mercoledì 8 settembre 2010

Non lavorano, non producono, non pagano le tasse, lasciano i figli nel fango, ma girano in Mercedes… naturalmente la sinistra li difende

2597370332_627fc3f06a_z L’altro giorno ero a Roma. C’erano striscioni di questo tipo: “No a nuovi pogrom”, “Non aspettiamo la shoah per intervenire”. Erano prese di posizione in difesa dei Rom.
Trovo strano che nessuno li abbia criticati.  A me il paragone tra le espulsioni dei Rom e l’Olocausto sembra una grave offesa alla memoria dell’Olocausto, oltre che a Romania e Bulgaria.
Gli ebrei venivano portati ad Auschwitz, i rom vengono rimandati nei loro Paesi d’origine, con un gentile cadeau, se lo vogliono: 300 euro a testa ciascuno. Ritornare a casa con 300 euro in tasca è come andare ad Auschwitz? E la Romania e la Bulgaria sono forse dei lager?
Capisco che i rom non se ne vogliano andare. Da noi non lavorano, non producono, non pagano le tasse, vivono alle spalle di quei fessi che si ostinano ad andare in fabbrica o in ufficio (i gagè, appunto). E in genere si arricchiscono pure. Magari lasciano i loro figli a sguazzare nel fango, ma chi non ha visto quante Mercedes girono attorno a un campo nomadi?
Qualche tempo fa a Roma furono sequestrati i bene di un clan rom composto da circa 350 persone. Avevano: beni per un valore di 85 milioni di euro, terreni edificabili, ville (abusive) con palme e piscine, 33 cavalli da corsa, oltre 200 conti correnti e 75 auto di lusso, tra cui Ferrari, Rolls Royce, Bentley, decine di Bmw e Mercedes. A uno dei patriarchi dell’organizzazione la Dia, la direzione investigativa antimafia, ha requisito una villa in costruzione di venti stanze (1500 metri quadrati) difesa da microcamere che rimandavano immagini su schermi al plasma piazzati in ogni angolo, compresi cucina e toilette.
Naturalmente tutti i componenti del clan risultavano “nullatenenti”.
La gente è stanca. A Milano, per fortuna, hanno iniziato ad abbattere qualche villa abusiva, sono partite le prime espulsioni (312 interventi dal 2007 a oggi). La reazione dei rom l’avete letta: “Dateci case e soldi o spacchiamo tutto”.
Sarkozy sta facendo quello che bisogna fare: smantellare i campi abusivi (un centinaio in Francia) e cacciare gli irregolari (un migliaio da luglio). L’Italia dovrebbe fare altrettanto. Altro che xenofobia: è semplicemente rispetto della legge. Nessuno discrimina un rom che si mette a lavorare e si costruisce la villa con i soldi guadagnati legittimamente e con i permessi edilizi del Comune. Nessuno.
Ma perché cercare di far rispettare le regole diventa improvvisamente un atteggiamento razzista?
Qualche tempo fa il sindaco Pd di Sesto San Giovanni, città simbolo della sinistra, ha iniziato a costruire un muro anti rom. Chi vive davvero fra la gente, nei quartieri e nelle periferie, sa che la fermezza ormai è un dovere civico.
Qualcuno lo spieghi anche a quelli che stanno troppo seduti in sacrestia o nei salotti chic.

2 commenti:

  1. perché Sesto San Giovanni città simbolo della sinistra? Non è mica Cavriago.

    CIAO!

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  2. Cavriago e la sua fantastica toponomastica!

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