martedì 18 maggio 2010

Opposizione, sei unica

1q2879[1] Muore un soldato e subito «ritiriamoci», non muore un soldato e chissenefrega: fine della politica estera dell'opposizione.

Pierluigi Bersani, circa le truppe inviate in Afghanistan, ha detto che occorre riflettere «come sta facendo il presidente Obama»: forse ignora che Obama ha triplicato i soldati rispetto a quelli spediti da Bush.

Poi, vabbeh, c'è Di Pietro. Solo ieri ha lanciato un referendum sul nucleare, uno sull'acqua, uno sul legittimo impedimento, poi è andato in tournee giudiziaria a Firenze, poi ha fatto dichiarazione sulle primarie, poi una sulla Grecia, poi ha polemizzato con Gasparri, infine eccoti l'analisi geopolitica sull'Afghanistan: «Siamo passati dalla guerra al terrorismo alla guerra guerreggiata».
Chiaro. A casa,dunque. Parliamo di uno che nel 1999 era stra-favorevole alle truppe in Kosovo (disse che bisognava bombardare anche a Pasqua) e due mesi dopo divenne pacifista gettando dei fiori bianchi nell'Adriatico: «Si possono uccidere persone innocenti? Si può, dall’alto delle nuvole, buttare bombe a grappoli?».

Parliamo di uno che nel 2004 era stra-favorevole alle truppe in Iraq e che poi, dieci mesi dopo, riuscì a esporre la bandiera arcobaleno assieme a quella degli Stati Uniti prima di chiedere il nostro immediato ritiro: «La guerra in Iraq va definita come un’occupazione».

Opposizione, sei unica.

1 commento:

  1. Più che a bonificare il territorio con le armi bisognerebbe iniziare a pensare a dare un'alternativa a quei molti afgani che sopravvivono solo coltivando oppio o arruolandosi nelle truppe talebane. Altrimenti non basteranno trent'anni di occupazione militare (visto che anche sotto le occupazioni militari la coltivazione ed il commercio all'ingrosso di droga fioriscono: Vietnam docet).

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