martedì 10 maggio 2011

Neanche il provvedimento sulle spiagge piace al Governatore Errani. Invece agli operatori e alle imprese che hanno costruito la fortuna turistica del litorale romagnolo piace molto perché tutela le aziende e gli investimenti

pict007Il Decreto Tremonti è un riconoscimento del valore delle imprese turistiche della costa attraverso l’individuazione di un regolamento lineare. Ora dovremo attendere la pubblicazione della norma per leggerne l’intero contenuto, ma è chiaro sin d’ora che tale dispositivo non favorirà alcuna cementificazione, né consentirà l’installazione di eventuali recinzioni sull’arenile: l’accesso alla spiaggia resterà garantito e la tutela dell’ambiente sarà comunque assicurata dai Piani demaniali attuativi.
Qualunque polemica sollevata da associazioni ambientaliste è evidentemente strumentale e fine a se stessa, come quella del governatore Errani. Fermo restando il diritto di passaggio sulle spiagge, ha riconosciuto ai concessionari il ‘diritto di superficie’ sui terreni su cui insistono gli insediamenti turistici, ossia chioschi, stabilimenti balneari o strutture ricettive e il diritto di superficie avrà la durata di 90 anni e sarà consolidato dal pagamento annuale di un corrispettivo all’agenzia del Demanio, calcolato sulla base di valori di mercato. La spiaggia, ovviamente, resterà invece pubblica, ossia bene demaniale.
Tale provvedimento è un riconoscimento nei confronti del valore delle imprese della costa italiana che rappresentano una ricchezza per l’economia nazionale, e quel Decreto oggi ha fissato un regolamento chiaro. Sono evidentemente strumentali le polemiche di alcune associazioni ambientaliste, perché riconoscere il diritto di superficie sulle strutture turistiche esistenti non significa incentivare la cementificazione della spiaggia, né consentire l’installazione di recinzioni. E’ bene ricordare infatti che il rispetto dell’ambiente è ampiamente garantito dai Piani demaniali attuativi.
In altre parole il Decreto Tremonti non incentiva né autorizza la realizzazione di opere sulla spiaggia, ma piuttosto tutela aziende storiche, sulle quali alcuni imprenditori hanno investito centinaia di migliaia di euro. Non solo: per il nostro litorale il Decreto Tremonti rappresenta chiaramente un incentivo a investire in modo ecosostenibile, ossia garantendo la tutela dell’ambiente e del litorale, innovando ma utilizzando solo ed esclusivamente elementi leggeri e naturali.
La proprietà dei beni resterà sempre dello Stato, ma da oggi si è legittimata la prosecuzione delle imprese. A questo punto attendiamo di leggere tutto il testo del Decreto, dopo che la legge verrà pubblicata il prossimo 17 maggio, una legge che ha restituito fiducia e impulso a investire ai nostri concessionari. Il Decreto Tremonti non annulla la Direttiva Bolkestein, secondo la quale comunque tutte le concessioni, ossia i tratti di arenili, andranno a bando nel 2015. La battaglia avviata da mesi dalle imprese balneari prosegue per continuare a chiedere una deroga alla Bolkestein, ossia l’esclusione delle imprese balneari che vanno considerate una specialità e una eccellenza italiana, al fine di tutelare le aziende storiche e impedire infiltrazioni sospette dai mercati stranieri. E la reazione odierna dell’Unione Europea al Decreto Tremonti non ha fatto altro che accrescere le nostre preoccupazioni e la convinzione della necessità di attivare un’azione quanto più corale possibile per tutelare un patrimonio che non appartiene solo ai balneatori, ma appartiene a tutto il territorio per tutelare famiglie che hanno investito ogni proprio bene per incentivare il turismo e per salvaguardare centinaia di posti di lavoro.

Nessun commento:

Posta un commento