mercoledì 8 giugno 2011

Anche Matteo Renzi riconosce l’inconsistenza del secondo referendum sull’acqua

Matteo-Renzi-acqua-300x225A pochi giorni dal referendum del 12 e 13 giugno a dare ulteriore materia di discussione politica arrivano le dichiarazioni di Matteo Renzi. Il primo cittadino di Firenze, dopo aver manifestato qualche dubbio nelle scorse settimane, ha infatti reso nota la sua intenzione di votare No al secondo quesito referendario, avente per oggetto la possibilità per i gestori del servizio idrico di caricare sulla bolletta un costo ulteriore fino al 7% in modo da avere profitti garantiti.

Insomma, sulla scheda di colore giallo Renzi opterà con decisione per il No, con una scelta che di fatto rompe la grande compattezza con la quale l’intero centrosinistra sembrava approcciarsi ai temi del referendum. Un “effetto collaterale” che non sembra preoccuparlo più di tanto, dal momento che, come dichiarato al Fatto, “quella che si vuole abrogare è una legge del 2006, Governo Prodi e firmata dal ministro Di Pietro, dovevamo riflettere allora. Come dissi anche io che non ero da un’altra parte, ma nel Pd. Oggi quella legge mi comporterebbe andare a chiedere qualcosa come 72 milioni di euro ai fiorentini, e non posso permettermelo”. Poco importa se una posizione del genere potrebbe causare qualche grattacapo ai democratici, perché “io continuo sulla strada della coerenza e se il Pd cambia idea a seconda del vento che tira non è un problema mio”.

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