venerdì 24 febbraio 2012

Siamo sicuri che l’abbassamento delle tasse debba derivare solo dalla lotta all’evasione?

spesa pubblicaIl problema principe dell’Italia è l’elevata pressione fiscale. I dati sono chiari: la pressione fiscale è ormai vicina al 55 per cento, tenendo in considerazione che l’Istat nei suoi dati include anche l’economia in nero.
Diminuire le aliquote al 20, 30 e 40 per cento? Ben venga, ma sembra un po’ poco. Ci vorrebbe molto più coraggio e soprattutto una forte azione che dimostri la volontà di andare verso una strutturale diminuzione delle tasse.

L’idea di fondo del Governo Monti è quella di ridurre le tasse grazie agli introiti dell’evasione, ma intanto si prefigura da settembre un aumento dell’IVA di 2 punti percentuali sia per quanto riguarda l’aliquota ridotta, che passerebbe dal 10 al 12 per cento, che quella “standard” che passerebbe dal 21 al 23 per cento.
Va bene ridurre il livello delle tasse, ma dovrebbe nascere da una forte eliminazione degli sprechi della macchina statale che esistono eccome: ce lo ricorda spesso Oscar Giannino quante spese inutili potrebbero essere evitate dal nostro caro Stato.

La logica dovrebbe essere capovolta dunque: prima tagliare gli sprechi e ridurre contemporaneamente le tasse e combattere l’evasione, magari aiutando anche gli italiani a pagare le tasse. Si ricorda che l’Italia è uno dei paesi più pesanti burocraticamente parlando nel pagamento delle tasse. Troppa burocrazia, troppe complicazioni e un peso per le imprese che arriva quasi al 70 per cento sugli utili. Non è questo dunque il problema principe?
Come fanno le imprese a reinvestire se lo Stato si trattiene più del 65 per cento di quanto un’impresa riesce a guadagnare?
Il nostro fisco è alquanto bizzarro nel senso che è incentrato sul perseguimento degli errori dei contribuenti. Abbiamo un esercito (la Guardia di Finanza) che interviene per scovare gli evasori e lo stesso sembra fare anche l’Agenzia delle Entrate., ma i sistemi negli altri paesi sono profondamente diversi

In Italia non mancano i controlli, manca la semplicità nel pagamento. Negli altri paesi è il concetto è completamente opposto. I corrispettivi dell’Agenzia dell’Entrate aiutano il contribuente a completare i moduli di pagamento delle tasse in modo da limitare gli errori e le correzioni ex-post. Si potrebbe dire che “prevenire è meglio che curare” nella lotta all’evasione. Quindi azione ex-ante di semplificazione e aiuto, piuttosto che correzioni ex-post.

Abbassare le aliquote? Si, grazie, ma è essenziale ripensare il sistema fiscale italiano con un brusco abbassamento del livello della pressione che grava su tutti i contribuenti grazie alla riduzione delle spese inutili. L’Italia ha la pressione fiscale della Svezia, ma il welfare dell’Irlanda (dove la pressione fiscale è inferiore di quasi 20 punti percentuali).
Siamo sicuri che l’abbassamento delle tasse debba derivare solo dalla lotta all’evasione?

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