giovedì 15 aprile 2010

L’ignobile attacco del PD al Sindaco leghista di Andro che ha preteso che le rette del servizio di refezione scolastica fossero pagate da quanti non sono stati esentati dai servizi sociali.

PAKISTAN DAILY LIFENel sito del PD casolano viene riportato un articolo che attacca in modo pesante e, per alcuni aspetti vergognoso, la Lega Nord e la sua politica amministrativa.
La Lega non ha certo bisogno dell’aiuto del PdL per difendersi, ma dato che l’attacco  è particolarmente volgare e punta la Lega per colpire in realtà tutto il centro destra, qualche precisazione sentiamo di poterla fare proprio partendo dalla vicenda di Andro che viene così raccontata dal PD:
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L’impressione è che il PD viva veramente fuori del mondo perché su questa vicenda più volte  la gente di Andro, prima ancora che il sindaco leghista, ha detto che non ci sta a farsi prendere per il naso: se c’è un servizio a pagamento, è giusto che tutti paghino. Chi più, chi meno, in base alle proprie possibilità e quanti non ce la fanno si possono rivolgere ai servizi sociali.
La vicenda è tutta qui: la mensa è gestita da un’associazione parascolastica di genitori, la quale applica tariffe di poco più di un euro al giorno per le famiglie a reddito minimo e fino a quattro per quelle che guadagnano di più. In totale fanno 22 euro al mese nella fascia bassa, ma qualcuno non vuole versare neppure quelli e così il buco si è allargato via via.
Lettere e richiami non sono serviti a nulla e alla fine il sindaco, il quale l’anno scorso aveva ripianato il disavanzo con oltre 50 mila euro (dovendo pagare le mensa gestita da una associazione parascolastica che ovviamente non regala i pasti di nascosto come talvolta fanno i comuni quando gestiscono in forma diretta), ha avvisato che non metterà mano al portafogli una seconda volta.
Ecco allora che si arriva al grande scandalo, con l’accusa di voler ridurre alla fame i poveri bambini extracomunitari. Sciocchezze: il discrimine non è razziale ma reddituale. Molti stranieri sono in regola con la retta e nessuno si è mai sognato di privare i loro figli del cibo. Ci sono anche famiglie di immigrati in difficoltà e per questo vengono assistite consentendo ai bimbi di continuare a ricevere il pasto. Infine c’è chi fa finta di niente, o perché pur essendo in regola lavora in nero e dunque dichiara nulla o più semplicemente perché preferisce far mangiare i figli a sbafo. Se fosse davvero indigente potrebbe chiedere aiuto ai servizi sociali, invece dopo l’annuncio della sospensione della mensa ha preferito quello della Cgil, alla quale ovviamente non è parso vero di poter attaccare un’odiata giunta leghista e farne una vertenza.

E così è partita la grancassa, coi giornali a parlare d’infamia e di un Carroccio che liscia il pelo ai peggiori istinti o di doveri elementari, che poi sarebbero quelli di dar da mangiare a chiunque. Essendoci di mezzo i bambini, anche i grandi organi d’informazione si sono commossi,criticando il cuore di pietra della Lega. Nessuno naturalmente si è chiesto se le cose stessero davvero così e soprattutto perché alcune centinaia di brave mamme di altrettanti scolari fossero incavolate con chi non paga. Tutte razziste? Tutte meschine e avide? O non più semplicemente brave genitrici che non vogliono essere prese in giro da chi i soldi li ha ma preferisce spenderli in altro modo piuttosto che saldare la retta?
Vedremo in atti se la situazione che si registra a Casola è poi così lontana da quella di Andro e vedremo se nei confronti di coloro che non pagano i servizi a domanda (cioè servizi non obbligati come li chiama la legge) non vi siano ricadute e conseguenze. Vorremmo proprio vedere anche questo!!

5 commenti:

  1. ci sono genitori che hanno i 4 euro per le sigarette, i 5 per il "gratta e vinci" ma npn quelli per la mensa dei figli! E la Lega è xenofoba? NO gli si dovrebbe togliere la patria podestà.

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  2. Quindi, i figli è giusto che paghino per le colpe dei padri, mi sembra di capire.
    Beh, mi sembra un bel messaggio d'amore.
    Che restino senza mangiare, per colpa dei loro genitori.
    Anche se sono bambini.
    Mi piace quando vengono fuori i veri valori cristiani...

    Complimenti, ottimo pragmatismo

    Cristiano

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  3. Cristiano,
    ma quali valori Cristiani?!
    Questi bambini vanno a scuola e nessuno ha tolto loro la scuola!
    Questi bambini, presumibilmente non sono in condizioni di bisogno, perché altrimenti avrebbero usufruito della gratuità dei pasti attraverso i servizi sociali (è solo lì che si esercitano i valori cristiani con i soldi pubblici!)
    Questi bambini hanno usufruito per anni di un servizio a pagamento senza che le loro famiglie pagassero: ovunque nel mondo chi non paga il dovuto per una prestazione non ne può usufruire.
    Se questi bambini vanno dal dentista e dopo dieci sedute il dentista non riceve la propria mercede non si può accusare il dentista di non avere carità cristiana.
    E questo vale se vanno in piscina o al corso di inglese o entrano nella tua pizzeria, o dal libraio quando acquistano i libri di testo!
    Insomma non si capisce perché per il solo fatto di entrare in una scuola pubblica tutto sia dovuto e nulla sia dato. Ma che ragionamento è?
    Fabio

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  4. Non sto parlando dei genitori.
    Avranno pure tutti i torti del mondo, saranno scrocconi, furbetti, ladri, quello che vuoi.
    Sono loro che non pagano.
    E la soluzione è: facciamola pagare ai figli?
    Non c'era un'altro modo, senza tirare di mezzo loro?
    Se una famiglia va via dalla pizzeria senza mangiare, mica vado in giro a chiedere i soldi ai figli, vado dai genitori.
    Sono gli adulti che sbagliano: si faccia pagare loro.
    Me lo vedo un bambino a mensa, con il suo bel piatto vuoto, mentre gli altri mangiano: bella roba.
    Certo, è colpa di suo padre.
    Ok.
    D'accordo.
    Che paghi lui.
    Il modo si trova.
    O no?


    Cristiano

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  5. Cristiano,
    come forse sai io lavoro alla Pubblica Istruzione del Comune di Faenza e quindi il problema lo conosco bene e lo vivo quotidianamente.
    Ci sono solo due soluzioni: o non eroghi i servizi ai bambini delle famiglie morose o li eroghi cumulando il loro debito e procedendo a fine anno ad attivare le procedure di recupero credito di norma appaltando ad aziende esterne.

    La mancata erogazione del pranzo a scuola comporta l’obbligo per il genitore di prelevare il bambino al termine delle lezioni e di riportarlo alla ripresa delle lezioni pomeridiane. Ovviamente il bambino che non mangia non può essere lasciato in refettorio con gli altri sia perché sarebbe una penosa situazione sia perché le funzioni in vigilando da parte del personale scolastico si esercitano solo in relazione al servizio di refezione.
    Da quanto mi risulta questa è la soluzione adotta tata dal Comune di Andro che non è stata gradita dalle famiglie morose che lamentano problemi di incompatibilità con gli orari di lavoro (a riprova che si tratta di famiglie normali con redditi sicuramente in grado di far fronte alla retta ).

    A Faenza non abbiamo assunto questa soluzione ma al termine dell’anno scolastico attiviamo le procedure di riscossione coattiva nei confronti delle famiglie inadempienti.
    Il problema è che questa procedura è lentissima e il debito si cumula negli anni: necessitano gradi diversi di intervento particolarmente rallentati dalla lentezza della giustizia. Così non è raro trovare famiglie che non hanno mai pagato le rette - dall’asilo nido fino alla terza media - e alla fine si trovano diverse migliaia di euro da pagare. Questi debiti così lievitati diventano veramente inesigibili se rapportati al reddito medio-basso di alcune famiglie ma in questi casi l’azione dell’ufficiale giudiziario è veramente crudele e pone problemi a tutti. L’unico vantaggio per la famiglia è che molto spesso paga i pasti consumati alla scuola materna quando il figlio è già all’università (non è raro trovare rette non pagate nell’a.s. 2000/01 che vanno in riscossione coattiva ora).
    Non tutti i comuni ritengono possibile immobilizzare somme di denaro così rilevanti per decenni e allora tentano di bloccare la devianza all’origine non erogando i pasti.

    Se io fossi sindaco probabilmente adotterei la seconda soluzione, ma capisco e giustifico la prima che del resto viene applicata in tutta Europa senza alcuno dei problemi che ci stiamo ponendo in Italia.
    Ma si sa, siamo italiani.
    Fabio

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