Con la tornata elettorale della prossima primavera, scatta la riduzione del 20% dei consiglieri comunali e provinciali. E su questa base ridotta andrà riparametrato il numero degli assessori, i quali dunque diminuiranno anch'essi (intorno a un 25%).
Il Ministero dell'interno, Dipartimento per gli Affari interni e Territoriali, con nota 18 febbraio 2011, n. 2915 ha trasmesso agli enti locali le istruzioni per apportare il dimagrimento agli organi collegiali di governo imposti dalla legge finanziare, in modo da fugare da subito ogni possibile dubbio interpretativo, esemplificando i conteggi dei tagli ai componenti. Si faranno dunque sentire gli effetti dei tagli alla composizione di consigli e giunte comunali e provinciali, disposte dall'articolo 2, commi da 183 a 187, della legge 191/2009 (legge finanziaria 2010), come modificato ed integrato dall'articolo 1, comma 2, del decreto legge 2/2010, convertito dalla legge 42/2010.
Solo per i comuni più grandi con più di un milione di abitanti i consiglieri rimarranno 60 (e non 48) mentre gli assessori saliranno da 12 a 15. Per tutti gli altri enti, invece sarà obbligatoria la sforbiciata: il numero degli assessori, infatti, dovrà essere parametrato al ridotto numero di componenti dei consigli.
A decorrere dal 2011, e successivamente per tutti gli anni futuri, la finanziaria 2010 obbliga a ridurre del 20 per cento il numero dei consiglieri comunali e provinciali coinvolti nel rinnovo dei consigli, e l'entità della riduzione deve essere arrotondata all'unità superiore, laddove le risultanze del calcolo diano luogo ad una cifra decimale.
La nota del Viminale riporta i nuovi numeri massimi dei consiglieri comunali e provinciali. In media, si andrà dai 10 consiglieri in meno per i comuni con popolazione tra i 500.000 ed il milione di abitanti, e i 3 consiglieri in meno per i comuni con meno di 3 mila abitanti.
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