La mannaia meritoriamente calata da Monti sulle Province lascerà a piedi un bel po’ di nomenclatura politica.. In base a quanto si legge nel decreto legge approvato dal consiglio dei ministri gli attuali organi (giunte e consigli) decadranno automaticamente al più tardi il 30 novembre 2012.
Prima considerazione: era ora.
Seconda considerazione: finalmente un provvedimento che diventa operativo subito e in tempi certi, non rinviandolo alla consiliatura successiva.
Terza considerazione: avremo un bel po’ di casta a spasso che cercherà di riciclarsi in altri enti e altri luoghi.
Insomma, anche se per adesso le province non verranno eliminate, la manovra del governo ridimensiona fortemente il loro ruolo, tanto che l’Upi (Unione province italiane) ha subito parlato di ”provvedimento anticostituzionale” e chiesto l’intervento del presidente della Repubblica.
Quello delle province è un tema importante, tanto che è stato proprio il presidente del Consiglio, Mario Monti, a parlare della novità nel suo discorso agli italiani per illustrare il ”salva Italia Non è nostro potere abolire le province nel decreto odierno”, ma nel provvedimento abbiamo ”profondamente modificato le province: abbiamo eliminato le giunte provinciali e c’è una drastica riduzione del numero consiglieri”, ha spiegato il premier prima di entrare nel merito delle misure del decreto legge. Anche il comunicato del Consiglio dei Ministri spiega che ”le Province vengono riportate alla funzione di organi di indirizzo e coordinamento. Vengono abolite le giunte, ridotti a 10 i consiglieri provinciali, e ridotte drasticamente le spese in funzioni già svolte da altri enti territoriali.
Monti ha aggiunto che pur non avendo il potere di cancellare le province saranno assecondate le ”iniziative di legge costituzionale che vadano in questo senso”. In pratica, ha aggiunto, i consigli provinciali avranno solo 10 componenti eletti dal territorio. Vengono quindi eliminate le giunte provinciali e viene attuata una drastica riduzione del numero dei consiglieri. Gli organi previsti vengono riportati al ruolo di governo intermedio, con funzioni di servizio e coordinamento nei settori che saranno disciplinati con leggi statali e regionali. ”Il provvedimento, nei termini in cui lo ha illustrato il Presidente Monti, è palesemente anticostituzionale”, è stata la pronta replica dell’Unione province italiane, Giuseppe Castiglione: ”Altro che dialogo e confronto. Il Presidente Monti dimostra di non avere alcun rispetto per le istituzioni della Repubblica e smentisce quanto ci aveva dichiarato domenica nell’incontro farsa prima del Consiglio dei Ministri. E’ evidente che con questo atto si apre un duro conflitto istituzionale, di cui certo il Paese non ha bisogno”.
”E’ un provvedimento palesemente anticostituzionale. Facciamo appello al Presidente della Repubblica, perché vigili attentamente, prima di firmarlo, il rispetto della Costituzione vigente. Tra l’altro, ridurre il taglio dei costi della politica alla cancellazione delle giunte e alla riduzione dei consigli provinciali è ridicolo, e dimostra un pressapochismo e una impreparazione che da un Governo tecnico davvero non ci saremmo aspettati”, ha concluso Castiglione. In termini di ”tagli” economici, invece, secondo l’Upi la manovra prevede una riduzione nel 2012 pari a un miliardo e 300 milioni di risorse in meno, tra tagli diretti (550 mln) e la non erogazione de recupero dell’addizionale energia elettrica assegnato alle Province (800 mln).
martedì 6 dicembre 2011
I politici di professione strepitano come polli spennati, ma il provvedimento di Monti che “abolisce” le province è giusto e coraggioso
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