Visualizzazione post con etichetta Provincia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Provincia. Mostra tutti i post

venerdì 4 maggio 2012

Il Pdl accelera sulla provincia unica tra Rimini Ravenna Forlì Cesena. Probabilmente è un’idea più attuabile di quella della Regione Romagna

provincia

“Alla dignità politico-amministrativa e territoriale di un popolo si preferiscono sempre interessi e logiche di partito e vengono stroncate sul nascere tutte le serie proposte autonomistiche che sollevino la Romagna dall’asse Bologna-Modena”.
Dice così Gianguido Bazzoni, consigliere regionale del Pdl, che è intervenuto ieri sul tema della provincia unica sollevato dall’onorevole Giancarlo Mazzuca. Unendo le tre province della Romagna, dice Bazzoni, “si creerebbe un’entità politico-amministrativa con un grande peso specifico, in grado di dialogare alla pari con Bologna e si verrebbe incontro alla necessità impellente di un riordino istituzionale”.
La strada, tuttavia, è complicata. “Il taglio delle province è un tema che portavamo avanti già dai tempi di Forza Italia con poco successo visto l’alt della Lega Nord e la titubanza di tante forze politiche - commenta il consigliere regionale - Le mosse del Governo Monti per trovare una soluzione al problema non sembrano portare nella direzione dell’abolizione ma in quella degli accorpamenti per ridurne il costo e razionalizzare l’assetto istituzionale in vista anche delle città metropolitane che interesseranno i centri maggiori del paese”.
Ma la Romagna è un ambito naturale per gestire le sfide del futuro (economia, sanità, aeroporti, università, infrastrutture), e l’area vasta è una scommessa sulla quale è necessario puntare.

lunedì 19 dicembre 2011

Dopo 15 anni arriva la rotatoria

3Dalle ore 9 di sabato 17 dicembre è stata modificata la viabilità in prossimità del casello autostradale di Faenza, per consentire il completamento dei lavori di realizzazione della rotatoria. Il traffico che interessa le strade provinciali n. 8 "Naviglio Sud" e n. 72 "San Silvestro" sarà incanalato all'interno della nuova rotatoria. Il tutto sarà regolamentato da segnaletica di cantiere fino al completamento delle opere, previsto entro il termine contrattuale del 16 marzo 2012

Ma quanto sono costati ai cittadini le migliaia di incidenti stradali, piccoli e grandi causati dalla viabilità scriteriata colpevolmente mantenuta in prossimità del casello autostradale di Faenza?
Naturalmente gli ex amministratori comunali e provinciali non devono rispondere di nulla. Come sempre.

giovedì 8 dicembre 2011

Ci hanno fregato ancora: non tagliano le Province. Monti aveva promesso lo zuccherino ma Napolitano congela l'eliminazione delle giunte. Era l'unico taglio alla Casta previsto dalla manovra

ohooooooMonti aveva promesso l'eliminazione delle province, anzi aveva fatto di più: aveva previsto il taglio degli enti locali prevedendo per il 2013 un risparmio di circa 65 milioni ma Napolitano ha salvato ancora per un bel po' la poltrona degli attuali presidenti delle Province.

Monti ci aveva provato a mettere a dieta la politica, ma il tutto si è scontrato con l'operato del Quirinale. Nell'idea di Monti i consigli e le giunte sarebbero dovute decadere entro il 30 aprile prossimo: nella prima versione della manovra c'era una data precisa che fissava la decadenza degli attuali consigli e le giunte con la ricostituzione di nuovi consigli non più eletti ma nominati dai consigli comunali della provincia.

Dopo l’intervento del Quirinale invece la norma affida a una futura legge ordinaria, ancora tutta da scrivere, le modalità di decadenza delle attuali giunte e consigli. In pratica è come se la norma taglia province non fosse mai stata scritta.

martedì 6 dicembre 2011

I politici di professione strepitano come polli spennati, ma il provvedimento di Monti che “abolisce” le province è giusto e coraggioso

ProvinciaLa mannaia meritoriamente calata da Monti sulle Province lascerà a piedi un bel po’ di nomenclatura politica.. In base a quanto si legge nel decreto legge approvato dal consiglio dei ministri gli attuali organi (giunte e consigli) decadranno automaticamente al più tardi il 30 novembre 2012.
Prima considerazione: era ora.
Seconda considerazione: finalmente un provvedimento che diventa operativo subito e in tempi certi, non rinviandolo alla consiliatura successiva.
Terza considerazione: avremo un bel po’ di casta a spasso che cercherà di riciclarsi in altri enti e altri luoghi.
Insomma, anche se per adesso le province non verranno eliminate, la manovra del governo ridimensiona fortemente il loro ruolo, tanto che l’Upi (Unione province italiane) ha subito parlato di ”provvedimento anticostituzionale” e chiesto l’intervento del presidente della Repubblica.
Quello delle province è un tema importante, tanto che è stato proprio il presidente del Consiglio, Mario Monti, a parlare della novità nel suo discorso agli italiani per illustrare il ”salva Italia Non è nostro potere abolire le province nel decreto odierno”, ma nel provvedimento abbiamo ”profondamente modificato le province: abbiamo eliminato le giunte provinciali e c’è una drastica riduzione del numero consiglieri”, ha spiegato il premier prima di entrare nel merito delle misure del decreto legge. Anche il comunicato del Consiglio dei Ministri spiega che ”le Province vengono riportate alla funzione di organi di indirizzo e coordinamento. Vengono abolite le giunte, ridotti a 10 i consiglieri provinciali, e ridotte drasticamente le spese in funzioni già svolte da altri enti territoriali.
Monti ha aggiunto che pur non avendo il potere di cancellare le province saranno assecondate le ”iniziative di legge costituzionale che vadano in questo senso”. In pratica, ha aggiunto, i consigli provinciali avranno solo 10 componenti eletti dal territorio. Vengono quindi eliminate le giunte provinciali e viene attuata una drastica riduzione del numero dei consiglieri. Gli organi previsti vengono riportati al ruolo di governo intermedio, con funzioni di servizio e coordinamento nei settori che saranno disciplinati con leggi statali e regionali. ”Il provvedimento, nei termini in cui lo ha illustrato il Presidente Monti, è palesemente anticostituzionale”, è stata la pronta replica dell’Unione province italiane, Giuseppe Castiglione: ”Altro che dialogo e confronto. Il Presidente Monti dimostra di non avere alcun rispetto per le istituzioni della Repubblica e smentisce quanto ci aveva dichiarato domenica nell’incontro farsa prima del Consiglio dei Ministri. E’ evidente che con questo atto si apre un duro conflitto istituzionale, di cui certo il Paese non ha bisogno”.
”E’ un provvedimento palesemente anticostituzionale. Facciamo appello al Presidente della Repubblica, perché vigili attentamente, prima di firmarlo, il rispetto della Costituzione vigente. Tra l’altro, ridurre il taglio dei costi della politica alla cancellazione delle giunte e alla riduzione dei consigli provinciali è ridicolo, e dimostra un pressapochismo e una impreparazione che da un Governo tecnico davvero non ci saremmo aspettati”, ha concluso Castiglione. In termini di ”tagli” economici, invece, secondo l’Upi la manovra prevede una riduzione nel 2012 pari a un miliardo e 300 milioni di risorse in meno, tra tagli diretti (550 mln) e la non erogazione de recupero dell’addizionale energia elettrica assegnato alle Province (800 mln).

giovedì 13 ottobre 2011

Casadio non si vuole fare mancare niente: parte subito con il massimo aumento possibile in barba agli orientamenti dell’UPI (Unione Province Italiane)

pict003

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ha fatto proprio il contrario di quello che aveva consigliato l’Unione delle Province

Caro Presidente,
il recente Documento di Economia e Finanza – DEF - presentato dal Governo lo scorso mese di aprile contiene le analisi e le tendenze della finanza pubblica per il prossimo periodo. In particolare viene chiaramente indicato, quale strumento per il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2014, il prossimo varo di una manovra finanziaria dal valore di circa 2,4 punti di pil ovvero circa 40 miliardi di euro.
Tale significativa correzione dei conti pubblici peserà, presumibilmente, in maniera assai considerevole anche sul sistema delle regioni e degli enti locali che, come è noto, hanno subito un importante intervento di riduzione di risorse già con il decreto legge n. 78/2010.
In tale contesto, come certamente saprai, il 27 maggio scorso è entrato in vigore il decreto legislativo 6 maggio 2011 n. 68 recante autonomia di entrata per le Province. Nello specifico l’art. 17 reca la possibilità, fin dal 2011 di variare fino a 3,5 punti percentuali l’attuale aliquota dell’Imposta sulla RcAuto (pari ora a 12,5%), attraverso delibera di giunta ed approvazione o variazione di bilancio.
Nel merito mi preme sottolineare come il repentino ricorso a tale strumento di finanziamento, pur nelle estreme difficoltà in cui versano gli enti a causa dei vincoli del patto di stabilità e soprattutto a seguito dei tagli ai trasferimenti operati dal dl 78/10, sebbene appaia potenzialmente una interessante opportunità, rischia di rivelarsi un passaggio rischioso per le Province soprattutto in ordine alla indeterminatezza, ancora tutta evidente, del quadro complessivo della finanza provinciale così come definito dal dlgs 68/11.
Segnalando infatti che un incremento di gettito si registrerà con il decreto che il Ministero dell’Economia dovrà emanare entro fine giugno relativo alla soppressione della tariffa fissa dell’IPT per gli atti soggetti ad Iva (e sul quale l’UPI ha già sollecitato formalmente il Ministro per una rapida adozione del provvedimento), occorre riflettere che ad oggi non è ancora possibile identificare con una sostanziale chiarezza come si realizzerà il percorso che porterà alla individuazione dell’aliquota della compartecipazione provinciale all’Irpef, né come verrà delineato e perfezionato il fondo sperimentale di riequilibrio di cui all’art. 21 che questa compartecipazione alimenta. Ed ancora: il percorso di definizione dei fabbisogni standard per le funzioni fondamentali, che incidono direttamente sul riparto del fondo di riequilibrio e del fondo perequativo, si compirà solo nel 2013.
Anche sul versante della trasformazione dei trasferimenti regionali in compartecipazione alla tassa automobilistica regionale ad oggi non vi è una direzione chiara di operatività, essendo tutta l’attuazione del Capo II del dlgs 68/11 prevista secondo scadenze successive da qui ai prossimi 12/24 mesi.
In tal senso mi preme ribadire che l’utilizzo della leva tributaria sulla imposta RcAuto in un contesto ancora assai poco definito rischia di originare non solo effetti controproducenti dal punto di vista politico, ma soprattutto inutili dal punto di vista finanziario, essendo previsto anche un intervento, a breve, sull’IPT.
Certo che comprenderai il senso di questa mia nota, Ti ringrazio per l’attenzione e Ti invio cordiali saluti.
Giuseppe Castiglione
Presidente UPI

martedì 19 luglio 2011

Ravenna è la provincia con il maggiore disavanzo in Emilia Romagna

Nonostante sia una delle province meno popolose della Regione, Ravenna svetta nella classifica di quelle che spendono più di quanto incassino. Il disavanzo delle provincia, secondo la tabella pubblicata dal Centro Studi Sintesi, è stato di oltre 46 milioni di euro, dato che rende la provincia ora guidata dal faentino Casadio la meno virtuosa dell'intera Regione.

Qui potete leggere i dati di tutta Italia pubblicati in una fase in cui da tutte le parti si invoca l'immediata eliminazione di questi enti

venerdì 3 giugno 2011

Chi ben comincia…

In Provincia la nuova giunta non si insedierà prima di martedì. Il battesimo sarà posticipato quindi rispetto alle previsioni iniziali del presidente Claudio Casadio, che aveva convocato la sua squadra inizialmente mercoledì pomeriggio, e poi, come scrivono i quotidiani per oggi, venerdì. Si dovrà invece aspettare la riunione della Federazione della sinistra, convocata per lunedì sera, nel corso della quale verranno sciolte le ultime riserve interne al partito.

Come noto, infatti, a tenere banco è il caso Mirna Testi, assessore designato da Casadio per la Fds nonostante i comunisti avessero indicato il nome del consigliere eletto Secondo Valgimigli. La Testi pare essere intenzionata a rispettare i cacc"dettami" del partito e a non firmare le deleghe.

A rallentare i lavori, naturalmente, anche la rottura tra Idv e maggioranza, con il partito di Di Pietro che minaccia addirittura di uscire dalla coalizione a poco più di due settimane dal voto. Il motivo è legato alla nomina della 22enne Martina Monti come assessore in Comune. Nomina che avrebbe fatto infuriare la coordinatrice regionale Silvana Mura e c'è chi dice anche Di Pietro in persona. La Monti, infatti, non era stata presa in considerazione per un simile incarico dal partito ed è stata scelta dal Sindaco, che l'ha chiamata personalmente solo all'ultimo. Ora è da capire se il "mal di pancia" del coordinatore provinciale Gabriele Rossi sfocerà in una presa di posizione clamorosa di tutta l'Idv, con la conseguente possibilità che anche gli assessori che già hanno firmato in Comune possano dimettersi, o solo nella rinuncia dello stesso al posto da assessore in Provincia. Il caso, comunque, potrebbe naturalmente ancora rientrare: decisivo sarà l'incontro con la Mura, attesa in città in questi giorni.

C’è poi, come giustamente rileva Capucci della Lega, la singolare conformazione delle deleghe dove si sono tenute divise tematiche tradizionalmente collegate come i parchi e l’ambiente ma soprattutto la scomparsa di deleghe pesanti come la caccia e l’agricoltura.

martedì 17 maggio 2011

Non ci consola affatto constatare che nel confronto provinciale il centro destra casolano mantiene un relativo buon posizionamento. La sconfitta c’è stata ed è pesante

pict008

Complimenti a Marta Farolfi eletta in consiglio provinciale anche con il nostro apporto

Complimenti sinceri al PD che nonostante il passare degli anni, il mutare degli eventi, i cambiamenti epocali che attraversano il mondo, mantiene inalterata e immutata da 60 anni la fiducia della maggioranza dei cittadini ravennati nell’operato della sinistra di governo.

Temo purtroppo che la nostra incapacità di proporre a livello locale una alternativa convincente li stia facilitando da molto, da troppo  tempo.

Ma per l’intanto, auguri Claudio Casadio e dai il meglio!

lunedì 16 maggio 2011

I risultati delle elezioni provinciali a Casola Valsenio

pict003

                                In sintesi l’equilibrio delle forze esce così modificato:

                                                                                                2006 

pict004

                                                                                                  2011

pict006

Elezioni provinciali 2011 a Casola Valsenio

scrutinioAlla chiusura dei seggi i votanti sono stati 1.422 pari al 62,80 % degli elettori.

Nelle precedenti elezioni del 2006 i votanti furono 1.472  pari al 62,11 % degli elettori

Il dato della partecipazione al voto indica una identica consistenza nel 2011 rispetto al 2006