domenica 7 febbraio 2010

Una maxi provincia per la Romagna. Balzani, sindaco di Forlì, apre al referendum

balzani01 Emilia-Romagna: sostituire quel trattino con un semplice virgola (che le renderà definitivamente autonome). Sta tutto in un gioco di segni il nodo della battaglia per la regione Romagna, un anelito d’indipendenza che sotto il Sillaro riemerge come un fiume carsico intrecciandosi con la polemica politica contingente. Ora la battaglia autonomistica - da un ventennio patrimonio dal Mar di Stefano Servadei - è stata impugnata dai partiti di centrodestra che hanno sferrato un’offensiva presentando in tutti i consigli comunali ordini del giorno a sostegno del referendum per l’indipendenza da Bologna.

Il Pd, come già lo fu il Pci, è tetragono nella difesa della regione col trattino. Finora è stato muro contro muro. Ma il sindaco di Forlì, lo storico Roberto Balzani, Pd di matrice laico-repubblicana, ha aperto una prima significativa crepa nel fronte del centrosinistra. Pur continuando a dichiararsi contrario alla regione Romagna, Balzani si è detto infatti disponibile a un referendum consultivo sul tema. Accanto al dilemma secco ’regione sì, regione no’, il sindaco forlivese vorrebbe però che i cittadini si pronunciassero su un’ulteriore opzione: una sua vecchia proposta, già avanzata da studioso (e autore di un libro sull’identità romagnola), che prevede l’aggregazione delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini in un’unica ‘Provincia Romagna’. Un modo per dare riconoscimento alla ‘romagnolità’ e al forte grado d’integrazione del territorio romagnolo senza per questo rinunciare al legame con una delle regioni più avanzate d’Italia e d’Europa.

"Se il Pd, che finora si è sempre opposto a dare la parola ai cittadini, ha veramente intenzione di aprire il confronto con noi, ovviamente siamo favorevoli" dice Stefano Servadei, ex parlamentare socialista e portabandiera del Movimento per l’autonomia della Romagna. "L’apertura di Balzani è positiva, ma unire le province non basta, così non si cambia il rapporto tra noi e Bologna" aggiunge Servadei.

La richiesta numero uno del Mar resta quella del referendum popolare. Ma in subordine c’è il progetto di riforma costituzionale patrocinato dal deputato leghista Gianluca Pini: la regione Romagna potrebbe nascere così per legge, seppure con un percorso lungo e accidentato tra doppia lettura in Parlamento e referendum confermativo. Ma il centrodestra a Roma ha i numeri per farlo. "La via migliore - ripete però Servadei - sarebbe quella del referendum. Perché il centrosinistra non lo vuole? Perché sa che i cittadini sono dalla nostra parte".

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