martedì 16 marzo 2010
Sulle modalità di nomina degli scrutatori le cose sono un po’ più complesse di quanto il PD casolano e il Sindaco Iseppi vogliono far credere. La questione taglia trasversalmente i partiti perché in ballo ci sono posizioni di rendita politica dure da superare.
I redditi dei nostri parlamentari
lunedì 15 marzo 2010
La nomina degli scrutatori: un sistema che privilegia il clientelismo dei partiti a scapito degli interessi della collettività. Avevamo chiesto alla sinistra di ritornare al sorteggio ma naturalmente hanno preferito continuare nelle chiamate dirette.
Promemoria: Allo Scrutatore di seggio spetta una indennità in denaro, la cui entità è stabilita per legge e varia in funzione del numero di elezioni che si svolgono nel medesimo giorno. Tale onorario non costituisce reddito e, dunque, non va indicato nella dichiarazione dei redditi del percipiente. L’ onorario, per le regionali del 2010 è di 120 euro (che sale di 25 euro per ogni elezione aggiuntiva alla prima, con un massimo di 4 maggiorazioni)
Ravenna:
Paola Frenna - dalle 9.30 alle 12.30 – tel. 0544460559
Adriana Santamaria - dalle 15.30 alle 18.30 – tel. 0544460559
Faenza:
Luciano Spada - cell.3481422821
Italia Maiellaro - cell.3200566223
Lugo:
Primo Costa - cell.335490334
Angela Scardovi - cell.3333750016
Cervia:
Alessandra Coatti - cell.3482606824
Paolo Savelli - cell.3333306727
sabato 13 marzo 2010
In nessun Paese normale il capo del governo può essere registrato a sua insaputa da un maresciallo su ordine di un sostituto procuratore: l’operazione di accerchiamento del governo è in atto per abbatterlo, con le buone o con le cattive.
L’Eco della Procura ieri ha comunicato che Berlusconi è indagato a Trani per una vicenda riguardante la tv di Stato. Perché un magistrato d’una piccola cittadina, incaricato di occuparsi di reati che accadono in Puglia, debba interessarsi dell’emittente pubblica con sede a Roma è uno di quei misteri poco gloriosi i quali dimostrano la generale confusione dei tribunali italiani. Ma lasciando perdere queste quisquilie, andiamo al sodo.
Al Cavaliere viene imputato di aver telefonato al direttore del Tg1 e a un membro dell’authority delle comunicazioni, lamentandosi di programmi d’informazione della Rai e minacciando di chiuderli. Volendo dimostrare che il presidente del Consiglio non ama Santoro, Floris e Serena Dandini non c’era bisogno di gettare soldi pubblici registrando ore di conversazioni, bastava rileggersi alcuni titoli di giornale delle passate settimane e degli anni scorsi.
Da quando si è buttato in politica il premier ingaggia una battaglia corpo a corpo con quelli che considera degli occupanti della tv di Stato e nel 2001 non esitò ad accusare il conduttore di Annozero e i suoi compagni di uso criminogeno della Rai. La novità di quest’inchiesta non sta dunque nel tentativo di far tacere chi secondo Berlusconi fa campagna per la sinistra con la tv pubblica e nemmeno nelle conversazioni tra il capo del governo, un giornalista e il membro di un’autorità garante.
Fingere che nel passato non ci siano state relazioni intense tra Palazzo Chigi, i direttori dei tg e i dirigenti dell’emittente sarebbe ipocrita. Nessun presidente del Consiglio si è mai fatto scappare l’opportunità di condizionare la Rai. Esistono aneddoti e perfino libri che ricostruiscono l’influenza del potere politico sulla tv e a nessun pretore è mai venuto in mente di avviare un’indagine. La vera novità semmai è che qualsiasi ufficio periferico della giustizia è in grado, se vuole, di ascoltare tutto ciò che dice il capo del governo. Lo avevamo già intuito un paio d’anni fa, quando alcune conversazioni di Berlusconi erano finite in un procedimento della Procura di Napoli e da qui direttamente sul sito dell’Espresso. Oggi però ne abbiamo la conferma, con la pubblicazione delle intercettazioni su il Fatto quotidiano. Il nostro è il presidente più ascoltato al mondo e per fortuna che al cellulare parla solo di donne e di tv: riferisse ciò che dice a Putin o a Obama, rischieremmo di leggere in prima pagina qualche segreto internazionale o il resoconto di un vertice.
In nessun Paese normale il capo del governo può essere registrato a sua insaputa da un maresciallo su ordine di un sostituto procuratore. E non importa che vi sia una legge la quale obbliga a chiedere l’autorizzazione per usare le conversazioni intercettate di un parlamentare: le norme sono fatte per essere aggirate. Quanto meno se c’è di mezzo Berlusconi. Se invece i registrati sono D’Alema o Bersani no: ai tempi dell’inchiesta Unipol le conversazioni del primo furono insabbiate e dichiarate inutilizzabili, quelle del secondo invece non dovettero neppure essere insabbiate perché non emersero mai dalla sabbia.
Le vicende di questi giorni comunque dimostrano una sola cosa, ovvero che l’operazione di accerchiamento del governo è in atto. Rispetto al passato, si è adottata una strategia diversa: non più un solo attacco, ma una miriade di offensive, contro il Cavaliere e pure contro quelli che sono considerati i suoi scudieri. Che si tratti di sottosegretari o di direttori non fa differenza: l’obiettivo rimane quello di abbatterli, con le buone o con le cattive. Non sappiamo come finirà. Berlusconi ha dimostrato di riuscire a rimontare i momenti più difficili e come i gatti ha dato prova di avere sette vite. Ma in questo momento appare più isolato del solito e non vorremmo che le vite cominciassero a scarseggiare.
giovedì 11 marzo 2010
I seggi elettorali nelle ex medie? Neppure a parlarne. Creeremmo disagio a un paio di associazioni. L’assessore Ricciardelli risponde così ad una nostra interrogazione
A noi sembrava ragionevole chiedere lo spostamento dei seggi elettorali dalla nuova scuola, appena ristrutturata alla vecchia scuola media, destinata ora dall’amministrazione Iseppi ad ospitare la cosiddetta casa delle associazioni.
Tutti sanno quanto sia negativa la chiusura della scuola per una, se non per due tornate elettorali all’anno. Ne patiscono sia l’attività didattica che la normale organizzazione delle famiglie costrette a ricorrere a sistemi di fortuna per accudire i figli per più giorni lavorativi. Sulla necessità di liberare gradualmente le scuole dall’ingombrante presenza dei seggi, al pari di quanto si sta facendo in tutta Europa, c’è una larga condivisione: concordano prefetti e autorità scolastiche, comuni e provincie, associazioni dei consumatori e sindacati.
Forti della favorevole circostanza rappresentata dalla piena disponibilità dell’ex scuola media, avevamo presentato una interrogazione per sondare gli intendimenti di Iseppi sicuri che ci avrebbe risposto che per quest’anno era ormai tardi, ma che per i prossimi condivideva l’idea.
Si stenta a crederci ma la secca risposta verbale dell’assessore Claudio Ricciardelli è di quelle che lasciano esterrefatti: né per quest’anno, né per il futuro l’amministrazione comunale intende trasferire i seggi elettorali perché non ne ravvisa l’utilità e perché non si vuole creare un disagio alle associazioni che in futuro si pensa di allocare nei locali.
Ci permettiamo solo di far notare la singolare attenzione per il minimo disturbo (ma proprio minimo) eventualmente procurato ad una o due associazioni, ma non quello assai rilevante procurato alla scuola e alle famiglie!
Cosa dire? Nulla di più. Possiamo solo, ancora una volta, chinare la testa, avviliti e sconsolati di fronte a questi incomprensibili comportamenti.
(Questo il testo della nostra interrogazione)
mercoledì 10 marzo 2010
Un vero esempio di buona amministrazione: alla fine tra Con.Ami e Comune chi paga sono gli Imolesi
Si cerca chiarezza e si trova il Lussemburgo. Riccardo Mondini, capogruppo dell’Unione di centrodestra, continua a indagare sulla situazione di Formula Imola, la società di gestione dell’autodromo di Imola dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna. “Dopo aver richiesto più volte al nostro rappresentante Montroni (presidente ConAmi, ndr) la visura camerale delle società che detengono il capitale di controllo di Formula Imola, abbiamo provveduto con mezzi propri”, ha detto ieri in commissione autodromo. E cosa ha scoperto? Che il “ConAmi, ente pubblico che gestisce soldi pubblici, è per il 66% di capitale del Comune di Imola e partecipa con il 20% in Formula Imola che gestisce l’autodromo in società con ’Motorsport eventi’”.
E quale sarebbe la carta d’identità di questa società? “E’ di proprietà di totale maggioranza della Industrial Resources Investiment del Lussemburgo - rivela Mondini - con amministratore unico tale Monza Alessandro (che Montroni ha detto essere l’avvocato che ha trattato con Mis Mas per scongiurare il fallimento), e per 10mila euro su 510mila di capitale sottoscritto totale dalla Sofir Bologna”. Il consigliere si chiede allora: “Come mai nessuno si è mai occupato del fatto che la parte pubblica è in società con dei privati del Lussemburgo di cui non è facile avere notizie?”.
Secondo Mondini, poi, “quello che più conta è che tale società sembra avere un capitale irrisorio rispetto alle bisogna della gestione dell’autodromo e partecipa con poco più del 50% a Play Media Company, che non ha partecipazioni su Motorsport eventi”. L’azionista della lussemburghese Industrial Resources Investiments “sembra essere Selvatico, nominato presidente del Cda”. Mondini conclude chiedendo: “Che tipo di vigilanza ha svolto ConAmi attraverso il rappresentante del Consorzio nel Cda, Daniele Montroni?”. “La discussione su Motorsport eventi è già stata fatta - ha replicato Montroni -, che ci fosse una società lussemburghese lo si era già detto sei mesi fa quando c’è stato il passaggio di quote da Norman 95”.
Tutti ormai hanno capito che dietro certi soggetti che si presentano alla città come "salvatori dell'autodromo" c'è il nulla. Ciò spiega anche la facilità con cui si susseguono i fallimenti senza che in realtà nessuno fallisca davvero e i debiti rimangono sul groppone degli imolesi tramite Con.Ami, Comune etc. Un vero esempio di buona amministrazione.
martedì 9 marzo 2010
Un disastro il piano casa della Regione Emila Romagna
Il piano caso per le giovani coppie è stato un fallimento". La segnalano Gianguido Bazzoni, candidato del Popolo della libertà al Consiglio regionale e Laura Baldinini, capogruppo del Pdl a Lugo.
Dei 703 alloggi per le giovani coppie infatti ne sono stati assegnati solamente 27 in tutta la regione, di cui uno solo in provincia di Ravenna, a Massa Lombarda.
Le cause, spiegano gli esponenti del Pdl, sono da ricercare nei criteri eccessivamente restrittivi per accedere ai contributi regionali. Dei 13 milioni di euro investiti nel progetto regionale, ne sono stati utilizzati, fino ad ora, soltanto 276mila.
Il provvedimento dunque, a conti fatti, assume un carattere demagogico e propagandistico. “Se la Regione vuole veramente attuare un piano casa sensato e adeguato alle esigenze di cittadini e imprese dia corso a quello previsto dal governo Berlusconi rimettendo mano alla legge regionale 6/2009.
Quel documento, probabilmente per un pregiudizio ideologico, impedisce la corretta applicazione del piano casa del governo in Emilia-Romagna In ogni caso servono nuove case popolari di qualità, non gli ennesimi casermoni in stile sovietico che vanno a formare quartieri ghetto.
Credo anche che per le vecchie case Acer serva una cessione agevolata agli attuali inquilini. Allora potremmo cominciare a parlare seriamente di una politica per la casa.
domenica 7 marzo 2010
venerdì 5 marzo 2010
Unione dei Comuni: una piccola creatura, ahinoi, nata già vecchia.
L’Unione dei comuni della collina faentina ha approvato giovedì 4 Marzo il suo primo bilancio con il voto contrario dei tre consiglieri Marta Farolfi, Stefano Bertozzi, Fabio Piolanti. Si è trattato di un atto con il quale è stato sancito il definitivo abbandono della vecchia comunità montana e l’avvio di un processo più complesso e più articolato delle gestioni associate.
Il bilancio presentato gestisce 2.498.497,83 euro: al suo interno le spese correnti coprono circa il 48% e le spese in conto capitale assommano al 24%.
In occasione del bilancio la giunta Ponzi ha fatto una duplice operazione: ha sostanzialmente ribaltato sul 2010, il bilancio 2009 della vecchia comunità montana non introducendo alcuna significativa variazione agli standard operativi e qualitativi preesistenti, ma contemporaneamente ha indicato alcune linee tendenziali che dovrebbero costituire l’asse portante della futura trasformazione dell’Unione. La giunta auspica: “il superamento della sovrapposizione di enti di governo e di gestione di servizi negli stessi ambiti territoriali mediante unificazione in capo ad un solo ente di compiti e responsabilità” e richiama la necessità di “cogliere inderogabili esigenze di contenimento della spesa, di razionalizzazione e specializzazione nell'utilizzo delle risorse umane, [per arrivare] all'estensione delle gestioni associate ad altre decisive funzioni e servizi. In questo contesto sarà opportuno verificare ulteriori servizi da trasferire in gestione all'Unione, individuabili tra quelli delle aree tecnica e urbanistica, dei servizi finanziari, degli affari generali e dei servizi alla popolazione”.
In linguaggio corrente - traducendo da un ermetico burocratese di stretta derivazione regionale - si dice che occorre fare chiarezza sulla ripartizione dei poteri tra Comuni e Unione e che occorre decidere se mettere assieme anche gli uffici tecnici, le ragionerie, le anagrafi e gli altri servizi alla popolazione. E’ molto. Molto di più di quanto la timida direzione politica della Ponzi avrebbe voluto ma è chiaro che come sempre le scelte arrivano preconfezionate da Bologna ed è quindi possibile che in futuro questo processo cammini con ben maggiore celerità di quanto invece si volesse fare nel PD collinare.
La parte economico contabile più significativa del Bilancio rappresenta una invariata riproposizione dei temi comunitari dalla viabilità comunale e rurale (finanziata da Regione, Provincia e Comuni con 326mila euro), alla forestazione (finanziamento regionale per circa 20mila euro) alla tutela della risorsa idrica (finanziata dalla regione per circa 50mila euro). Niente di diverso dal passato.
Per il resto c’è davvero poco e l’impressione che si trae da questi primi passi della direzione Ponzi è che, per ora, la complessità dell’idea unitaria dei piccoli comuni collinari si stia annacquando in una visione burocratica e passiva. Il timore è che i comuni per effetto della delega abbiano abbassato l’attenzione su materie rilevanti come il controllo geologico del territorio, le gestioni e le razionalizzazioni del personale, la rete informatica, le politiche abitative, la protezione civile, l’offerta turistica, i servizi sociali nelle loro specificità collinari, l’ufficio di PAE e di PSC, il verde pubblico senza che dall’altra parte sia presente e attiva una vera capacità progettuale e di coordinamento. Lo stato disastroso del turismo collinare sembrerebbe confermare questa ipotesi.
E’ pur vero - ed è l’unica attenuante - che l’Unione ha poche risorse economiche a causa dei tagli concentrici di Governo, Regione, Provincia ma è anche vero che l’Ente non è andato molto più in là della doglianza investendo poco in una riflessione progettuale interna per un miglior uso delle risorse.
Al riguardo potrebbero risultare significativi un paio di esempi emersi anche nel corso del dibattito consigliare. Non ha grande senso continuare ad alimentare la spesa per mantenere una sede autonoma dell’Unione a Fognano spendendo all’incirca 50mila euro all’anno quando gli uffici e i servizi dell’ente potrebbero essere accolti in una o in più sedi comunali realizzando tra l’altro un avvicinamento ai cittadini. Non sembra avere grande senso continuare a spendere rilevanti somme di denaro per andare ad acquistare ordinaria progettazione tecnica all’esterno (architetti e ingegneri) quando un potenziamento e una razionalizzazione degli uffici tecnici dell’unione potrebbero comportare significative economie. Basti riflettere sul fatto che nel 2009 si sono spesi 170mila euro di incarichi di progettazione e nel 2010 si pensa di spenderne 150mila.
Insomma l’Unione dei comuni della collina faentina muove i primi passi ma i vizi congeniti che caratterizzano la gestione della sinistra nel governo delle realtà territoriali (visione centralistica, mancanza di autonomia, indifferenza alla spesa pubblica, obiettivi di corto respiro) si vedono tutti e la piccola creatura, ahinoi, sembra nata già vecchia.
La condanna a morte dell’ospedale di Faenza sembra già decisa. Raffaella Ridolfi del PDL e Tiziana Bagnolini della Lega denunciano la distruzione della sanità faentina
mercoledì 3 marzo 2010
Martina, la bambina che non voleva dormire...
Da “La Stampa” di oggi, Buongiorno di Massimo Gramellini
martedì 2 marzo 2010
Gianguido Bazzoni, candidato Pdl alla Regione, ha incontrato gli agricoltori
lunedì 1 marzo 2010
Elezioni nel Lazio: sondaggio Microcosmos pubblicato il 1/3/2010
Committente/ Acquirente: Ed. Graficoop s.c.p.a. - Diffuso e pubblicato da Corriere Nazionale il giorno 27 febbraio 2010 (pag. 8-13)
Criteri seguiti per la formazione del campione:
Le interviste sono state effettuate su un campione della popolazione sopra i 18 anni, stratificato per sesso, età e territorio (5 province), con proporzionalità entro i comuni per sesso dell’intervistato
Metodo di raccolta delle informazioni:
Sondaggio di opinioni con Interviste telefoniche dirette – metodologia C.A.T.I.
Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
1.072 casi, scelti casualmente da liste telefoniche, rappresentativi dei cittadini del Lazio di maggiore età pari a 4.679.760 unità (Fonte DEMOISTAT – 2010) - Errore di campionamento +/-3,1% Propensi a non andare a votare 11,2% Indecisi 17,5% Intervalli di confidenza al 95% calcolati con la tecnica Bootstrap e il Corrected Accelerated Percentile (Polverini 43,7%-52,0%, Bonino 42,9%-52,1%, Baldi 0,3%-1,7%, Fiore 0,9%-2,9%, Marzoli1,1%-3,0%)
Data in cui è stato realizzato il sondaggio:
Tra il 22/02/2010 ed il 25/02/2010