Bersani dovrebbe stare attento, quando dice di non volere controllare la gente che assiste agli incontri del PD («Noi non facciamo i katanga»), perché il problema politico è relativo a quelli con cui è alleato.
I due atti squadristi (due, non uno) non hanno danneggiato Schifani e Bonanni, invitati a parlare ad una platea che non era la loro, chiamati a esporre le loro idee e discuterle, senza pensare di convertire i presenti, hanno colpito il Pd.
E’ vero che il controllo dell’ordine pubblico è compito della questura, ma è anche vero che la politica non può delegare l’agibilità democratica, ivi compresa la tutela degli invitati.
I servizi d’ordine, di cui i comunisti d’un tempo erano maestri (se ne vergognano?), esistono anche nei convegni più sereni. Ma servono a tutelare da estranei male intenzionati, non da fazioni interne sopraggiunte per contestare, prima di tutto, gli organizzatori della manifestazione.
La sinistra, quindi, faccia molta attenzione a non sottovalutare il dato evidente: la propria festa è stata sabotata non da estremisti di destra, ma da loro alleati.
venerdì 10 settembre 2010
Non basta dire “non facciamo i katanga”
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