giovedì 10 novembre 2011

Un governo tecno-burocratico? No grazie

al votoDopo di me il diluvio. Il diluvio elettorale. E’ normale che Berlusconi senta la pressione, che ha le sue ragioni, in favore di una soluzione intermedia tra le sue imminenti dimissioni e il voto. E’ psicologicamente, tatticamente normale che lasci correre voci bestiali e confuse su governi di emergenza, di larghe intese, di allargamento della maggioranza.
Ma Berlusconi sa due cose, che sono inscritte nel suo dna di avventuroso uomo di stato e fondatore di un’Italia molto diversa dal passato. La sua vera grande riforma e la sua carta di assicurazione, sia quando è stato all’opposizione per lunghi anni sia quando ha governato con alterni successi, è il mandato popolare diretto a governare.
Sfiorita quella certezza, quell’ancoraggio, quella caratura senza prezzo della sua opera, sfiorita l’opera. L’altra cosa che Berlusconi sa, anche perché è un uomo di business, è che il tentativo di offrire il suo scalpo ai mercati e anche alle forze speculative in manovra intorno ai mercati, è la sua condanna, un rogo espiatorio, e la condanna del paese: un pastrocchio tecnico comminerebbe all’Italia rigore e stagnazione, rigidità e ortodossia fiscale ma non sviluppo e lavoro, investimenti e apertura dell’economia a un risanamento e a una ripresa duraturi.

Infine Berlusconi sa che un accordo tra gentiluomini con il capo dello stato è in vigore, e non c’è alcuna ragione al mondo per sacrificare questo atto ragionevole, questo percorso rapido e rispettoso di tutti verso l’esito più probabile della crisi politica, cioè il voto in tempi stretti e la scelta di un governo maggioritario, sull’altare delle urla scomposte dell’esercito di piccoli demagoghi che predica il baratro allo scopo di preparare l’abisso, il trionfo dei lobbismi di quart’ordine, sociali e civili, che hanno portato a questa situazione.
Berlusconi è contrario, come molte persone con la testa sulle spalle, a istituzionalizzare la paralisi per un piatto di lenticchie consociative. Andiamo avanti con il tran tran, contrattiamo vantaggi settoriali, mettiamo tutti dentro una caotica ammucchiata il cui primo prezzo sarebbe il distacco della Lega e un’opa democristiana sul Popolo della libertà: questo alla fine gli propongono i tremebondi, e questo è precisamente il funerale di terza classe di tutta la sua storia e della sua immagine.

Possiamo sbagliare ma neghiamo in radice che Berlusconi lasci il campo a un governo tecnoburocratico. Si vota.

Il Foglio 10/11/2011

4 commenti:

  1. ".....è il mandato popolare diretto a governare"

    Vi ricordo che l'Italia è una repubblica parlamentare, quindi nessuno ottiene il mandato diretto a governare!

    In riferimento alle decisioni sul post-Berlusconi IV, credo che la parola di Berlusconi valga percentualmente per il numero di seggi del PdL; a prendere la decisione sarà solo ed esclusivamente Napolitano, sentiti tutti i gruppi parlamentari.

    Walter

    RispondiElimina
  2. Già abbiamo un Presidente della Repubblica eletto -non certamente dal popolo-che ne avrebbe diritto ora vogliono mettere sullo scrano piu alto della politica del paese un Signore -non certamente eletto dal popolo-mi chiedo:
    LA DEMOCRAZIA DOVE CAVOLO E' ANDATA A FINIRE?????
    gianmaria

    RispondiElimina
  3. ciao gianmaria, non vorrei sembrare scortese, ma hai una vaga idea del sistema parlamentare italiano e della democrazia parlamentare in particolare?

    ciao e buone cose.

    RispondiElimina
  4. certamente dal basso della mia cultura non universitaria credo di averne una vaga idea quindi detto questo provo a spiegarmi
    Sono consapevole che il Presidente è e deve essere eletto dal parlamento ma penso mi sia permesso dissentire in più credo di poter dire che altri hanno più volte ventilato l’idea che ciò doveva cambiare andando ad una elezione diretta del Presidente della Repubblica detto ciò penso –ma posso sbagliarmi – che il Presidente della R. debba in casi straordinari (caduta di un governo in carica) formare un governo di TRANSIZIONE il quale rimarrà in carica per il tempo necessario -60-90 gg- il quale come obiettivo primario avrà il dovere di traghettare i partiti a nuove elezioni ridando al POPOLO IL SACROSANTO DIRITTO DI SCEGLIERE DEMOCRATICAMENTE CON IL VOTO CHI DOVRA’ GOVERNARE . dove naturalmente votando un partito o coalizione si vota seppur indirettamente anche il futuro capo del Governo
    Sempre dal basso della mia cultura non U. non trovo traccia di una qualsivoglia legge o dovere riferita al P.della R. che dica che il Presidente possa o debba formare un governo duraturo togliendo ai cittadini il diritto dovere di votare ed è per questo che dico MA LA DEMOCRAZIA DOVE CAVOLO E’ ANDATA A FINIRE?????
    Tanto per essere puntigliosi ti spiego anche perché penso sia giusto che il popolo elegga direttamente il P.della R.e che non sia il parlamento
    Credo che il P. debba essere una persona al di sopra delle parti e che sia capace di essere apolitico ora se guardiamo gli ultimi P. di apolitici nessuno al di sopra delle parti nessuno (basti guardare la storia politica di Giorgio Napolitano ) iscritto al PC russo al PCI una persona con le idee politiche molto chiare un politico –posso pure sbagliare – che scriveva sull’unità che le BR erano compagni che sbagliavano e non luridi assassini un politico che firmo autorizzo assieme a Togliatti l’invasione del 56 in Ungheria –a nome del PCI e sempre potendomi sbagliare dissero che nel nome del partito un qualche sacrificio doveva essere fatto senza probabilmente tener conto che di vite umane si parlava se poi in un micro libro letto da quattro gatti e due cani chiese a suo tempo delle pseudo scuse a me ma penso ad altri poco importa.
    Quindi e arrivo al punto siccome così a me pare non funzioni bene mi chiedo perché non provare a dare la parola al popolo tanto per rimanere in democrazia
    Intendiamoci non parlamentare ma popolare????
    gianmaria

    RispondiElimina