Il dibattito vero non è ancora iniziato che già i Grillini rivendicano una sorta di primazia sulle critiche alla nascente Unione della Romagna faentina quando invece la denuncia del vistoso affanno e della crescente approssimazione che ha accompagnato la nascita del nuovo aggregato amministrativo appartiene a tutte le opposizioni nel loro insieme.
Chi ha seguito il dibattito nei vari momenti istituzionali sa bene che a più riprese sono stati avanzati al Pd, architetto dell’operazione, tre rilievi di sostanza e di metodo.
Il primo attiene al disegno d’insieme perché non si può ragionevolmente pensare di creare un nuovo ente territoriale senza avere a riferimento la ricomposizione delle funzioni e dei compiti derivanti dalla chiusura delle province e dal riallineamento dei compiti tra regioni, comuni ed enti intermedi, le unioni appunto, che però stanno nascendo in modo disordinato ed improvvisato quando invece di tutto avremmo bisogno meno che di un altro stanzone pieno di poltrone.
Il secondo deriva dalla necessità sacrosanta di uscire dalla logica frazionale dei campanili per provare ad amministrare con più efficienza fornendo ai cittadini servizi migliori ma su scala territoriale diversa (tutta roba che è più facile a dirsi cha a farsi). Il che avrebbe comportato una dichiarazione preliminare sugli ambiti sovracomunali sui quali l’Unione doveva esercitare la propria progettualità istituzionale
Il terzo infine presupponeva che all’atto della costituzione dell’Unione i comuni dichiarassero i servizi da conferire alla gestione associata accompagnando il conferimento agli studi di fattibilità e di convenienza.
Nulla di tutto ciò è stato fatto e per ora l’Unione mette assieme solo i consiglieri perché, unico caso in Emilia Romagna, non sappiamo quali servizi saranno oggetto di consociazione tra i sei comuni. In sostanza abbiamo creato il contenitore senza sapere quale sarà il contenuto.
Questo è il vero problema, non piccolo né irrilevante, della nostra nuova aggregazione amministrativa sulla quale peraltro i comuni minori confidano come l’asmatico grave confida nella bombola d’ossigeno.
Spiace dirlo ma quasi tutto è nelle mani del Partito Democratico che fino ad ora, sulla Romagna Faentina non ha dato di sé una gran prova.
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