venerdì 30 settembre 2011
I nostri soldi
Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dal nostro Comune affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro
DD 247 del 30/9/2011 | LOCAZIONE EDIFICIO “EX-CHIESA DEL SUFFRAGIO” E LOCALI “EX-CASA POZZI” - ANNO 2011 - AGGIORNAMENTO CANONI E IMPEGNO DI SPESA. |
Spesa di | Introitare dalla Soc. C’ERA UNA VOLTA DI MELOTTI CARLO SAS i seguenti importi relativi al periodo di locazione 01.01.2011-31.12.2011 dei locali ex-Casa Pozzi: |
A favore di | ACER-Ravenna |
Per | In base al contratto rep. 663 del 17.02.2006, i locali dell’ ex-Suffragio sono stati concessi gratuitamente dal COMUNE alla Società PAPIGI (ora C’ERA UNA VOLTA DI MELOTTI CARLO SAS) per un numero di anni tale da bilanciare l’investimento sostenuto dalla Società locataria nello stesso immobile, ammontante alla somma di €. 50.181,98 (Iva compresa) e che, pertanto, si prospetta per la fine del corrente anno la seguente situazione: |
Scelta | Trattativa privata |
Rilievi | Stiamo valutando tutta la procedura di affidamento e di gestione dell’ex Chiesa del Suffragio. La determinazione dirigenziale n. 247 è sufficientemente dettagliata e consente un esame di merito nell’albo pretorio online da parte di chiunque sia interessato a visionare l’atto integrale |
Per quanto ancora continueremo a sbagliare persona? E non sarà che stiamo sbagliando il nostro modello di organizzazione del PDL?
A Parma il modello di amministratore civico - quello cioè dell’amministratore che non ha patente di partito, ma una inclinazione di area – è miseramente fallito.
Non tanto per le ruberie, che, da quanto si sa, non sarebbero nemmeno eclatanti, ma per una mentalità inaccettabile della gestione del potere inteso come una cosa personale, esclusivamente a proprio vantaggio e a danno, anzi, in spregio della collettività.
E il modo insolente, da bulletti, con cui venivano richieste le mazzette, stando alle testimonianze, sembrerebbe essere la prova provata di una insanabile degenerazione culturale prima ancora che politica.
Non è certo questo il modello liberale di oculata e onesta amministrazione della cosa pubblica che il centrodestra doveva e voleva mostrare nella rossa Emilia Romagna.
Purtroppo, ancora una volta abbiamo sbagliato le persone che ci rappresentano.
giovedì 29 settembre 2011
Seduto in quel caffè io non pensavo a te....
Oggi, per una curiosa coincidenza, è il compleanno dei due massimi leader politici italiani. Auguri a entrambi.
Silvio Berlusconi Presidente del Popolo della Libertà nato a Milano il 29 settembre 1936. Compie 75 anni
Pierluigi Bersani Segretario del Partito Democratico nato a Bettola in provincia di Piacenza, il 29 settembre 1951. Compie 60 anni.
mercoledì 28 settembre 2011
Proviamo a capire cosa sta succedendo all’economia del mondo
di Oscar Giannino
Anche oggi Jean Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, ha tuonato : “no a lezioni che ci vengono da Oltreoceano!”
L’euroarea se la prende con gli americani. Perché questi sono increduli e imbufaliti, a tre anni da Lehman, che l’Europa stia regalando una nuova crisi banco-finanziaria al mondo intero. Ma l’Europa ha torto. Torto marcio.
Quando a Marsiglia, al G7, un mese fa il segretario al Tesoro americano Tim Geithner si è duramente rivolto agli europei chiedendo loro se fossero impazziti, a gettarsi a capofitto in una crisi dell’euro che riaccendeva il contagio bancario mondiale post Lehman, molti in Europa hanno fatto spallucce.
Quando Geithner si è presentato furibondo all’Ecofin due settimane fa, i tedeschi gli hanno risposto con grande durezza, replicando che non prendevano lezione dal Paese che 4 anni fa ha regalato con le sue banche la crisi finanziaria al mondo intero. Quando, nell’ultimo fine settimana, al Fmi di Washington, Geithner è quasi uscito dai gangheri, e ha usato nei confronti dell’irresponsabilità e delle divisioni europee parole fuori da ogni convenzione e misura diplomatica, la musica è cambiata.
Perché a far eco e coro a Geithner erano tutti i Brics nessuno escluso, non dico Cina India e Brasile ma financo la Russia. E anche lo stesso Fmi di Christine Lagarde cantava la stessa canzone.
Forse è il caso di riflettere, sullo stato dei rapporti tra Stati Uniti ed euroarea. Personalmente rifuggo da ogni stereotipo schimittiano tanto caro invece a moltissimi politici e intellettuali europei. “La storia del mondo è la storia della lotta delle potenze marittime contro le potenze terrestri e delle potenze terrestri contro le potenze marittime”, scriveva Carl Schmitt nel suo Terra e mare. Il Mare inteso come la negazione della differenza, la Terra come variazione e difformità. La Terra divisa dai confini tracciati dall’uomo. Il Mare permanentemente instabile. Il Mare come caos. La Terra come gerarchia e ordine. Il Mare come il Capitale, la Terra come il Lavoro. Il Lavoro crea, il Capitale distrugge.
Molti europei continuano a leggere la crisi
martedì 27 settembre 2011
Alfano ribadisce e conferma le solide radici ideali del PDL
Angelino Alfano, segretario nazionale del Pdl, detta le future regole del partito nella sua prima uscita ufficiale in Sicilia, a ‘Generazione 30’, la convention dei giovani del Pdl a Sciacca dove ribadisce i pilastri su cui si poggia il futuro Pdl: la vita, la famiglia e la libertà. E sottolinea più volte che il Pdl è il “partito dei valori”.
In sintesi ha detto:
Vita: “…sulla vita siamo convinti che qualcuno la dà, qualcuno la toglie. E non è il Parlamento”
Famiglia: “…per noi è l’unione di un uomo e una donna con l’ambizione di avere dei figli”
Libertà: “..su questo tema vorrei dire qualcosa sul tanto discusso tema delle intercettazioni. Immaginate che un giorno si decida di intercettare tutti gli italiani per 24 ore. Certamente, si scoprirebbero molti più reati. Ma i cittadini certamente sarebbero molto meno liberi. Io posso promettere che il Pdl non farà mai leggi contro la vita, la famiglia o la libertà”
Riforma elettorale: “…sceglieremo i nostri candidati a sindaco e presidenti attraverso una indicazione popolare che avrà delle regole ben precise, che stiamo provvedendo a stilare. Siamo per capovolgere il sistema elettorale: oggi i parlamentari sono calati dall’alto, vogliamo che siano spinti dal basso. Siamo pronti ad affrontare una selezione dei gruppi dirigenti che faccia arrivare in cima solo i meritevoli, gli eletti forti del consenso della gente. Siamo per il cambiamento del sistema elettorale: sto già organizzando delle riunioni sulla riforma elettorale, avanzeremo la nostra proposta all’alleato Lega e poi al Parlamento. La prossima settimana convocherò un tavolo di soggetti istituzionalmente competenti per cambiare il Porcellum”. Senza però abbandonare il “bipolarismo”: la designazione del candidato premier dovrà restare.”
Momento politico: “…dobbiamo essere in grado di affrontare questo momento delicato della vita politica nazionale e allo stesso tempo progettare il futuro. Dobbiamo fare due cose insieme: governare la crisi e progettare la riscossa dell’Italia”.
Manovra economica: “…dopo gli antibiotici della manovra, adesso daremo le vitamine per la crescita del Paese. Il prossimo mese sarà presentato un decreto. Abbiamo fatto i più grandi interventi della storia delle manovre pubbliche che l’Italia abbia mai conosciuto. Tutto ciò che noi abbiamo fatto ha una dimensione quantitativa e qualitativa senza precedenti. Questo non significa che siamo sordi ai suggerimenti delle parti sociali. Se dalle parti sociali arrivano ulteriori consigli utili noi li potremmo accogliere. Credo che talune cose proposte da Confindustria e dalle parti sociali siano già state recepite nelle manovre precedenti”.
Centrosinistra: “…non abbiamo bisogno dell’oroscopo per sapere chi sono e come governano. Li abbiamo già visti all’opera. E sono sempre gli stessi, anche se ogni volta cambiano la sigla, o il simbolo. Io posso dire che noi, nei nostri anni di governo, abbiamo assicurato la stabilità. Loro invece? La prima volta hanno proposto Prodi, poi lo hanno sostituito con D’Alema, al quale è seguito un D’Alema bis, quindi un governo Amato. La seconda volta, sono arrivati nel 2006, e dopo due anni erano già a casa. Le loro idee sono sempre le stesse. I leader sono sempre gli stessi. E con queste idee e con questi leader hanno fallito. Perché gli italiani dovrebbero affidarsi a loro?”.
Il PD continua a litigare con le primarie: o sono finte, o le perde, o le gestiscono i mafiosi
Vi ricordate le primarie del Pd a Napoli? Quelle annullate senza troppe spiegazioni da Bersani, perché palesemente taroccate, quelle con quel voto mai riconosciuto, con contendenti (compagni di partito) che si insultavano? Succedeva nove mesi fa.
E’ di ieri la notizia di un clamoroso sviluppo: l’Antimafia ha iniziato a indagare sulla vicenda. Perché il sospetto è che dietro alle primarie ci sia stata la regia della camorra. I clan della zona avrebbero condizionato il voto, e molti dei votanti sarebbero stati pagati dalla camorra per dare il proprio voto al candidato gradito ai boss. Ora l’Antimafia controllerà tutti i nomi dei 44mila votanti, per verificare tutti i sospetti.
Staremo a vedere.
lunedì 26 settembre 2011
I nostri soldi
Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dal nostro Comune affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro
DD 243 del 26/9/2011 | MATERIALE DI CONSUMO PER SERVIZIO BIBLIOTECA COMUNALE |
Spesa di | € 500 |
A favore di | Ditta Soluzioni snc di Casola Valsenio per € 500,00 |
Per | - CD/R e DVD/R per la salvaguardia del materiale messo in prestito e per il quale la SIAE ha autorizzato la duplicazione |
Scelta | Trattativa privata |
Rilievi | // |
DD 242 del 26/9/2011 | INSTALLAZIONE VIDEOCITOFONO AL CENTRO PER L’INFANZIA |
Spesa di | € 756,25 |
A favore di | ditta Capirossi Impianti di Casola Valsenio |
Per | Si rende opportuna l’installazione di un videocitofono che agevoli le operazioni di accoglienza dei bambini della Scuola dell’Infanzia e dell’Asilo Nido Comunale per ottimizzare le attività all’interno del Centro per l’Infanzia |
Scelta | Trattativa privata |
Rilievi | // |
DD 241 del 26/9/2011 | ACQUISTO ATTREZZATURE TELEFONICHE |
Spesa di | € 274,00 |
A favore di | Ditta Soluzioni snc di Casola Valsenio |
Per | Installazione di un sistema telefonico/fax che consenta lo smistamento delle telefonate tra la Scuola dell’Infanzia e l’Asilo Nido Comunale |
Scelta | Trattativa privata |
Rilievi | // |
Il Parco dei Gessi è appena nato ma già si mette in causa
Come avevamo previsto la vicenda dell’appalto del Rifugio Parco Carnè è finita in tribunale.
Nelle nostre interrogazioni non siamo riusciti a chiarire se veramente il sig. Marco Fantinelli, il vecchio gestore, avesse o non avesse ragione lamentando di essere stato buttato fuori in malo modo per far posto al guardiaparco, molto più ben voluto di lui – dice - dai nuovi amministratori del Consorzio che gli avrebbero confezionato un appalto su misura.
Sta di fatto che ora deciderà il giudice. Nel frattempo il Fantinelli non lascia liberi i locali del rifugio. Il Parco ha nominato come proprio legale l’avvocato Isotta Farina di Ravenna dopo avere acquisito anche i preventivi di spesa da parte degli avvocati Paolo Gambi di Ravenna e Lorenzo Valgimigli di Faenza.
In caso di contenzioso davanti al giudice la spesa che sosterrà il Parco sarà di circa 25mila euro con esiti economici diversi in rapporto al pronunciamento.
Nominato il Comitato tecnico scientifico del Parco
Il 27/7/2011 è stato nominato il Comitato tecnico scientifico del Parco della Vena del Gesso Romagnolo:
- Dott. Gianpiero Andreatta (forestale)
- Dott. Daniele Gambetti (agronomo, faunista)
- Dott. Sauro Biffi (biologo, botanico)
- Dott. Raffaele Gattelli (biologo, ittiologo ed erpetologo)
- Prof. Stefano Piastra (geografo, storico)
- Prof. Francesco Rinaldi Ceroni (agronomo)
- Ing. Paola Silvagni (ingegnere, speleologo)
- Prof. Gian Battista Vai (geologo)
- Dott. Fiorenzo Venturi (architetto, urbanista)
- Dott. Antonio Zambrini (farmacista, esperto di escursionismo)
La nomina è stata effettuata utilizzando una rosa di proposte presentate al Parco per iscritto:
- Sig. Sandro Bassi (giornalista naturalista), da parte dell’Associazione Culturale
Pangea - Dott. Andrea Benassi (etno-antropologo, speleologo), da parte del Comune di
Casola Valsenio - Dott. Raffaele Gattelli (biologo, ittiologo ed erpetologo), da parte del Dipartimento di
Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell’Università di Bologna - Prof. Roberto Rinaldi Ceroni (agronomo), da parte dell’Istituto Tecnico di Agraria
“Scarabelli” - Dott. Marco Sami (geologo), da parte dell’Associazione Culturale Pangea
- Ing. Paola Silvagni (ingegnere, speleologo), da parte della Federazione Speleogica
Regionale dell’Emilia-Romagna - Dott. Antonio Zambrini (farmacista, esperto di escursionismo), da parte del Club
Alpino Italiano;
e da proposte trasmesse al Parco verbalmente:
- Dott. Sauro Biffi (biologo, botanico), proposto dal Comune di Casola Valsenio
- Dott.. Fabiano Gamberi (geologo), da parte del Comune di Brisighella
- Dott. Stefano Marabini (geologo), da parte del Comune di Riolo Terme
- Arch. Aida Morelli (architetto), da parte del Comune di Casola Valsenio
- Dott. Emanuele Moretti (biologo, esperto in botanica), da parte del Comune di
Brisighella - Prof. Stefano Piastra (geografo, esperto di storia locale), da parte del Comune di
Brisighella - Prof. Francesco Rinaldi Ceroni (agronomo), da parte della Provincia di Ravenna
- Prof. Gian Battista Vai (geologo), da parte del Comune di Borgo Tossignano.
Asini
Quando Berlusconi definì Barack Obama giovane, bello e abbronzato si trattava di un complimento innocente, persino simpatico, lontano anni luce dal dileggio.
Eppure un'ondata di proteste si sollevò da parte dei soliti personaggi di sinistra, ampollosi scribacchini, intellettuali a senso unico e perciò portatori di conformismo e di ignoranza.
Dietro di loro l’immancabile coro di pecoroni in rete che riempirono, per mesi, pagine e pagine di ridicola indignazione.
Una analoga sollevazione ha preso forma, per un comunicato stampa del Ministro Mariastella Gelmini, pubblicato nel sito del Ministero della Ricerca.
Il Ministro rivolge il plauso e le congratulazioni agli autori dell’esperimento in cui, un fascio di neutrini è stato diretto dal CERN di Ginevra verso i laboratori italiani del Gran Sasso.
Sotto la montagna i nostri ricercatori hanno constatato la velocità extraluce del fascio, aprendo nuovi orizzonti alla fisica delle particelle, delle alte energie con implicazioni che potrebbero sconvolgere le nostre teorie attuali sulla nascita e sul destino dell’universo.
Poiché tutti sanno che il neutrino è una particella così minuscola e singolare da attraversare la materia, anche l’intero pianeta, senza subire influenze apprezzabili, il Ministro ha voluto fare una metafora. Ha parlato della costruzione di un tunnel fra Ginevra e il Gran Sasso a cui l’Italia ha contribuito con 45 milioni di Euro.
Un tunnel ideale che unisce i laboratori e il mondo della ricerca scientifica.
Una efficace allegoria per raccontare che abbiamo investito per consentire a ricercatori, separati da 750 chilometri di roccia, di lavorare gomito a gomito. Ma il tam tam di insulti verso il Ministro Gelmini è montato implacabile e pieno di livore su twitter, su facebook e sulla carta stampata.
Nel tunnel della Gelmini, oggi, non misuriamo affatto l’asineria del ministro, ma solo quella di una numerosa schiera di denigratori e di patetici figuri che usano tutti i mezzi per tentare di consegnare ai loro mandanti, cum gratia et privilegio, il compito di governare l’Italia che la volontà popolare ha loro negato in modo così netto.
Anche Roberto Petronzio, presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, curatore dell’esperimento sul superamento della velocità della luce, difende il ministro Gelmini. «È una polemica del tutto strumentale e pretestuosa. È ovvio che il ministero dell’Istruzione si riferisse al tunnel lungo un km, che l’Italia ha contribuito a costruire, al cui interno viene lanciato il fascio di protoni. Pertanto resto sorpreso su come si sia potuta ingenerare una simile polemica priva di fondamento».
«I neutrini hanno sì viaggiato dentro un tunnel, ma si tratta di un percorso lungo 1 km che si snoda nell’area del Cern sotto Ginevra e che parte da uno degli iniettori di Lhc, chiamato acceleratore Sps», spiegano gli esperti dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’Infn (Lngs), precisando che «il contributo di 45 milioni dell’Italia è relativo a tutto il progetto Cngs, che comprende anche questo tunnel di 1 km». «Dall’acceleratore Sps di Ginevra - spiegano ancora - vengono estratti protoni che incontrano sul loro cammino un bersaglio di grafite. I protoni interagiscono con la grafite e producono altre particelle che si chiamano mesoni. Dal decadimento in volo di questi mesoni nel tunnel di 1 km vengono prodotti i neutrini». «A questo punto - proseguono dai laboratori del Gran Sasso - i neutrini lasciano il tunnel e continuano il loro percorso nella roccia terrestre, che per loro è come se non esistesse, ovvero non costituisce per loro un ostacolo. I neutrini compiono così i 730 km in linea retta dentro la roccia fino ad arrivare al laboratori del Gran Sasso». «Una volta arrivati nei laboratori sotto il Gran Sasso, alcuni neutrini - spiegano ancora gli esperti - vengono intercettati dall’esperimento Opera. I neutrini, infatti, urtano contro i «mattoncini» fatti di piombo e lastrine fotografiche dell’esperimento Opera e, alcuni di essi, interagendo con il piombo, producono altre particelle cariche che lasciano le loro tracce nelle lastrine fotografiche ed in altri rivelatori dell’esperimento». «Questo -concludono gli esperti - è il percorso che ha consentito agli scienziati di "vedere" e misurare la velocità raggiunta dai neutrini che stanno facendo parlare, in queste ore, la comunità scientifica di tutto il mondo».
Il grande sermone di Papa Benedetto XVI sui fondamenti della politica
Le parole del Papa al Bundestag di Berlino
E’ per me un onore e una gioia parlare davanti a questa Camera alta – davanti al Parlamento della mia Patria tedesca, che si riunisce qui come rappresentanza del popolo, eletta democraticamente, per lavorare per il bene della Repubblica Federale della Germania. Vorrei ringraziare il Signor Presidente del Bundestag per il suo invito a tenere questo discorso, così come per le gentili parole di benvenuto e di apprezzamento con cui mi ha accolto. In questa ora mi rivolgo a Voi, stimati Signori e Signore – certamente anche come connazionale che si sa legato per tutta la vita alle sue origini e segue con partecipazione le vicende della Patria tedesca. Ma l’invito a tenere questo discorso è rivolto a me in quanto Papa, in quanto Vescovo di Roma, che porta la suprema responsabilità per la cristianità cattolica. Con ciò Voi riconoscete il ruolo che spetta alla Santa Sede quale partner all’interno della Comunità dei Popoli e degli Stati. In base a questa mia responsabilità internazionale vorrei proporVi alcune considerazioni sui fondamenti dello Stato liberale di diritto.
Mi si consenta di cominciare le mie riflessioni sui fondamenti del diritto con una piccola narrazione tratta dalla Sacra Scrittura. Nel Primo Libro dei Re si racconta che al giovane re Salomone, in occasione della sua intronizzazione, Dio concesse di avanzare una richiesta. Che cosa chiederà il giovane sovrano in questo momento importante? Successo, ricchezza, una lunga vita, l’eliminazione dei nemici? Nulla di tutto questo egli chiede. Domanda invece: “Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male” (1Re 3,9). Con questo racconto la Bibbia vuole indicarci che cosa, in definitiva, deve essere importante per un politico. Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale. La politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace. Naturalmente un politico cercherà il successo che di per sé gli apre la possibilità dell’azione politica effettiva. Ma il successo è subordinato al criterio della giustizia, alla volontà di attuare il diritto e all’intelligenza del diritto. Il successo può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia. “Togli il diritto – e allora che cosa distingue lo Stato da una grossa banda di briganti?” ha sentenziato una volta sant’Agostino.
1. Noi tedeschi sappiamo per nostra esperienza che queste parole non sono un vuoto spauracchio. Noi abbiamo sperimentato il separarsi del potere dal diritto, il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto, così che lo Stato era diventato lo strumento per la
sabato 24 settembre 2011
L’agenda di Governo fino alla naturale scadenza della legislatura
- Mantenere scrupolosamente gli impegni presi con l’Europa, a difesa non solo nostra ma dell’intera impalcatura dell’euro. E quindi giungere nei prossimi due anni al pareggio di bilancio.
- Affiancare le misure di rigore con quelle per la crescita e lo sviluppo. Abbiamo un elenco di otto opere pubbliche di importanza nazionale, ed alcune decine di importanza locale, già finanziate, che attendono solo il via.
- Abbiamo il ricavato dell’asta delle frequenze digitali – tre miliardi – che intendiamo utilizzare non per fare cassa ma per finanziare lo sviluppo della banda larga di internet ed il suo progressivo accesso a tutta la popolazione.
- Completeremo l’alta velocità e vi introdurremo la concorrenza, ma senza mai dimenticare che il primo dovere di una rete ferroviaria è garantire la mobilità di pendolari, studenti, lavoratori.
- Faremo la riforma fiscale: le delega è già stata votata all’interno della manovra. I fondi verranno certo dalla lotta all’evasione, che con noi ha dato risultato che nessun governo Visco può vantare: 53,4 miliardi recuperati in 3 anni, ed un trend in ulteriore crescita a fine 2011. Ma soprattutto la riforma, che ridurrà le aliquote per le persone e le imprese, si finanzierà con il disboscamento di trattamenti di favore anacronistici e di forme di assistenza clientelare.
- Ridurremo la spesa pubblica là dove è spreco, non più con la logica dei tagli lineari necessaria in questi tre anni, per rimettere a posto i conti, ma con quella degli interventi selettivi, in accordo con la Banca d’Italia.
- Completeremo la riforma delle pensioni, senza logiche punitive per nessuno. Potremo farlo perché il nostro sistema è già tra i migliori d’Europa, e non ci sarebbe stato bisogno di altri interventi se la sinistra non avesse cancellato la legge che porta la firma di Roberto Maroni.
- Abbiamo riformato la giustizia civile in accordo con la magistratura e le altre parti. Faremo la riforma della giustizia penale in accordo con la parte illuminata e riformista dei magistrati, che possiamo con cognizione definire una maggioranza silenziosa.
- Assieme a tutto questo porteremo l’Italia fuori dalla crisi, difendendo i risparmi ed i redditi di tutti, difendendo la proprietà conquistata con il lavoro. L’Europa, la Bce, la Banca d’Italia, riconoscono in noi i soli interlocutori. E’ a noi che vengono chieste le misure di crescita e sviluppo, non a un altro governo e non alla sinistra. E questo significa qualcosa.
Stia attenta la sinistra, domani saranno per loro
Monetine come venti e più anni fa. Monetine (da 5 centesimi) scaraventate simbolicamente contro le impenetrabili mura di Montecitorio. Appena avuta notizia dell’esito dello scrutinio che ha salvato Milanese dalla galera, è stato questo lo spettacolo andato in scena nel cuore di Roma. Il “Popolo viola”, ribelli perennemente incazzati contro tutto e contro tutti, ha espresso così tutta la propria indignazione per il no alle manette nei confronti dell’ex braccio destro di Tremonti. Un coro di rabbia, un lancio di centesimi, urla. Una scena penosa e pericolosa. Una manifestazione cavalcata da tutta l’opposizione, da Bersani a Di Pietro, da Vendola alla sinistra extraparlamentare. In pratica, tutto il carrozzone che giorno e notte chiede e pretende le dimissioni di Berlusconi per ridare serietà all’Italia, appoggia e gode nel lancio di monete contro la Camera dei deputati.
Ecco la serietà, il rigore e il contegno da mostrare all’Estero. Ecco il biglietto da visita che la minoranza manda alle cancellerie straniere in vista di un futuribile cambio alla guida del Paese: monete tirate in piazza contro il Parlamento e forche invocate a furor di popolo. E tutto questo senza dimenticare la minaccia dipietresca di guerra civile con tanto di morto ammazzato se Berlusconi non se ne andasse da Palazzo Chigi. Il senso di democrazia, evidentemente, manca anche a chi oggi denuncia come peccati inverecondi i comportamenti del Presidente del Consiglio.
In pratica, secondo lo schema dell’opposizione credibile, seria e responsabile, Di Pietro che minaccia morti in strada se non cambierà il Governo allarma meno il Mondo di un Berlusconi che confessa di voler andare a letto con la Arcuri.
In quel lancio di monete, in quel torbido ed allucinante condividere questi revival dei tempi andati c’è tutto il dramma di una minoranza incapace di comprendere la piazza. Non hanno capito che la rabbia non è diretta solo ed esclusivamente contro Berlusconi e il governo, contro gli Scilipoti e i Bossi, ma è una rabbia che ha come obiettivo tutta la casta. Non fa differenza chi sia il frequentatore della buvette, di che colore sia il deputato che va allo stadio gratis perché membro del Parlamento. L’importante, la colpa, è che appartiene a quel mondo, a quell’ammasso di privilegiati sempre più chiuso dentro il suo fortino.
Tutto questo, Bersani e la Bindi, Vendola e Di Pietro, non l’hanno capito. Pensano di essere visti come i salvatori, come l’ancora di salvezza per la Patria distrutta da Berlusconi. La realtà è ben diversa, e appena saranno al governo se ne renderanno conto. E allora sarà peggio per loro. Quelle monetine potrebbero assumere le sembianze di tanti frisbee.
Il Consiglio Comunale si riunisce Venerdì 30 settembre 2011
Argomenti in discussione:
Punto 3
Odg sugli enti locali (da Uniti per Casola)
Punto 4
Odg per il riconoscimento dello status di combattenti ai soli partigiani (da Uniti per Casola)
Punto 6
Equilibrio di Bilancio 2011: Delibera – Allegato
Punto 7
Modifica Piano degli investimenti triennale – Allegato
Punto 8
Variazioni di bilancio 2011
venerdì 23 settembre 2011
Deputati a 18 anni, senatori a 25. Bene così!
Largo ai giovani, anzi ai giovanissimi, in politica. La Camera ha approvato, con uno slancio bipartisan, il ddl costituzionale presentato dal ministro della Gioventù Giorgia Meloni, abbinato ad altre proposte di maggioranza e opposizione, che consente di essere eletti deputati a 18 anni e senatori a 25. Un via libera che indirizza il provvedimento all'aula di palazzo Madama e che ha incontrato il favore della stragrande maggioranza dei deputati, con 455 voti a favore, 11 contrari e 25 astenuti.
Soddisfatto, naturalmente, il ministro Meloni: "abbiamo scritto una straordinaria pagina di vita di questo Parlamento: essere riusciti a superare per un giorno le divisioni per pensare ai giovani è qualcosa di cui andare fieri". ''E' un atto fondamentale e dovuto in un Paese in cui c'è una vera e propria apartheid politica e sociale, la cui vittime sono i giovani e le donne", commenta il deputato del Pd Sandro Gozi, tra i promotori dell'iniziativa parlamentare bipartisan a favore dell'abbassamento dell'età minima dei parlamentari.
Commenti favorevoli anche nella maggioranza, come quello del vice presidente dei senatori del Pdl Gaetano Quagliariello: "la modernizzazione delle istituzioni e la speranza per il futuro passano anche dal coraggio di spalancare ai giovani le porte della rappresentanza democratica e dall'affermazione del principio dell'equità fra le generazioni che troppo spesso in passato è stato trascurato con conseguenze che oggi sono sotto gli occhi di tutti".
Il Consiglio dell’Unione dei Comuni si riunisce Venerdì 30 Settembre 2011
Argomenti in discussione:
Punto 4
Convenzione per la macellazione pubblica d’urgenza
Punto 5
Convenzione con la Provincia di Ravenna per la Vitivinicoltura
Punto 6
Variazione al programma triennale di opere pubbliche
Punto 7
Verifica equilibri di Bilancio
Punto 8
Variazione del Bilancio 2011
Punto 9
Atto costitutivo e Statuto della nuova Unione dei Comuni denominata della Romagna Faentina
giovedì 22 settembre 2011
Nessuno ha in tasca la ricetta sicura per risolvere il dramma dei nomadi clandestini, ma quella scelta dalla Regione Toscana unisce il danno alla beffa
Dalla regione Toscana arriva un esempio di gestione assai poco oculata di denaro pubblico e di politica fallimentare sull’immigrazione.
Il presidente Enrico Rossi ha più volte espresso parole molto dure nei confronti dei tagli imposti dal Governo nazionale, arrivando addirittura ad ipotizzare riduzioni di mezzi di trasporto, asili e servizi sanitari regionali per colpa della manovra correttiva. Eppure, per finanziare un progetto di sgombero di un campo Rom con relativo rimpatrio, la Regione non ha esitato a mettere sul piatto la somma di 400.000 euro. Metà da destinare al Comune di Firenze e l’altra metà alla Società della Salute Fiorentina.
Il progetto prevedeva lo sgombero del campo Rom di Quaracchi, nel Comune di Sesto Fiorentino, alle porte del capoluogo toscano, agevolato da un bonus di 1.500 euro per ogni singolo nomade da rimpatriare, il quale oltre alla somma di denaro poteva disporre di un pullman messo a disposizione dall’amministrazione comunale di Firenze per fare ritorno nel Paese di origine.
Gli spostamenti, o per meglio dire i presunti spostamenti, sono avvenuti tra maggio e giugno. Lo sgombero definitivo del campo è stato annunciato a fine giugno, con discreta eco sui giornali locali.
Il problema è che oggi quasi tutti i Rom sono tornati.
Hanno intascato i soldi, sono passati in Romania solo per fare atto di presenza, e ora sono di nuovo in Italia. Anzi, in Toscana. Anzi, a Firenze e a Sesto Fiorentino, e dormono tranquillamente nei giardini pubblici.
Si sono spostati solo di qualche metro, isolato, chilometro, ma sono rimasti nella loro “patria adottiva” cui evidentemente si sono affezionati. Con 1500 euro in più in tasca. E 400.000 euro in meno nelle casse della Regione. Una spesa che si poteva evitare perché l’epilogo era già scritto.
Il Pdl riparta dalla politica
L’attesa. E’ questa la condizione in cui ci troviamo, nostro malgrado. Non c’è alcuna certezza sulla quale proiettare le nostre speranze politiche. Si resta aggrappati, con ansia, alla prossima intercettazione divulgata, alle scomposte mosse nella maggioranza, ai personalismi che potrebbero far da miccia ad una situazione potenzialmente esplosiva.
Che la telefonata più intima e fosse pure la più volgare tra Berlusconi ed un qualche prosseneta, tra le ragazze ingaggiate per tener compagnia al premier o tra quelle tra lenoni e lestofanti possano piegare un Paese per l’utilizzo improprio che se ne fa, è da brivido. Non c’è grandezza nella lotta politica in Italia, soltanto miseria. E chi ne paga le conseguenze è un Paese piegato, incredulo, sfiduciato. Scoprire che le vite degli altri, dove non si annidano peraltro neppure ipotesi di reato, vengano scoperchiate da investigatori senza scrupoli, che centinaia di migliaia di intercettazioni – o forse milioni, chi può dirlo? – vengano effettuate per mettere in piazza il mondo “peccaminoso” (ma per chi? Per i credenti, forse) del premier è semplicemente deprimente.
Oddio, ognuno è libero di farsi l’opinione che vuole dei costumi di Berlusconi, così come in passato se l’è fatta di quelli di Kennedy o di un’infinità di personaggi pubblici, fino ad Eliogabalo ed oltre. Legittimo. Ma che la rivelazione di private storie debba diventare il pilastro per la costruzione di un teorema senza reato, tuttavia efficace per distruggere non solo un uomo bensì una parte politica che bene o male egli ha rappresentato, è francamente mostruoso.
E’ questo che autorizza chicchessia a declassarci agli occhi del mondo. A considerare l’Italia come una sorta di corte bizantina dove si consumano le più atroci nequizie, dominata da un manipolo di barbari che fanno corona al Caimano. Il danno che il circo mediatico-giudiziario,
mercoledì 21 settembre 2011
Anche nel 2006 l’Italia venne declassata dalle solite agenzie. Ma allora il premier era Prodi e, naturalmente, la colpa era di Berlusconi
Titoloni, proclami, note dettate alle agenzie in fretta e furia. Standard&Poor’s, l’agenzia di rating che un mese e mezzo fa era riuscita nell’impresa di sbagliare i calcoli matematici sui conti americani, ha declassato l’Italia. Era nell’aria, lo si sapeva, c’era ben poco da fare. Subito le opposizioni hanno alzato la voce, indignate e sconvolte per l’infausta notizia. E’ tutto un coro unanime nel chiedere, nell’esigere le dimissioni di Silvio Berlusconi, colpevole di aver indotto S&P a tagliare il nostro rating. Sì, il Premier assassino dell’Italia, uomo che ci sta facendo precipitare nelle torbide acque del default. Finiremo come la Grecia!, urlano i Bersani e i Belisario della situazione.
Se si conservasse un po’ di memoria, come ha fatto Ignazio Stagno sul Giornale, probabilmente si eviterebbe di alzare troppo la voce e di urlare al fallimento, nonché di accusare il Governo (che le sue colpe le ha, vista la manovra che qui più volte abbiamo contestato) per tutto il male del Mondo. Sì, perché nell’ottobre del 2006, quando a Palazzo Chigi sedeva Romano Prodi, Standard&Poor’s e Fitch fecero esattamente la stessa cosa che oggi ha fatto S&P: ci declassarono. Allora, però, Mortadella sentenziò che “i prossimi giudizi, quelli cioè che terranno conto delle politiche economiche di questo governo e non di come il Paese è stato lasciato dal precedente, vedranno registrare un segno positivo”.
Insomma, anche quella volta la colpa era tutta di Berlusconi che però, essendo all’opposizione, non poteva dimettersi. Finocchiaro e Bersani, Di Pietro e Belisario, in quell’ottobre di cinque anni fa, non aprirono bocca, non accusarono Prodi e Padoa Schioppa di portarci verso il default né di essere scarsamente credibili sul piano internazionali. Colpa di Berlusconi, dissero all’unisono.
Eppure, andando a leggere la nota che giustificò il declassamento, si scopre che “la riduzione del rating sull’Italia riflette la risposta inadeguata del nuovo governo alle sfide strutturali dell’economia e del bilancio dell’Italia. La Finanziaria fa poco per avanzare significativamente sulla strada di riforme sul lato dell’offerta e nei fatti porterà ad un aumento netto della spesa in percentuale del PIL invece di ridurre l’alta spesa, che è la causa di fondo degli squilibri di bilancio italiani”.
Più chiaro di così, non si può. Ma fare orecchi da mercanti, tra gli alti esponenti della sinistra, è una consuetudine assodata.
martedì 20 settembre 2011
Senio Energia: il silenzio prolungato del Sindaco alimenta voci e preoccupanti congetture
- Si dice che il presidente della Società sia cambiato da tempo ma nessuno ne ha dato comunicazione al Consiglio Comunale
- Si dice che Leo Iseppi, uno dei rappresentanti casolani ed ex presidente della Società, non faccia più parte del CdA
- Si dice che i fondi Europei che dovevano finanziare la criticata caldaia a cippato non arriveranno o arriveranno in piccola parte e che il debito di 200mila euro graverà interamente sul Comune di Casola Valsenio
- Si dice che le pale eoliche già acquistate con centinaia di migliaia di euro non riceveranno l’autorizzazione all’installazione
- Si dice che i pannelli fotovoltaici montati recentemente abbiano prodotto il 30% in meno dell’energia prevista a causa di guasti non rilevati
- Si dice che i soci, pubblici e privati della società siano prevalentemente impegnati a defilarsi
- Si dice che i bilanci siano disastrosi
- Si dice che questo prolungato silenzio parli da solo
Mentre Napoli sta sotto i rifiuti, 13 dirigenti della società NapoliServizi (feudo PD) che si occupa del decoro urbano si autoassegnano un aumento di 5mila euro al mese come premio di efficienza.
Napoli - La città affonda tra i rifiuti ma il cda di NapoliServizi si regala un premio da 5mila euro al mese. Desta stupore nella giunta napoletana la gestione pd della società nata per occuparsi del decoro urbano della città partenopea. Tra debiti, assunzioni immotivate e stanziamenti milionari finiti in nulla, ora de Magistris eredita una bella gatta da pelare, che gli causerà più di qualche grattacapo. A riverlarlo Il Mattino e il Corriere della Sera.
5mila euro in più al mese Un aumento di 1,7 milioni di euro, e non una tantum, ma una lievitazione consistente dello stipendio di 13 dirigenti della società napoletana che si occupa del decoro urbano, la NapoliServizi, considerata un feudo del Partito Democratico. E' quanto decideva il cda della azienda a gennaio 2011, con una decisione che lascia oggi perplessa la giunta napoletana e che ha costretto de Magistris a una domenica di lavoro straordinario per discutere della questione. Ignoti i motivi che avrebbero portato alla decisione di auto-assegnarsi l'aumento, un incremento della base di retribuzione di circa 5mila euro mensili, che per altro non è l'unica vicenda a destare dei sospetti sulla gestione della società.
Spese non giustificate Ad essere poca chiara è anche la gestione economica di NapoliServizi. Tra i documenti già passati al vaglio comparirebbero infatti spese extra difficilmente giustificabili e poco chiare, di cui per altro non c'è traccia nelle carte comunali. Al comune spetterebbe di norma l'approvazione di ogni spesa aggiuntiva, ma dei 3,5 milioni di euro stanziati per la guardia armata di luoghi non meglio precisati, si ipotizza i parchi cittadini, non c'è traccia da nessuna parte.
Assunzioni immotivate Ma non sono neppure solo spese aggiuntive e aumenti di stipendio immotivati a preoccupare la giunta de Magistris. Al di là di questi aspetti destano numerose preoccupazioni anche una serie di assunzioni non giustificate e i debiti accumulati da NapoliServizi. La società entra in attività con 400 dipendenti, lavoratori ex socialmente utili. Dipendenti che lievitano nel giro di pochi anni: nel 2003 sono 470 le nuove assunzioni, altre 500 nel 2007. Nel 2008 si decide di cancellare la società, per poi stanziare 50 milioni di euro a bilancio e ripianare i debiti accumulati nel tempo. Assunzioni e stanziamenti immotivati, su cui nessuno fa domande e che vengono giustificate con nuove competenze assegnate alla società, dalle pratiche di condono, alla gestione di catasto e eventi sportivi, alla vigilanza armata dei parchi. Proprio quest ultimo è un altro punto dolente, causa di nuove assunzioni. Alcuni dipendenti della società hanno infatti precedenti penali, che gli impediscono di girare armati.
Dietro la mala gestione l'ex assessore al bilancio E dietro al portafoglio facile della giunta Iervolino nei confronti della società ci sarebbe la stessa persona, Riccardo Realfonzo, assessore al Bilancio nel 2009 e unico Iervoliniano a essere presente nella nuova giunta. Un caso di malgoverno amministrativo che ora ricade sulle spalle del vicesindaco Sodano, che dovrà occuparsi della fusione di NapoliServizi a Asìa, società incaricata della gestione della raccolta dei rifiuti. Il paradosso è che mentre la giunta Jervolino con una mano rimpinguava il portafogli dei dirigenti della società, con l'altra bacchettava il governo per i tagli delle risorse agli enti locali...
lunedì 19 settembre 2011
Al rogo il libro scomodo sulle coop
Al rogo. Quel libro è scomodo. Non deve essere letto, non deve essere venduto, non deve e non può restare nelle librerie di alcun cittadino. Via, va ritirato dal mercato. E poi bruciate tutte le copie, al rogo, al rogo.
Non stiamo rievocando la storia, non stiamo ricordando tutte le volte che il fanatismo ideologico, sia esso religioso o politico, ha violentato la cultura, i libri, le stampe. No. Non stiamo parlando del “Falò delle Vanità” di Savonarola, o dell’editto di Atanasio, e nemmeno del rogo dei libri di scrittori ebrei in epoca nazista.
No. Stiamo parlando dell’ultima follia del Tribunale di Milano. Dove è stato deciso di bruciare il libro ”Falce & Carrello – le mani sulla spesa degli italiani”, di Bernardo Caprotti, che racconta di come la sua Esselunga sia stata danneggiata dalle Coop “rosse”, in un clamoroso intreccio tra politica e “commercio”.
Così ha ordinato il Tribunale di Milano, nuova casa dei nuovi Savonarola, dei nuovi Atanasio e dei nuovi nazisti che bruciano i libri scomodi. E’ una decisione assolutamente inconcepibile, che dovrebbe scatenare un sentimento di indignazione collettivo. Ma che ovviamente non accadrà.
Perché, in questa Italia, si possono pubblicare centinaia di libri per dire che Berlusconi è un dittatore, un porco, un razzista, un pedofilo, uno schifoso criminale, un fascista, un puttaniere, ma dire che le Coop hanno qualche intreccio con la politica no, non si può. E se lo scrivi il tuo libro viene bruciato. Viva l’Italia. Viva le Coop.
sabato 17 settembre 2011
venerdì 16 settembre 2011
La tenaglia mediatica sta screditando l’Italia e gli italiani
Qui trovate due notizie. La prima è buona, buonissima, e sarebbe proprio il caso restasse lì, senza la compagnia della seconda.
Ma purtroppo questa è l’Italia: ha nella sua pancia una specie di verme solitario, che è il potere dell’informazione, che divora quel che dovrebbe nutrire il corpo della nostra Repubblica.
1. La Germania esalta l’economia italiana. E lo fa attraverso non un Pinco Palla qualsiasi ma attraverso il numero due della Merkel. Ecco il testo dell’agenzia: "L'economia nazionale italiana è molto forte, il problema è la valutazione dei mercati sull'indebitamento. L'attacco all'Italia è un attacco all'intera area euro". Lo ha detto il vicecancelliere tedesco e ministro dell'Economia Philipp Roesler, dopo aver incontrato il ministro Paolo Romani.
2. Su nessun giornale, neanche su Il Sole, questa valutazione tedesca – espressa dai massimi vertici – trova la strada della prima pagina. Su Repubblica la frase non esiste, o se c’è è nascosta benissimo. Il Corriere della Sera è l’unico a dar spazio a questa presa di posizione del governo di Berlino. Ma lo fa disperdendo questa carica di positività a pagina 13. Hanno più peso sulle prime pagine i quattro scalmanati scanna gatti che hanno protestato per la manovra dinanzi a Montecitorio. Giusto che si sappia di quanto e come l’opposizione di sinistra usi la piazza per dare l’immagine di un’Italia in sommossa, ma conta di più il sì all’economia italiana e all’impegno del nostro governo espresso dallo Stato che ha l’egemonia economica in Europa. Siamo alla prevalenza dell’Antitaliano.
100.000
Follia. Delirio. Cose da pazzi. Non ci sono altre parole. Eh sì, perché leggere che sono state impiegate 100.000 (in lettera: centomila) intercettazioni nell’inchiesta di Bari è qualcosa di sconvolgente.
Centomila (in numeri: 100.000) intercettazioni per sapere con chi è andato a letto Berlusconi. Incredibile.
Due domande:
- 100.000 intercettazioni. Quanto sono costate?
- 100.000 intercettazioni. Quanto personale hanno tenuto occupato?
E magari tra un po’ scopriremo che in Puglia sono finiti i soldi per fare altre intercettazioni, magari su casi veri, su cose concrete, sui mafiosi, sulle truffe, sui criminali, sugli assassini. O su altri politici… per carità.
Tutto è stato speso per intercettare le donne di Berlusconi. Centomila intercettazioni per compilare l’interessante e indispensabile lista.
Vi rendete conto? Che poi, a pensarci bene, ad avergliela chiesta, l’avrebbe fornita direttamente lui quella lista. Anche la vanità non gli manca.
Entro dieci anni il 50% della domanda energetica italiana sarà coperta dalle fonti di energia rinnovabili
Entro dieci anni fino al 50% della domanda energetica italiana sara' coperta dalle fonti di energia rinnovabili: e' questo il 'messaggio' emerso da ZeroEmission Rome 2011, il tradizionale appuntamento che si svolge alla Fiera di Roma, nel cui ambito e' stato inaugurato 'PV Rome Mediterranean', il salone internazionale delle tecnologie fotovoltaiche per il Mediterraneo.
Il futuro del mercato 'solare' e le potenzialita' di crescita del settore sono state al centro del convegno che ha aperto la manifestazione. Un mercato, quello del fotovoltaico italiano, che comunque gode di buona salute ed e' cresciuto con tassi record negli ultimi anni. Dopo la grande performance del 2010, anche il nuovo anno conferma questa crescita eccezionale: secondo gli ultimi dati del GSE (gestore dei servizi elettrici), infatti, nei primi otto mesi le nuove installazioni hanno consentito di raggiungere una potenza accumulata pari 10,5 GW, che le stime valutano oltre i 14 GW alla fine del 2011.
"Dati che proiettano l'Italia al primo posto nella classifica mondiale per capacita' installata annua, consacrando il nostro Paese come leader mondiale nell'utilizzo di questa tecnologia", ha sottolineato Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, uno tra i massimi esperti italiani del settore. "Al tempo stesso, pero', stiamo assistendo a una profonda trasformazione nell'impiego dei sistemi fv, che nei prossimi anni sara' sempre piu' orientato verso le installazioni sugli edifici a discapito dei grandi parchi solari che finora hanno sostanzialmente fatto da traino allo sviluppo del settore. Una trasformazione favorita dal nuovo regime di incentivazione e che apre nuove ed eccezionali prospettive di sviluppo per la nostra industria.