lunedì 23 maggio 2011

Il nodo di Milano è tutto qui

La contesa su Milano potrebbe utilmente mettere in luce le differenze programmatiche tra sinistra e destra nel governo di una grande città.
Milano è una delle città che pesa di meno sulle tasche dei suoi cittadini: a Milano non si applica l’addizionale comunale all’IRPEF; a Milano non è stata aumentata alcuna tariffa per i servizi pubblici; a Milano l’acqua costa mediamente meno che nel resto d’Italia e i servizi alla persona sono costantemente cresciuti in qualità e quantità. A Milano i servizi funzionano e, per merito di buone politiche espansive, la possibilità di lavoro e di intrapresa per i giovani c’è ancora.
Questi risultati sono stati possibili grazie ad una severa gestione del denaro pubblico, tagliando gli sprechi e valorizzando il patrimonio comunale, a partire dalla creazione del colosso A2A, oggi protagonista dell’industria energetica mondiale, capace di fornire dividendi alla città i cui utili sono serviti proprio a tenere basse le tariffe dei servizi.
A tutto questo si aggiunge il grande successo dell’amministrazione milanese sull’Expo che produrrà investimenti e migliaia di posti di lavoro nei prossimi anni. Tutto ciò è confortante garantisce della capacità di fare un uso intelligente delle nuove forme di autonomia che arrivano dal federalismo fiscale.

In caso di vittoria di Pisapia è quasi certo che il prelievo a danno dei cittadini sarebbe immediato ed ingente, essendo espressamente indicato nel suo programma elettorale nel quale si prevede la revisione del Catasto finalizzato ad aumentare il carico sulla casa, l’introduzione di una nuova tassa sul transito in città e sull’utilizzo dei servizi urbani. Saranno diverse naturalmente le forme di controllo del territorio, le scelte sui campi nomadi , i rapporti con la comunità islamica più radicale che sembra incline a pretendere norme in deroga rispetto alle normali condizioni imposte ai cittadini italiani.
Saranno anche diversi i rapporti con la sinistra radicale le cui richieste (posto di lavoro garantito, assegno di disoccupazione generalizzato, limiti alle scelte delle singole imprese senza il preventivo assenso dei lavoratori…) presuppongono una inversione completa del modello espansivo della città.

Lo scontro è così radicale anche perché - per la prima volta e per demerito del PD - la capitale economica d’Italia rischia di essere consegnata al governo della sinistra più ideologizzata molto propensa a rovesciare alla radice un modello di sviluppo che fino ad ora ha dato ottimi frutti. Basta ricordare, una per tutte, cosa ha combinato la preminenza ideologica di Pecoraro Scanio nel governo del Paese.

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