venerdì 8 luglio 2011

La legge elettorale sta diventando un grimaldello per demolire il bipolarismo

il-piede-di-porcoSi è aperta, all’interno del Partito democratico e nei suoi dintorni, una gara a presentare quesiti referendari per cambiare la legge elettorale, quesiti che prospettano soluzioni tra loro opposte.

Stefano Passigli (ex senatore dell’Idv) ha presentato un quesito che punta a reintrodurre il sistema elettorale proporzionale, a quel che si dice in coerenza con la tattica dalemiana favorevole a un’intesa post elettorale con il cosiddetto Terzo polo. A questa iniziativa se ne contrappone un’altra, ideata da Arturo Parisi e sostenuta da Pierluigi Castagnetti e Walter Veltroni, che punta invece a ritornare al “Mattarellum”, cioè a un sistema misto basato sull’elezione diretta a turno unico nei tre quarti dei collegi e con la proporzionale nell’altro quarto.

Pier Luigi Bersani ha replicato, soprattutto alla seconda iniziativa, sostenendo che il Pd ha una proposta di riforma elettorale depositata in Parlamento che deve essere sostenuta e che non spetta ai partiti ma alla società civile proporre referendum. Bersani, però, finge di non capire che tutta questa agitazione da parte dei sostenitori del bipolarismo nasce dal sospetto che l’operazione parlamentare, che per riuscire ha bisogno della convergenza della Lega nord, punti in realtà a raggiungere un esito finale di restaurazione della proporzionale, visto che la Lega sicuramente non è interessata al barocco meccanismo misto e a doppio turno dell’originaria proposta del Pd.

Quel che conta politicamente è che un’area interna al Pd esprime una volontà seria di difendere il bipolarismo, evocato anche da Romano Prodi. Se si accetta questa base di ragionamento, che significa affidare di fatto all’elettorato la decisione sulle coalizioni e sul premier, si può discutere su correzioni degli aspetti più criticati della legge attuale, a cominciare dal listone nazionale per la Camera. Su questo principio c’è ancora una maggioranza parlamentare ed è bene che si faccia valere.

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