Da un po' di tempo a questa parte nelle colline faentina la presenza del lupo si sta facendo più costante, ed anche i danni al bestiame domestico a lui addebitati, anche se in certi casi possono essere frutto di scorribande di branchi di cani rinselvatichiti. Questa situazione potrebbe anche determinare il crescere di una psicosi del lupo o portare a campagne anti-lupo con conseguenti uccisioni, come avvenne un anno fa nell'alto brisighellese. D'altronde i pastori che contribuiscono a tenere popolati i territori collinari e montani sono in allarme perché la presenza del lupo porta danni immediati con l'uccisione del bestiame e differiti per il fatto che le pecore smettono di mangiare, risentendo del terrore per le aggressioni.
Perciò il consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni ha rivolto un'interrogazione alla Giunta regionale per sollecitare un'iniziativa che, con l'obiettivo finale di tutelare il lupo e rassicurare gli allevatori, porti ad una ricognizione precisa delle famiglie di lupi nel nostro appennino ed a conoscere esattamente la consistenza dei cani randagi rinselvatichiti. Questa ricognizione dovrebbe essere propedeutica ad iniziative di protezione e di tutela, assieme ad una campagna di sensibilizzazione delle popolazioni.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA
Il Sottoscritto consigliere del gruppo PdL, Gianguido Bazzoni,
premesso che nella Regione Emilia-Romagna la legislazione, attuata con strumenti efficaci, prevede una tutela della fauna selvatica molto accurata che dà risultati notevoli anche per i grandi animali come il lupo;
che nei parchi naturali e nelle aree protette dell’Appennino della nostra regione la presenza di tale predatore ormai è diventata stabile e numerosa;
che tali predatori svolgono anche una funzione di controllo di tutte quelle specie in sovrannumero che rischiano di diventare un problema per l’agricoltura, come i caprioli ed i cinghiali;
visto che negli ultimi tempi si stanno verificando delle scorribande di lupi nelle colline del faentino e dell’imolese, con uccisione di molte pecore ed agnelli e che si sta creando una forte psicosi, al di la dei danni immediati, perché i pochi allevatori rimasti a popolare la collina manifestano anche l’intenzione di rinunciare all’attività, vista la difficoltà a proteggere le pecore, che inoltre smettono anche di mangiare per il terrore;
considerato che molte uccisioni potrebbero anche essere causate da branchi di cani rinselvatichiti, di cui si sente spesso parlare senza che sia nota l’esatta consistenza e neppure l’area che essi frequenterebbero;
considerato inoltre che la dimensione del fenomeno, assieme ad una non esatta informazione sui pericoli ed i danni, potrebbe portare al sorgere di una campagna anti-lupo nell’opinione pubblica e ad azioni criminali di abbattimento come si è verificato un anno fa nella zona dell’alto brisighellese;
interroga la Giunta regionale per sapere
se è informata di questo fenomeno che si ripete puntualmente ogni inverno e se di questo vi sia traccia anche nell’Appennino Emiliano;
se non ritiene di impostare, anche in collaborazione con le Regioni confinanti una campagna di indagine e conoscenza approfondita sulla consistenza delle famiglie di lupi e sui branchi di cani rinselvatichiti, propedeutica ad azioni di protezione del bestiame domestico, di tutela della fauna selvatica e di contenimento del randagismo;
se non ritiene di intervenire tempestivamente con una campagna di sensibilizzazione nei confronti delle popolazioni delle aree collinari e montane.
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