mercoledì 13 aprile 2011

Tutti bravi a fare la predica

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Nel luglio 2009 l’Italia istituì il reato di clandestinità, all’interno del pacchetto sicurezza. E previde che la condizione di clandestino avrebbe costituito un’aggravante nei processi penali.

Quali furono nel 2009 le reazioni a livello europeo e internazionale?

  • Sono intervenuti sul governo italiano il Commissario per i diritti umani presso il Consiglio d’Europa Thomas Hammarberg; il Servizio giuridico del Parlamento europeo; il presidente della Commissione Libertà civili, giustizia e Affari interni Gérard Deprez, ed infine lo stesso commissario Ue alla Giustizia, Libertà e Sicurezza, Jacques Barrot, esprimendo critiche che variavano dalla “preoccupazione” alla “netta contrarietà”, fino alla censura.
  • In particolare il Servizio giuridico del Parlamento Europeo, già in un parere del 15 settembre 2008 sulla “compatibilità con il diritto dell’UE e i diritti fondamentali” dell’aggravante clandestinità, concluse che, per quanto riguarda la presenza irregolare dei cittadini dell’Unione europea, “le disposizioni pertinenti del diritto comunitario si oppongono a che una legislazione nazionale stabilisca come circostanza aggravante generale in relazione a un crimine o a un delitto, il solo fatto che la persona coinvolta sia un cittadino di uno Stato membro che si trovi irregolarmente sul territorio di un altro Stato membro”.
  • L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, l’Italiana Laura Boldrini, censurò la politica dei respingimenti.
  • La canadese Louise Arbour, nel 2008 Alto commissario Onu per i diritti umani, aveva dichiarato: “In Europa sono fattore di enorme preoccupazione le politiche repressive, così come gli atteggiamenti xenofobi e intolleranti, nei confronti dell’immigrazione clandestina e delle minoranze neglette. Esempio di queste politiche e di questi atteggiamenti sono la recente decisione del governo italiano di rendere reato l’immigrazione clandestina e i recenti attacchi contro campi rom a Napoli e Milano”.
  • Infine, sia il Vaticano sia anche la Corte costituzionale espressero numerose perplessità, critiche e rilievi.

Qual è oggi la posizione dell’Europa?

  • La clandestinità è reato penale in numerosi paesi dell’Unione europea: tra questi Gran Bretagna, Francia e Germania. In Spagna è un’aggravante di un reato penale (chi lo commette deve scontarlo nelle galere della madrepatria per poi essere espulso definitivamente). Fuori dall’Ue, è reato negli Stati Uniti, Canada, Australia per limitarci al mondo occidentale.
  • La Francia ha recentemente stabilito che quella di chi fugge dal proprio paese deve essere definita semplicemente “immigration économique”, e, per ciò che riguarda in particolare i tunisini a Ventimiglia, essi devono sottostare a queste condizioni: 1) avere un documento di identificazione e permesso di soggiorno, anche temporaneo, rilasciato da uno stato membro dell’area di Schengen; 2) approvazione dei relativi documenti da parte dell’Unione europea; 3) mezzi sufficienti al sostentamento; 4) non rappresentare una minaccia per l'ordine pubblico.
  • La Germania ha, giusto ieri, stabilito che i soggiorni temporanei rilasciati dall’Italia non sono validi ai fini di Schengen.
  • In Gran Bretagna, il premier David Cameron ha da poco decretato la fine del multicultularismo e della politica dell’immigrazione praticata per un secolo nel paese.
  • In Spagna, il premier socialista Josè Luis Zapatero ha fatto erigete tra le città di Ceuta e Melilla, nell’ex Marocco spagnolo, un muro di 1.200 km, sorvegliato 24 ore al giorno, per bloccare già all’estero i tentativi di fuga verso le sue coste.
  • Stessa cosa sta progettando la Grecia ai confini con la Turchia.
  • L’Olanda ha approvato un anno fa una legge che impone a tutti gli immigrati di conoscere la lingua nazionale e di dotarsi di lavoro e mezzi di sostentamento.
  • In tutti i paesi europei in cui la Costituzione comunitaria è stata sottoposta a referendum popolare, essa è stata bocciata. In Italia l’ha votata il Parlamento, all’unanimità.
  • Mesi addietro il governo francese di Nicolas Sarkozy ha represso duramente le proteste sociali nelle periferie di Parigi e di altre grandi città da parte di immigrati di seconda e terza generazione.

Questa è dunque la situazione che ci circonda. Il governo prenderà ora le sue decisioni sull’emergenza degli sbarchi dalle coste africane. E saranno misure incisive. Ma per favore, l’Europa e i suoi governi non ci facciano più prediche. E la sinistra italiana la smetta di invocare, in nome dell’accoglienza, dei diritti umani o addirittura della civiltà, “il giudizio dell’Europa”, dell’Onu, e di altri organismi.

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