lo sviluppo del territorio

Uva Ho letto con stupore alcuni “pezzi” sull’insediamento della consulta agricola, di cui faccio parte come presidente, e ritengo doveroso fare alcune precisazioni.
La settimana scorsa Riccardo Isola, ufficio stampa del comune, mi ha inviato alcune domande riguardanti la consulta agricola e l’agricoltura in generale alle quali ho dato risposta ,a mio modo, e dalle quali lui ha estratto alcune parti per farne articoli apparsi sulla stampa locale.
Ritengo sia scorretto fare delle domande e riportare solo alcune parti delle risposte senza, tra l’altro, dirmi nulla. Riporto integralmente le risposte inviategli credendo che il senso delle mie risposte sia differente dal “riassunto” fatto dal giornalista.
Un’ultima cosa, per rispondere a Iseppi che ha replicato alle mie risposte, personalmente non ritengo che ne io ne la consulta si debba sostituire al ruolo delle associazioni agricole nella mediazione con l’ente Parco, inoltre, una spesa corrente di 400mila euro non mi sembra sicuramente una gestione “leggera”.

1) Chi fa parte della consulta e con quali ruoli
La consulta è formata dai rappresentanti delle associazioni agricole, della caccia, della cooperazione e dei gruppi consiliari. Il vicesindaco ha provveduto, durante la prima adunata utile, ad eleggere il presidente, nella mia persona ,come vicepresidente Tronconi Marco e Malavolti Stefania come segretario. Della consulta avrebbe dovuto far parte anche un rappresentante del mondo speleologico ma non sono pervenuti nominativi.
2) Quali sono le priorità che cercherete di affrontare e discutere in questo tavolo consultivo
L’agricoltura, ovviamente, sarà il perno del nostro impegno. Cercheremo di porre, all’attenzione dell’assessore di riferimento, i problemi legati non solo all’agricoltura intesa come attività produttiva ma anche come strumento per il monitoraggio costante e la salvaguardia del territorio.
3) Il ruolo dell'agricoltura per Casola, prospettive e idee che vorrete affrontare
Ritengo fondamentale il ruolo dell’agricoltura per tutto il territorio, in particolar modo per le zone collinari e/o montane. Un’ agricoltura di qualità può fungere da volano per tutti i settori economici . Il primo progetto cui stiamo lavorando, in appoggio all’assessore Caroli, è la creazione e l’avvio del “mercato del contadino”, realtà che in altri centri limitrofi (Faenza per citarne uno) ha dato ottimi risultati. Altro obiettivo che cercheremo di portare avanti è la creazione di una collaborazione, più ampia possibile, tra gli agricoltori e l’amministrazione comunale per quel che concerne la manutenzione ordinaria della viabilità rurale (spalatura della neve, sistemazione fossi, taglio dell’erba). Credo che, se gestita e impostata bene, questa collaborazione porterebbe un risparmio per le casse comunali e un’entrata aggiuntiva per gli agricoltori, considerato anche che i residenti avrebbero una tempestività d’intervento migliore e una spesa dovuta agli spostamenti inferiore. Ultima, ma non per importanza, è la gestione e la cura del territorio in cui l’agricoltura e l’agricoltore non possono che essere attori protagonisti.
4) I problemi che vive l'agricoltura collinare e pede-montana. Cosa chiedete ai "piani alti" della politica
Personalmente ritengo che chi ci governa, ad ogni livello,sappia di cosa necessita un settore così importante ma anche bistrattato per una ripresa difficile ma possibile. Per citare i primi che mi vengono in mente: semplificazione della burocrazia, aumento delle infrastrutture, riconoscimento del valore reale che l’agricoltura ricopre nel territorio. Continuamente si parla di turismo per il rilancio dell’economia, giustamente, ma i turisti che vengono a Casola cosa vedrebbero se l’agricoltura abbandonasse il territorio?
5) Il parco rientra in modo determinate in questa nuova fase di sviluppo che il territorio quali idee vi siete fatti anche alla luce dell'esposizione del direttore avvenuta pochi giorni fa
Il direttore del parco, sig. Costa, nella serata del 14/04/10 ci ha illustrato, a grandi linee, il bilancio preventivo-programmatico 2010-2012 e il piano investimenti per il triennio.
Purtroppo, per l’agricoltura ed il territorio, chi ha deliberato il bilancio non ha tenuto in nessuna considerazione ne l’agricoltura all’interno del Parco, e dei comuni che ne fanno parte, ne del territorio che è il Parco. Per quel che riguarda la parte corrente si nota una previsione di spesa doppia rispetto al bilancio 2009 pari a circa 400mila euro mentre per gli investimenti si utilizzano 1,6 milioni di euro. Quello che è emerso nella serata è che per l’agricoltura si spendono non più di 50mila euro pari a circa 4% del totale mentre le spese per la promozione turistica e “l’adeguamento delle strutture” assorbono più del 50%. Dal punto di vista agricolo ogni commento è superfluo, non dimenticando che il territorio su cui ricade il Parco è per circa l’83% di privati, per la maggior parte agricoltori,e che all’ interno dello stesso è attiva la più grande cava di gesso a cielo aperto d’Europa poco compatibile con la salvaguardia del territorio punto primo degli obbiettivi della legge istitutiva del Parco.

Mirko Giacometti