venerdì 18 febbraio 2011

L’economia regge bene ma sembra non interessare nessuno. Da sempre per mandare a casa Berlusconi c’è una sola arma: il tiro al piccione giudiziario

piccione ingufatoPeccato che i grandi commentatori e i cronisti dei grandi giornali siano tutti occupati in vicende di pettegolezzo puro, di gossip insomma. Altrimenti avrebbero prestato più attenzione alla relazione precisa e dettagliata svolta dal Presidente del Consiglio Berlusconi e dal Ministro dell’Economia Tremonti sulla situazione reale del Paese. Il Governo non ha soltanto mantenuto in ordine i conti pubblici, ha fatto assai di più: ha tenuto il bilancio pubblico al riparo da ogni scossa.

Al di là di questo merito che è stato riconosciuto, con dichiarazioni ufficiali, dall’Unione Europea, dalla Commissione di Bruxelles e soprattutto dal Fondo Monetario Internazionale, e nei fatti, dai mercati finanziari mondiali, il Governo italiano ha saputo mantenere la coesione sociale. Non si sono verificate qui quelle manifestazioni di piazza che per esempio, in Francia, sono state il segnale, la spia di un disagio interno profondo. Il risultato è stato ottenuto grazie alla destinazione massiccia di fondi, prima di ogni altro obiettivo, verso gli ammortizzatori sociali: ed è stata una novità assoluta l’introduzione nel meccanismo complesso della Cassa integrazione, di quella parte cosiddetta in deroga, che la sinistra aveva sempre promesso e mai aveva saputo mettere in campo. Ha saputo anche, il Governo Berlusconi, effettuare con semplici emendamenti e in maniera assolutamente pacifica, quella riforma delle pensioni che altri in Europa non riescono a completare.

La difesa a Bruxelles infine degli svantaggi portati dal nostro elevato debito pubblico è stato un altro pilastro dell’azione governativa, tanto che il concetto, o meglio il correttivo, dei beni e dei risparmi appartenenti alle famiglie, alle imprese, alle banche sta entrando in funzione. Purtroppo, al di là del disinteresse mostrato verso quelli che sono gli aspetti reali della vita concreta dei cittadini, cioè verso l’economia, molti dei grandi cronisti dimenticano anche la realtà dei dati: per esempio, si scrive che l’Italia, nel 2010, ha visto aumentare il proprio Prodotto interno lordo, ovvero la somma della ricchezza interna, dell’1,1%, mentre la Francia lo ha aumentato del 1,5%. Ma non si dice al contempo che mentre il livello deficit/Pil in Italia è già al 5% e si avvia rapidamente a tornare sotto il 3%, indicato come obiettivo preciso da Bruxelles per il 2013, quello stesso dato in Francia viaggia ancora tra il 7 e 8%. Si parla anche dei favolosi progressi della Germania, ma non si dice che in quel Paese si è goduto di maggiori aperture da parte dell’Unione Europea. Né si guarda alla situazione delle banche che in Italia è moto più tranquilla in quanto non contempla esposizioni verso l’Est in misura rilevante come in altri partner forti dell’Ue.

Dunque, nessuno pretende di dare lezioni, ma non sarebbe stato meglio se i grandi giornali avessero dedicato maggiore spazio a quella conferenza stampa che faceva il punto di ciò che interessa realmente ai cittadini senza badare prima a quel gossip che, da quanto risulta, non fa vendere neanche una copia in più?

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