lunedì 28 febbraio 2011

Non possiamo permettere che vinca il terrorismo. Ecco perché stiamo lì. Grazie ragazzi. Siamo con voi

thumbtrue1298906397381_475_280

"Ogni giorno ha la sua pena. Ho ricevuto questa brutta notizia del coinvolgimento di nostri mezzi in Afghanistan, uno dei quali saltato in aria su un ordigno molto potente. Purtroppo è morto un militare, un tenente di 37 anni, ed altri quattro sono rimasti feriti, di cui tre purtroppo in maniera grave. E’ un calvario. Speriamo che questo sacrificio serva perché ogni volta si rinnova il dolore. Sono cose che ti prendono il cuore".

Silvio Berlusconi

20,30 RAI1 La sinistra pensa che la televisione sia la sua (Ballarò, Fazio, Anno Zero, Ottoemezzo, L’infedele…). Arriva Ferrara e cercano subito di buttarlo fuori. Perchè lui no e gli altri si?

imageimage01

Si, ci vuole faccia tosta. In quanto ad acume, non saprei

pciNonostante siano passati molti anni dalla trasmigrazione, il PD fa ancora molta fatica a perdere la struttura linguistica che aveva caratterizzato il Partito Comunista per il quale le manifestazioni erano sempre “imponenti” e “grandi”, gli avversari sempre “mascalzoni” (e se socialisti sempre “traditori”), gli eventi della nazione sempre “emergenze democratiche”, l’unità delle forze popolari “irrinunciabile”, senza dire dell’antifascismo usato a mo’ di prezzemolo su tutto.
Quel substrato lessicale, che era anche un contenitore culturale, ogni tanto riaffiora dal passato e così il PD casolano in poche righe dal titolo “Faccia tosta e acume” mi rimprovera aspramente, in perfetto stile togliattiano, di criticare il Comune per avere organizzato un comizio elettorale del candidato del PD alle prossime elezioni provinciali.

La mia opinione era ed è che il Pd non debba usare la pubblica amministrazione per accreditare i propri uomini e non debba usare i ruoli istituzionali per scopi di pura propaganda politica. Che sabato scorso alla Vetriceramici si sia svolto un comizio lo dimostra tra l’altro il fatto che:
- non vi è un atto deliberativo che assuma questa o altre iniziative simili tra gli obiettivi del governo locale
- l’iniziativa non si ascrive in alcun contesto noto come divulgativo o culturale o economico
- i gruppi consiliari non sono stati consultati preventivamente
- I gruppi consiliari non sono stati invitati
- tutti i politici alla presidenza erano, guarda caso, amministratori o parlamentari targati Pd

Tra qualche giorno il comune organizzerà un evento similare nel quale, guarda caso, tutti i relatori politici saranno nuovamente amministratori del Pd con il noto Casadio Claudio in testa. Di sicuro questo non sarà l’ultimo comizio che il Comune, forzosamente, organizzerà a favore del partito. Ce ne saranno di sicuro altri nelle varie aree: agricola, scolastica, turistica ecc. Tutti di sicuro con il noto Casadio Claudio in testa.
Perché vengono fatti ora e a tambur battente questi comizi? Semplicemente perché tra non molto scatterà l’obbligo di legge per le pubbliche amministrazioni di evitare ogni iniziativa che veda coinvolti candidati alle  elezioni provinciali.

Si, ci vuole appunto una bella faccia tosta per fare quello che Iseppi fa a Casola. In quanto ad acume non saprei.

Fabio Piolanti

venerdì 25 febbraio 2011

Elezioni provinciali: intervista a Oriano Casadio (Pdl), vice presidente del Consiglio Provinciale di Ravenna

pict001

Con le tasse imposte dai comuni in base al federalismo, finalmente, avremo sindaci più autonomi e responsabili perché dovranno spiegare bene, ma proprio bene, dove mettono i soldi dei loro concittadini. E’ probabile che scelte insensate come la caldaia casolana da 380mila euro non si facciano più.

io pagoTrasformare in imposte autonome 11 miliardi di trasferimenti che ogni anno l'erario versa ai Comuni. È quanto avverrà con il federalismo municipale che, dopo la querelle scatenata dal pareggio in bicamerale di tre settimane fa, ha ripreso martedì l'iter ordinario e, dopo l'ok di Palazzo Madama, si appresta all'approvazione definitiva alla Camera.

Il passaggio al Senato ha naturalmente riacceso le polemiche da parte delle opposizioni sui presunti rischi connessi alla riforma: corruzione, aumento delle tasse, perdita dei servizi essenziali per il Sud. Eppure il fisco decentrato aveva ricevuto nelle scorse settimane il placet di Regioni e Province e la stessa Associazione dei Comuni, pur contestando nel merito alcuni punti, considera comunque indispensabile procedere al trasferimento della capacità impositiva. Le polemiche su questo decreto attuativo appaiono a ben vedere meramente strumentali alla dialettica politica.

La madre di tutte le critiche riguarda l'aumento delle imposte: il testo finirebbe con il raggiungere un effetto addirittura opposto a quello previsto. Possibile? Assolutamente no. L'imposta di soggiorno per esempio esiste dal 2001 grazie alla Riforma del Titolo V della Costituzione approvata dal centrosinistra: è su tale norma che nel 2008 si è appoggiata la giunta Soru per introdurre questa tassa ai turisti.

Il decreto invece ridurrà all'uno per cento l'imposta sui trasferimenti di proprietà immobiliari attualmente tra il 2% e l'8%. Cala inoltre, con evidenti benefici in termini di emersione del nero, la tassa sui redditi da affitto che scende al 21% e al 19% contro un'aliquota che ora supera il 40%. L'Imu, la nuova imposta municipale, sostituirà semplicemente Ici e Irpef fondiaria e sarà pertanto a saldo zero per il cittadino. Il 75% delle sanzioni sugli immobili non dichiarati andranno ai Comuni dove gli stessi sono ubicati: i sindaci saranno così chiamati a compartecipare più concretamente agli accertamenti tributari, disponendo peraltro di una conoscenza approfondita del proprio territorio.

La vera svolta contenuta nella riforma sarà però proprio la semplificazione delle imposte comunali: 10 su 18 saranno accorpate facilitando peraltro la tracciabilità delle spese. Cosa, infatti, impedisce oggi al contribuente/elettore di giudicare l'operato di un sindaco? La mancata trasparenza sui conti comunali: l'incapacità cioè di capire lo stato effettivo delle casse della città e come sono gestite dal primo cittadino. Snellire il quadro impositivo innescherà una relazione diretta tra tassa e servizio obbligando l'amministratore a giustificare un aumento dell'addizionale comunale indicando il fabbisogno che andrà a coprire.

mercoledì 23 febbraio 2011

I manifesti con le foto di Berlusconi e Mubarak uniti nella tirannide: le risibili risoluzioni strategiche dei tribunali del popolo autoconvocati

2276975665_142e32baed_bTutti gli uomini sono mortali; Socrate è un uomo; Socrate è mortale”. Questo è un (noto) sillogismo, obbedisce alla logica, funziona.
“Tutti i tiranni sono invisi a Zagrebelsky e a MicroMega; Berlusconi è inviso a Zagrebelsky e a MicroMega; Berlusconi è un tiranno”.
Questo è un imbroglio, un paralogismo, una sfida temeraria alla logica, al buon senso civile e alla legge dei numeri sulla quale si fonda ogni democrazia.

Però funziona lo stesso nella testa vuota di chi attacca manifesti con le foto di Berlusconi e Mubarak uniti nella tirannide; e nella testa quadra degli estensori di appelli contro il “dispotismo proprietario”, risoluzioni strategiche che mirano a sbaragliare il Cav. attraverso una lotta in stile piazza Tahrir, condanne moralistico-giudiziarie vergate da tribunali puritani autoconvocati.

Gad Lerner dice in tivù che ci sarà un motivo se anche in Italia un maghrebino si è dato fuoco per protesta contro le ingiustizie (sospetta vessazione da parte di vigili urbani). I compagni del manifesto invocano il People Power, “la forza della società che perde la paura e l’indifferenza e si riversa nelle strade fino a quando il despota è mandato a casa”. La banda Flores-Travaglio vorrebbe stabilire uno stato d’emergenza “secondo una irrinunciabile e improcrastinabile legittima difesa repubblicana, proclamando solennemente e subito il blocco sistematico e permanente del Parlamento (…) con tutti i mezzi che la legge e i regolamenti mettono a disposizione”. Siccome agonizza il TTB (tutti tranne Berlusconi), ci provano col TTP, tutto tranne la politica per disfarsene. Perché il loro non è un Aventino, la plebe politica non secede: sta tutta o quasi con il Cav.

da Il Foglio del 22/2/2011 (redazionale)

La prima festa del Parco è costata troppo - 20mila euro - in rapporto alla bassa qualità dell’evento. Si teme che una parte di questi soldi sia servita per ripianare in maniera occulta i debiti della società Brisighella Medioevale

festa parco

martedì 22 febbraio 2011

Anche a Casola Valsenio la legge impone una sforbiciata al numero dei consiglieri comunali che alle prossime elezioni saranno 9 invece degli attuali 12

mano con forbiciCon la tornata elettorale della prossima primavera, scatta la riduzione del 20% dei consiglieri comunali e provinciali. E su questa base ridotta andrà riparametrato il numero degli assessori, i quali dunque diminuiranno anch'essi (intorno a un 25%).
Il Ministero dell'interno, Dipartimento per gli Affari interni e Territoriali, con nota 18 febbraio 2011, n. 2915 ha trasmesso agli enti locali le istruzioni per apportare il dimagrimento agli organi collegiali di governo imposti dalla legge finanziare, in modo da fugare da subito ogni possibile dubbio interpretativo, esemplificando i conteggi dei tagli ai componenti. Si faranno dunque sentire gli effetti dei tagli alla composizione di consigli e giunte comunali e provinciali, disposte dall'articolo 2, commi da 183 a 187, della legge 191/2009 (legge finanziaria 2010), come modificato ed integrato dall'articolo 1, comma 2, del decreto legge 2/2010, convertito dalla legge 42/2010.

Solo per i comuni più grandi con più di un milione di abitanti i consiglieri rimarranno 60 (e non 48) mentre gli assessori saliranno da 12 a 15. Per tutti gli altri enti, invece sarà obbligatoria la sforbiciata: il numero degli assessori, infatti, dovrà essere parametrato al ridotto numero di componenti dei consigli. 
A decorrere dal 2011, e successivamente per tutti gli anni futuri, la finanziaria 2010 obbliga a ridurre del 20 per cento il numero dei consiglieri comunali e provinciali coinvolti nel rinnovo dei consigli, e l'entità della riduzione deve essere arrotondata all'unità superiore, laddove le risultanze del calcolo diano luogo ad una cifra decimale.
La nota del Viminale riporta i nuovi numeri massimi dei consiglieri comunali e provinciali. In media, si andrà dai 10 consiglieri in meno per i comuni con popolazione tra i 500.000 ed il milione di abitanti, e i 3 consiglieri in meno per i comuni con meno di 3 mila abitanti.

Come sempre il Pd casolano mescola e confonde le funzioni istituzionali con il partito e così sabato prossimo il Comune organizza un incontro pubblico esclusivamente per un comizio elettorale del candidato del Pd, Casadio.

doppia facciapd vetri

Non ci stancheremo di protestare e di indignarci per il modo con cui l’amministrazione comunale di Faenza continua a non affrontare la drammatica insufficienza del parcheggio a servizio dell’ospedale che sta diventando una vera e propria emergenza

medi

sabato 19 febbraio 2011

Ci permettiamo di ricordare agli amici di Ravenna che la provincia è anche rappresentata dalla collina che spesso non trova spazio adeguato e l’attenzione dovuta nei tavoli di confronto provinciale

pict001Ieri pomeriggio si è tenuto l’incontro tra la Lega Nord e la delegazione del Popolo della Libertà (composta da Gianguido Bazzoni, Roberto Petri, Nereo Foschini, Marta Farolfi, Vincenzo Galassini, Massimo Mazzolani, Alberto Ancarani, Eugenio Costa), incaricata di incontrare le altre forze di opposizione in vista delle prossime amministrative.
Nel corso dell’incontro sono stati esaminati punti programmatici e possibili candidature per il Comune di Ravenna e la Provincia; a questo proposito il Pdl non solo ha dichiarato di essere d’accordo con tutti gli otto punti che la Lega nei giorni scorsi aveva individuato come fondamentali per un programma amministrativo, ha anche suggerito altri punti, come quello del rilancio del porto di Ravenna, della viabilità e logistica, dei centri storici, sui quali vi è comunanza di analisi e di proposte tra i due partiti. I rappresentanti della Lega, pur condividendo il clima disteso e cordiale nei rapporti tra i due partiti che collaborano fianco a fianco nella guida del Paese, hanno fatto presente come sentano la necessità di presentare proprie candidature e proprie liste autonome per le prossime amministrative sia comunali sia provinciali. Questo, spiegando che non vi sono preclusioni sulla candidatura individuata dal Pdl nella persona di Nereo Foschini per la carica di sindaco di Ravenna così come non vi erano preclusioni da parte del Pdl per candidature della Lega a presidente della Provincia. La motivazione di questa scelta della Lega, secondo quanto riportato dalla loro delegazione, è legata al tipo di radicamento del territorio che loro pensano di ottenere correndo da soli, nel rispetto delle scelte del loro elettorato. Da parte di entrambi i partiti si è però convenuto che la campagna elettorale, nei toni e negli argomenti, sarà indirizzata alla critica delle giunte di sinistra uscenti e non determinerà una competizione scorretta tra i due partiti.
Da parte della delegazione del Pdl si è fatto però notare che l’individuazione delle alleanze, nei comuni capoluogo di provincia e nelle province stesse, assume implicazioni politiche che vanno oltre il territorio e vengono vagliate anche a livello nazionale, o federale per quel che riguarda la Lega. Il Pdl quindi pensa che anche se questo è un primo stop a una possibile intesa elettorale, vi possano essere nei prossimi giorni delle indicazioni nazionali che rimetterebbero in discussione la scelta di oggi. Per cui vi è stata una fumata nera ma non è detto che questa si possa trasformare in una fumata bianca, una volta valutato il quadro delle alleanze su scala nazionale. Il Pdl ravennate mantiene dunque aperta l’offerta alla Lega di una possibile collaborazione elettorale, in attesa di indicazioni definitive dagli propri organi regionali e nazionali.

venerdì 18 febbraio 2011

L’economia regge bene ma sembra non interessare nessuno. Da sempre per mandare a casa Berlusconi c’è una sola arma: il tiro al piccione giudiziario

piccione ingufatoPeccato che i grandi commentatori e i cronisti dei grandi giornali siano tutti occupati in vicende di pettegolezzo puro, di gossip insomma. Altrimenti avrebbero prestato più attenzione alla relazione precisa e dettagliata svolta dal Presidente del Consiglio Berlusconi e dal Ministro dell’Economia Tremonti sulla situazione reale del Paese. Il Governo non ha soltanto mantenuto in ordine i conti pubblici, ha fatto assai di più: ha tenuto il bilancio pubblico al riparo da ogni scossa.

Al di là di questo merito che è stato riconosciuto, con dichiarazioni ufficiali, dall’Unione Europea, dalla Commissione di Bruxelles e soprattutto dal Fondo Monetario Internazionale, e nei fatti, dai mercati finanziari mondiali, il Governo italiano ha saputo mantenere la coesione sociale. Non si sono verificate qui quelle manifestazioni di piazza che per esempio, in Francia, sono state il segnale, la spia di un disagio interno profondo. Il risultato è stato ottenuto grazie alla destinazione massiccia di fondi, prima di ogni altro obiettivo, verso gli ammortizzatori sociali: ed è stata una novità assoluta l’introduzione nel meccanismo complesso della Cassa integrazione, di quella parte cosiddetta in deroga, che la sinistra aveva sempre promesso e mai aveva saputo mettere in campo. Ha saputo anche, il Governo Berlusconi, effettuare con semplici emendamenti e in maniera assolutamente pacifica, quella riforma delle pensioni che altri in Europa non riescono a completare.

La difesa a Bruxelles infine degli svantaggi portati dal nostro elevato debito pubblico è stato un altro pilastro dell’azione governativa, tanto che il concetto, o meglio il correttivo, dei beni e dei risparmi appartenenti alle famiglie, alle imprese, alle banche sta entrando in funzione. Purtroppo, al di là del disinteresse mostrato verso quelli che sono gli aspetti reali della vita concreta dei cittadini, cioè verso l’economia, molti dei grandi cronisti dimenticano anche la realtà dei dati: per esempio, si scrive che l’Italia, nel 2010, ha visto aumentare il proprio Prodotto interno lordo, ovvero la somma della ricchezza interna, dell’1,1%, mentre la Francia lo ha aumentato del 1,5%. Ma non si dice al contempo che mentre il livello deficit/Pil in Italia è già al 5% e si avvia rapidamente a tornare sotto il 3%, indicato come obiettivo preciso da Bruxelles per il 2013, quello stesso dato in Francia viaggia ancora tra il 7 e 8%. Si parla anche dei favolosi progressi della Germania, ma non si dice che in quel Paese si è goduto di maggiori aperture da parte dell’Unione Europea. Né si guarda alla situazione delle banche che in Italia è moto più tranquilla in quanto non contempla esposizioni verso l’Est in misura rilevante come in altri partner forti dell’Ue.

Dunque, nessuno pretende di dare lezioni, ma non sarebbe stato meglio se i grandi giornali avessero dedicato maggiore spazio a quella conferenza stampa che faceva il punto di ciò che interessa realmente ai cittadini senza badare prima a quel gossip che, da quanto risulta, non fa vendere neanche una copia in più?

Gli artigiani ai sindaci: dateci aree a prezzi ragionevoli e attenti alla vocazione monopolistica di Hera

pict004

giovedì 17 febbraio 2011

Ci fa piacere che il nostro sindaco Iseppi presenti in Confartigianato il bilancio 2011 del Comune di Casola. In verità ci farebbe ancor più piacere se lo presentasse ai gruppi consiliari che - piccolo dettaglio - lo devono deliberare. I consiglieri comunali, presumibilmente non meritevoli di minor rispetto degli artigiani, fino ad ora non hanno ricevuto la benché minima informazione sulle scelte di Iseppi per il 2011

b_p-6480-abstr_img-P1010003

Ieri presso la Confartigianato di Faenza, si è svolto un importante incontro durante il quale i sindaci e gli assessori dei Comuni del comprensorio faentino hanno presentato ai dirigenti di Confartigianato e Cna i bilanci di previsione per l'anno 2011 e hanno parlato degli investimenti in programma. Gli onori di casa sono stati fatti dai presidenti delle associazioni di categoria, Giuseppe Neri per Confartigianato e Alberto Rondinelli per Cna.

Vendola propone Rosi Bindi, la presidente Pd, quale candidata premier contro il Cavaliere Una mossa che tradisce la disperazione della Santa Alleanza antiberlusconiana

pict003

Guerra nauseante. Quasi quasi voto Berlusconi

4632545940_9d5564b5c9_b

… Non ho dubbi, e non devo averne, che il collegio scelto dal computer, come si afferma, sia il più imparziale del mondo. E che dimostrerà di esserlo nel corso del giudizio e, infine, nella sentenza. Tuttavia, nessun giudice è un robot, costruito per muoversi soltanto sulla base del codice e delle prove raccolte. Nessun magistrato vive dentro una bolla d’aria a tenuta stagna. Né al centro di un deserto, in un’oasi di neutralità. Dove non arrivano giornali né si captano trasmissioni televisive e radiofoniche. I magistrati sono gente uguale a noi. Vivono nel loro tempo e sono alle prese con le stesse suggestioni che bombardano l’italiano qualunque. Quelle a proposito del Cavaliere sono suggestioni molto speciali. Nel corso degli anni, ho assistito a tanti processi e qualcuno l’ho subito come imputato. Però non ho mai visto nessun giudizio accompagnato, sostenuto, incoraggiato e preteso da un apparato impressionante come accade a quello che riguarda Berlusconi.

Non ho mai votato per il Cavaliere e per il suo centro-destra. E non ho neppure avuto la tentazione di farlo. Ma adesso, se mai si andrà a votare, sarei propenso a diventare un suo elettore. Per ribellarmi alla nauseante guerriglia faziosa che costringe anche me a dire basta! La guerriglia ha già ottenuto un risultato, con il rinvio a giudizio del Caimano. Adesso vogliamo almeno far tacere le armi e lasciare che il processo si svolga in un clima meno rovente di quello odierno? Per fare in modo che sia un processo all’insegna dell’equità?
Equità è una parola facile da scrivere. Ma indica un traguardo non sempre facile da raggiungere. Per questo non invidio le tre magistrate di Milano. Se hanno in tasca una sentenza di condanna già scritta, il discorso possiamo chiuderlo qua. Il presidente del Consiglio non dovrà aspettare il mese di aprile perché il pesce che lo inghiottirà è già pronto, con i denti affilati per straziarlo.

Se invece la condanna non è ancora decisa, le tre signore in toga sono attese dalla prova più difficile della loro carriera giudiziaria. Anzi,  oserei dire della loro vita. Non sarà facile sottrarsi alla bufera che imperversa da mesi. E non ascoltare le urla che salgono dalla piazza, dai partiti, dai giornali, dalla tivù e arrivano nelle loro stanze. È uno strepito inferiore soltanto al rombo dei cannoni. Che diventerà sempre più feroce di giorno in giorno, sino al mercoledì 6 aprile. A quel punto, dovremo assistere a uno spettacolo assurdo. Quello di un processo celebrato in un’arena dove un pubblico barbaro mostra il pollice verso nei confronti di un cristiano già destinato ai leoni. Ma allora ecco un’altra domanda. Che cosa può fare l’imputato Berlusconi per evitare che questa falsa giustizia lo colpisca? Ma al tempo stesso ferisca pure quel poco di fiducia nei magistrati che rimane in una parte dei cittadini italiani?

Un vecchio detto popolare recita: non bisogna mai insegnare ai gatti come ci si arrampica sui muri. L’ho imparato molto tempo fa. Per questo evito sempre di offrire consigli ai politici. E meno che mai di suggerire alcunché a un leader alle prese con un tribunale. Correndo il pericolo di una condanna pesante. Accompagnata dall’interdizione ai pubblici uffici che può essere perpetua.
Tuttavia, la tragedia di Berlusconi ci riguarda tutti. Lui non è soltanto il presidente del Consiglio, è anche il leader di uno schieramento votato da milioni di elettori. Dunque, a questi tantissimi italiani il premier deve un rispetto quasi sacro. È un debito che non può ignorare. E ha solo modo per onorarlo. Dimettersi dall’incarico e cercare una nuova fiducia attraverso il ricorso anticipato alle urne. Certo, il rischio connesso è molto alto. Ma tanto nel caso di una vittoria che di una sconfitta, Berlusconi potrà andare incontro ai suoi giudici con la testa alta. E pretendere di avere un processo equo.
Ecco, ho commesso l’errore che cerco sempre di evitare. Ho dato un consiglio a un signore testardo come nessuno. Ma poiché sono sicuro che non lo seguirà, chiedo scusa ai lettori. Dicendo: vi ho fatto perdere del tempo, fate conto che non abbia aperto bocca.

Giampaolo Pansa
per abstract da “Guerra nauseante. Quasi quasi voto Berlusconi” Libero del 17/2/2011

pict004

mercoledì 16 febbraio 2011

Semplificare anche in Emilia Romagna le concessioni per l’edilizia rurale

pict004Semplificare la procedura per la richiesta di concessione edilizia ai Comuni da parte degli imprenditori agricoli, rifacendosi alla legislazione nazionale che ritiene sufficiente che sia fornito da parte degli agricoltori un certificato Inps, con cui viene accertata l'iscrizione ai fini previdenziali e assistenziali del coltivatore/imprenditore, senza dover ricorrere necessariamente al certificato che attesta che il richiedente rivesta la qualifica di I.A.P., vale a dire 'coltivatore diretto e imprenditore agricolo professionale'.
La richiesta arriva tramite un'interrogazione dal consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni il quale ha raccolto le numerose segnalazioni che arrivano dal mondo agricolo imprenditoriale. Diversi sono infatti i coltivatori diretti che ritengono le procedure per avere le concessioni edilizie complesse e burocraticamente da snellire, anche e soprattutto per accorciare i tempi.
Il certificato che dimostra la qualifica di I.A.P. viene rilasciato dai Servizi provinciali per l'agricoltura ed è necessario ad ottenere l'esonero dagli oneri di urbanizzazione per le costruzioni in zona agricola. Con la risoluzione 36/E dell'Agenzia delle Entrate - direzione centrale, normativa del 17 maggio 2010, con oggetto 'Consulenze giuridiche - agevolazioni in materia di piccola proprietà contadina', che a sua volta rimanda a tutta una serie di norme nazionali spiegate nel dettaglio nell'interrogazione di Bazzoni, ai fini del riconoscimento del regime agevolato non si ritiene più necessario fornire la certificazione per la qualifica di I.A.P. "Si potrebbe supporre - dice il consigliere regionale - che lo stesso possa valere anche per gli uffici comunali competenti".
Alla Giunta di viale Aldo Moro, Bazzoni chiede se "sia a conoscenza delle richieste che vengono dal mondo agricolo", se "ritiene condivisibile la richiesta di semplificazione" e, infine, "se non intenda intervenire con una direttiva a carattere regionale, per far sì che i Comuni, nel caso di concessione edilizia a coltivatori/imprenditori agricoli, richiedano semplicemente di produrre il certificato INPS con attestata l'iscrizione ai fini previdenziali/assistenziali".

domenica 13 febbraio 2011

Letture da un’Italia liberale e anti giustizialista che resiste ai prodromi di pulizia etica

4678938255_d6d622d71b_bA guidare la grande alleanza anti puritana e anti giustizialista, in nome di quell'Italia liberale che mai accetterà le lezioncine di Umberto Eco e di Repubblica, c'è ovviamente Giuliano Ferrara , seguito da uno sferzante Filippo Facci (ci spiega su Libero le abissali differenze tra il caso Ruby e mani pulite) e da un'esilarante e poetico Marcello Veneziani (come sempre azzeccato il ritratto che fa del Paese). Alla truppa si aggiunge Mario Sechi, che invita i "puri" della rivoluzione antiberlusconiana a guardarsi bene allo specchio prima di pontificare e Bruno Vespa, bravo a smontare il mito progressista delle leggi ad personam. Un posto di riguardo spetta ovviamente a Piero Ostellino, che solo contro tutti avverte i lettori del Corriere sui rischi di una pulizia etica che mette in serio pericolo i nostri diritti individuali. Giancarlo Perna è capace di mettere in ridicolo il capo della rivolta anti Arcore, Ezio Mauro, mentre Davide Giacalone evidenzia il doppiopesismo di una sinistra a corto di argomenti. Infine Umberto Silva che sul Foglio chiarisce, al di là della retorica e dei luoghi comuni, quale è adesso la vera missione del Cavaliere.

venerdì 11 febbraio 2011

I centri sociali per anziani di Casola e di Brisighella sembrano avere storie decisamente diverse. L’esperienza casolana parrebbe fare scuola anche in questa circostanza

pict003

Marta Farolfi, capogruppo consiliare di "Brisighella nel Cuore" chiede chiarimenti al sindaco di Brisighella sulla chiusura del Centro anziani.
“Abbiamo appreso con stupore e dispiacere della chiusura del Centro sociale anziani, sito nell'edificio adiacente la scuola media di Brisighella. La chiusura però ha colto di sorpresa non solo noi perché sapevamo quanto il Centro funzionasse egregiamente, ma a quanto pare anche gli anziani stessi. Sembra infatti che la decisione della chiusura non sia stata deliberata dai soci del Centro, ma sia stata assunta unilateralmente dalla dirigenza del Centro stesso e dal Comune in quanto, a loro dire, la diminuzione del numero degli anziani-utenti e, al contempo, la decisione dell'amministrazione di non concedere più il contributo annuo di 4mila euro non avrebbero consentito soluzioni diverse. Tale decisione sarebbe quindi stata imposta agli anziani senza dar loro modo di replicare od organizzarsi in maniera diversa.

Esisterebbe poi un altro aspetto poco chiaro della questione: al momento della chiusura del Centro, nel conto corrente ci sarebbero stati ben 8mila euro (al netto delle spese), frutto delle tessere, delle lotterie che venivano organizzate e comunque soldi appartenenti al Centro e quindi ai soci stessi. Tale cifra sembra però che non sia rimasta nella disponibilità degli anziani, ma che abbia preso altre strade a noi (al momento) ignote; in compenso sarebbe stato loro concesso di utilizzare, ma ancora per poco tempo, una piccolissima stanza sempre nello stesso edificio.

Questa vicenda e soprattutto il modo 'singolare' in cui sarebbe stata gestita ha molto amareggiato gli anziani che oggi si sentono abbandonati e discriminati. Alla luce di quanto premesso, chiedo se esiste uno statuto del Centro Sociale Anziani e, se esiste, cosa prevede in caso di chiusura in merito alle risorse rimaste in cassa; per quale motivo la chiusura è stata decisa unilateralmente senza interpellare gli anziani-soci del Centro? Perché gli 8mila euro in cassa non sono rimasti nella disponibilità dei soci e a cosa sono stati destinati?
Perché l'amministrazione ha deciso di tagliare il contributo annuo di 4mila euro al Centro, inducendo così alla chiusura, quando siamo tutti consapevoli che l'invecchiamento demografico della popolazione ci porterà nel giro di pochi anni ad avere un numero sempre più crescente di anziani, i quali, non dobbiamo mai dimenticare, costituiscono un valore aggiunto della nostra società e non certo un peso?  Proponiamo pertanto che l'amministrazione ripristini il contributo e riattivi il Centro sociale anziani in una sede adeguata, che potrebbe essere per esempio l'ex sede di 'Stella polare', oggi abbandonata per il fallimento del progetto”.

I nuovi amministratori faentini alle prese con un bilancio disastroso per colpa della precedente gestione del sindaco PD Claudio Casadio - ora candidato alla presidenza della Provincia – confermano l’intenzione di investire centinaia di migliaia di euro nel Festival di Arte Contemporanea. Il Consiglio Comunale insorge

fac 1

festival-arte-contemporanea-faenza_large

giovedì 10 febbraio 2011

Una risoluzione del Pdl per ricordare le foibe non viene iscritta all’ordine del giorno del Consiglio Regionale

4585602029_bfc6e2576a_bUna risoluzione per chiedere “di incrementare le iniziative pubbliche nel territorio dell’Emilia-Romagna e soprattutto nelle scuole per ricordare la grande tragedia italiana testimoniata con la ricorrenza ufficiale del Giorno del Ricordo”. L’ha presentata all’Assemblea legislativa dell’Emilia Romagna il gruppo Pdl che, per protesta,  dopo che il documento non è stato iscritto all’ordine del giorno della seduta di martedì scorso, è uscito dall’Aula.
“Il modo di concepire la storia in maniera assolutamente parziale della sinistra non mi stupisce per niente – commenta il consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni –, sono anni che assistiamo a tentativi della sinistra di appropriarsi della storia, nascondendo le verità che non piacciono. Il dibattito sulle vittime delle foibe e l’esodo delle popolazioni istriane, fiumane, giuliane e dalmate, cacciate dalle loro terre dai comunisti titini con la sola colpa di essere italiani, era troppo scomodo per essere affrontato serenamente”.
Nella risoluzione si chiede di “promuovere incontri pubblici e nelle scuole, nel rispetto dell'autonomia scolastica, con testimoni di quei drammatici avvenimenti e coinvolgendo le associazioni ufficiali degli esuli come ad esempio i comitati comunali, provinciali e regionale dell'ANVGD (Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia), che possano aiutare a trasmettere e conservare la memoria della storia e della tragedia dei confini orientali”.

Quando la scuola si fa influenzare dalle stupidaggini della sinistra

plurilingue

E’ noto a tutti che la sinistra italiana (molto meno quella degli altri paesi europei) vorrebbe imporre nel Paese una sorta di nuova gerarchia multiculturale che, in nome dei sacrosanti principi di accoglienza e di condivisione delle sofferenze di tante persone, spinte in Italia dalla miseria e dalla guerra, presuppone però una riscrittura profonda dell’idea di identità nazionale, di tradizione religiosa, di cultura identitaria, dei diritti e dei doveri.

E’ noto a tutti che il primo veicolo che la sinistra ha utilizzato per cercare di imporre la propria visione di multiculturalità è stata la scuola all’interno della quale ha trovato spesso un terreno fertile e ben disposto a divulgare in maniera acritica e infantile idee del tutto strampalate come ad esempio l’asportazione dei crocefissi dalle aule, la rinuncia al presepe, il cambiamento generalizzato delle diete alimentari, un tempo didattico dedicato all’80 per cento all’evoluzione dei popoli africani contro un 20 per cento dedicato all’Europa e alla formazione della nazione italiana ecc.

Adesso alle idee strampalate spacciate come multiculturalità si aggiunge questa iniziativa della scuola di Bagnacavallo dove anziché insegnare l’italiano ai bambini di cultura araba e rumena, si insegna l’arabo (quale poi?) e il rumeno ai bambini italiani in nome di una assai curiosa idea di integrazione. Noi pensiamo non sarebbe male che i bambini che vanno in scuole italiane potessero dedicare il loro tempo allo studio dell’inglese, del tedesco, del francese, magari del cinese o del giapponese. Oltre che dell’italiano, s’intende. Questo è il pluringuismo, il resto è plurisinistrismo.

martedì 8 febbraio 2011

Accidenti che sberla! Se il direttore generale dell’ ASL, Tiziano Carradori, dice che per costruire il nuovo pronto soccorso di Faenza occorrono 5 anni, ce ne vorranno di sicuro almeno 10. Ma il comprensorio può permettersi di aspettare tanto a lungo un servizio così importante? Un po’ alla volta vengono alla luce le incapacità di programmazione degli amministratori faentini, surclassati da tutti.

pronto soccorso

 

 

 

 

 

 

Bul094

In mutande ma vivi. E’ ora di smascherare il pulpito indecente da cui predicano i puritani

Angelo_Bronzino_001Ma siamo sicuri che non ci sia un pezzettino d’Italia indisponibile come noi a darla vinta ai puritani del Palasharp e di Repubblica? Possiamo riunire in un teatro milanese gente per cui il partito dei pm militanti, delle intercettazioni e delle pornogallery, dello spionaggio ad personam e dell’ipocrisia moralistica is unfit to lead Italy, come disse un tempo l’Economist di Berlusconi? Siamo in mutande, ma vivi. E con William Shakespeare, che conosceva vita e passioni del mondo meglio di Eco e Zagrebelsky, possiamo ben dire quel che dice il suo immortale sonetto 121.
“E' meglio esser vili che esser ritenuti tali, / perché il non esserlo produce lo stesso quell'accusa; / e si perde un lecito piacere non perché sia vile, / ma perché da altri è così pensato. / Perché mai falsi occhi corrotti di altri / dovrebbero intromettersi coi capricci del mio sangue? / E, per i miei vizi, perché più viziose spie / dovrebbero giudicare male quel che io ritengo un bene? / No, io sono quel che sono: e quelli che se la prendono / con le mie colpe non fanno i conti con le loro. / Posso essere onesto e loro possono esser falsi, / ma i miei fatti non vanno giudicati dai loro sospetti; / a meno ch'essi non arrivino a questa pessima conclusione: che tutti gli uomini sono cattivi e trionfano nel proprio male”.

Siamo una piccola comunità di lettori. Forse dobbiamo di nuovo mobilitarci come possiamo e sappiamo. Con l’obiettivo di smascherare una minoranza etica rumorosa, ricca, compatta, sicura di sé, che vuole ripulire l’Italia in nome di criteri fondamentalisti e totalitari. Le minoranze etiche spesso sono rispettabili. Vedono quello che non vede l’uomo comune impigliato nella vita quotidiana. Nel nostro passato seppero essere eroiche, testimoniarono in molti modi l’idealismo introvabile nei “costumi degli italiani” e nel loro “stato presente” che dura dai tempi di Leopardi, da due secoli almeno (un paginone all’interno parla di questo). Ma questa minoranza etica è diversa dalle altre. E’ mossa da orgoglio, da superbia, da interessi consolidati e visibili. E fa un uso smodato della morale, fino a ferire il significato, la forza residua e l’autonomia della politica repubblicana. Della stessa democrazia liberale, alla quale oppongono un inaudito idolo virtuoso che chiamano Costituzione.

Dicono che il presidente del Consiglio si comporta male, e magari non si è comportato meravigliosamente bene in parecchie occasioni. Ma è questo il problema? Siamo convinti di no. Il problema è che vogliono mettergli le mani addosso per evidenti ragioni politiche alimentate da spirito facinoroso e da avversione antropologica a un’Italia popolare rigettata e odiata; ma non basta, dichiarano di voler “andare oltre” Berlusconi, bandiscono una crociata puritana in cui arruolano anche i tredicenni, allagano ogni spazio informativo gridando alla libertà di stampa conculcata, parlano con disprezzo del denaro di cui hanno piene le tasche e le menti, si intromettono nei capricci dell’altrui sangue senza fare i conti con le loro colpe, agitano il corpo femminile come un simbolo di vergogna. Spiano, intercettano, guardano dal buco della serratura e stanno inculcando in una generazione di italiani il disprezzo per la politica. Una minoranza etica degna del suo nome dovrebbe sapere distinguere tra conflitti politici e funzionamento delle istituzioni.

Questi virtuosi talebani, che però rischiano niente e hanno un mondo da guadagnare, devono essere messi in discussione da un’Italia che non si sente superiore e non pretende per sé il crisma della purezza virginale. Perché non diamo vita a una campagna di passione e denuncia pubblica? Che ne dite? Vi sentite di far parte di una minoranza che non ha niente da insegnare ma non accetta prediche da pulpiti privi di decenza e di senso del limite?

Giuliano Ferrara Il Foglio 8/2/2011

lunedì 7 febbraio 2011

Foibe

La domanda è ancora quella: perché tante inutili bugie?

LinguaccieIl 1 Febbraio 2011 avevamo chiesto: Perché avete chiuso la sala Spadolini?. In tempo reale il nostro Sindaco ci rispondeva che la sala è aperta e che anzi il 4 Febbraio lì era prevista una proiezione.
Questo il garbato scambio di idee nel post:

Caro Fabio,
venerdì 4 febbraio ore 20.30 proiezione filmati speleo a cura del Comitato "Casola 2010" per festeggiare con chi ha lavorato durante le giornate del raduno..
Questo sì, spero lo constatino tutti... tutti invitati!
Organizza qualcosa di interessante, richiedi la sala.. non ti sarà negata!
Secondo me le "bugie" le raccontano altri...
Buone cose, Nicola Iseppi

Caro Nicola
La sala è totalmente inagibile e lasciata in uno stato di abbandono deplorevole.
E' vero, è stata usata per gli speleo perché non si poteva fare diversamente ma a parte quella utilizzazione, nessuno ne ha fatto uso da oltre un anno né c'è alcun interesse dell'AC a riaprirla dopo una indispensabile rimessa a norma e dopo l'acquisizione delle necessarie certificazioni di agibilità dei vigili del fuoco e dell'ASL
E' una scelta precisa non una casualità.
Sai bene che venerdì 4 Febbraio dai via una sala inagibile e sotto la tua diretta responsabilità.
Fabio

E infatti il 4 Febbraio la manifestazione del Comitato “Casola 2010” si è tenuta nella Sala Biagi della Biblioteca Comunale e non nei Vecchi Magazzini come sembra dire Iseppi. Ma la domanda è ancora quella: perché queste inutili bugie che sono un segnale di grande debolezza in un pubblico amministratore?