giovedì 9 settembre 2010

La caldaia a cippato collocata dentro la scuola rappresenta la scelta migliore per la nostra comunità?

energ_biomassa I dubbi che il “progetto cippato” ha creato nella comunità dal suo avvio sono molteplici. Ogni variazione ha posto nuovi e vecchi problemi, affrontati da chi ha a cuore la salute dell’aria che respira, cercando di fare chiarezza, o di farsi chiarire da persone più competenti, i vari problemi e le eventuali alternative.

Nella serata del 26 luglio, nella sala consigliare, si è tenuto l’ennesimo confronto-illustrazione sulla caldaia, la sua ubicazione, gli effetti che la realizzazione comporta sulla comunità. Ero tra i pochi presenti e posso tranquillamente affermare che “ l’argomento più scottante” è stata la possibile pericolosità di tale impianto nel plesso scolastico e non il costo. A conferma di ciò, la prima domanda rivolta al sindaco, e ai rappresentanti di Senio Energie, è stata fatta da Gianni Poletti, responsabile della sicurezza dell’istituto comprensivo.

Io partirei proprio da questa valutazione:
- la caldaia a cippato , “con il suo comignolo posto oltre all’altezza del tetto delle scuole”, è la soluzione più sicura per la salute dei nostri figli?
- gli abitanti di Casola (considerando che le scuole si trovano nella zona centrale del paese) potrebbero avere ricadute negative sulla salute?

Ho espressamente rivolto al sig. Montuschi queste domande ma la risposta è stata lacunosa e, a dir poco, confusa.
Mi sono “informato”, mi sono riletto l’articolo di Lanzoni sullo Spekkietto del 2009, riguardante la ricaduta delle polveri sottili a terra, ed ho avuto un interessante colloquio con il prof. Menetti, casolano di adozione, che mi ha illustrato i pericoli per la salute derivate dalle polveri sottili.
Le PM10 costituiscono il particolato che si crea in qualsiasi processo di combustione e che si libera nell'aria. Vi sono combustioni con più o meno concentrazione di PM 10 e la combustione di materiale legnoso costituisce uno dei procedimenti che maggiormente contribuisce alla concentrazione delle polveri in oggetto.
Tali polveri sono oramai da qualche tempo riconosciute responsabili di varie patologie, soprattutto croniche, a carico dell'apparato respiratorio tanto da essere oggetto di monitoraggio da parte dei vari organismi di tutela ambientale istituiti a livello  regionale ( ARPA ).
Quello che credo debba essere sottolineato è che oltre le polveri di calibro maggiore ( le PM 10 ) altre polveri di calibro inferiore (PM 5 e PM2,5) sono emesse nell'atmosfera dopo la combustione.
Tali polveri ultrasottili sono quelle che non si depositano nei segmenti di albero bronchiale più grossi di chi le respira perché, per le loro dimensioni, sono trasportate dall'attività' respiratoria, sino alle diramazioni più periferiche (i bronchioli e gli alveoli polmonari).
In tale maniera (similmente ai gas) taluni ipotizzano un passaggio diretto al sangue, anche perché i bronchioli terminali non hanno (o l'hanno in misura inferiore) le stesse capacità di depurazione del particolato dei segmenti di calibro maggiore.
E' intuitivo quindi dedurre che a questo livello le polveri ultrasottili producono i maggiori danni.

Quanto ciò descritto inoltre avviene in misura maggiore se il soggetto sia in età pediatrica, per la maggiore frequenza di attività respiratoria che ha il bambino in genere.
Nel caso delle PM 10 , si sa per certo che costituiscono un  elemento non salutare dell'aria e che va monitorato .
Poco è fatto (anche perché i margini operativi relativi all’'abbattimento sono scarsi) sulle polveri di più piccolo calibro. Nel nostro caso, la caldaia a cippato non prevede filtri che trattengano tali particolati e non ne consente neppure una istallazione futura in quanto ne limiterebbe la combustione stessa.

Passiamo poi all’inquinamento da CO2, è indubbio che il cippato sia meno inquinante del petrolio, ma del metano?
Quando si definisce “ a zero” il bilancio della Co2 prodotta dalla combustione del legname, si fa riferimento a materiale tagliato e bruciato in un raggio di 10 Km, senza cioè considerare la CO2 prodotta dalla cippatrice per preparare il cippato, e avendo cura di fare la centrale termica molto vicino al luogo di produzione del legname stesso. In realtà, come tutti sanno, le piante consumano CO2 durante la loro vita, per questo motivo, quando vengono bruciate, la CO2 che emettono è pari a quella che hanno consumato da “vive”. Ora, non bruciandole si avrebbe un saldo Co2 nettamente positivo anche lasciandole decomporre naturalmente.
Il cippato prodotto con “ arbusti, rami caduti, tralci tagliati” non sarebbe sicuramente “cippato di alta qualità” essendo materiale vegetale “verde” e quindi con un contenuto di umidità notevolmente superiore al 20%.
Inoltre con un consumo previsto di circa 600 Ql annui e un prezzo già fissato in 6,5 euro *Ql.”la ricaduta economica della filiera corta “ sarebbe ben poca cosa per gli agricoltori casolani.

Appurato che il cippato non ha nessun vantaggio, a livello salutare, rispetto al metano proviamo ad addentrarci nell’aspetto economico.Il progetto di Senio Energia prevede l’installazione di una caldaia a metano, di pari potenza, del costo di circa trentamila euro, da utilizzare nell’eventualità che quella a cippato si blocchi o che abbia bisogno di manutenzioni straordinarie, in sostituzione di quella a gasolio.
Il comune, se cambiasse la vecchia caldaia a gasolio,direttamente, spenderebbe trentamila euro più l’installazione. Avrebbe un risparmio immediato nella quota combustibile, poiché con il metano, si spende il 64% (fonte centro consumatori.it) rispetto al gasolio, per cui l’ammortamento della spesa sarebbe in circa sei anni, considerando la rata di 23 mila euro che si è impegnata a rimborsare il comune a Senio Energia, calcolata in base alla spesa media degli ultimi tre anni che ha sostenuto con il gasolio.

Come casolano, ma ancor più come genitore, attendo con interesse le risposte che il sindaco darà all’interrogazione della minoranza, sperando di non essere l’unico con qualche preoccupazione e dubbi sul progetto. Quindici mesi fa, quando il posizionamento era in prossimità della palestra, si schierarono contrari vari soggetti, manifestando diverse perplessità a cui,almeno pubblicamente, non è stata data risposta. Ora tutto tace, perché?
Rispetto la posizione di Albonetti, ma se mi è permesso, sarei stato più tranquillo se, nell’avvallare la scelta fatta dall’amministrazione, avesse espresso un parere scientifico, da ricercatore del CNR, e non politico, da capogruppo della maggioranza.

Mirko Giacometti

Nessun commento:

Posta un commento