giovedì 24 marzo 2011

Non ci si può credere

arroganza e vergognaI più ignoravano fino ad ora (e noi tra questi) che il Presidente della Provincia di Ravenna, l’ineffabile Giangrandi, e i suoi dieci assessori, da oltre un anno non partecipano alle sedute settimanali del Consiglio Provinciale se non per illustrare frettolosamente i punti che individualmente li riguardano, per poi andarsene immediatamente.
Questa incredibile consuetudine, assunta in completo spregio delle istituzioni e della rappresentanza elettiva, è stata più volte stigmatizzata dalle minoranze consiliari senza tuttavia trovare nella stampa un adeguato grado di attenzione, tale da sollevare l’inevitabile indignazione dei cittadini elettori.

Gli eletti del popolo che oggi si atteggiano a baroni sono retribuiti molto lautamente (quasi 8mila euro al mese per il Giangrandi e circa 3800 euro al mese netti per gli assessori) proprio per verificare il proprio operato in seno al Consiglio, l’organo di controllo e di indirizzo ove siedono i consiglieri che invece vengono trattati con disprezzo alla stregua di fastidiosi postulanti.
Questo vergognoso comportamento è tipico del Giangrandi e non meraviglia più nessuno (forze politiche, sindacati, dipendenti), ma è stato assunto e condiviso anche da Claudio Casadio che ora vorrebbe proporsi come il sostituto promettendo un cambiamento che non ci sarà né potrà esserci perché anche lui è il prodotto dello stesso contesto politico-culturale che ha partorito queste mostruosità comportamentali e la paralisi operativa della Provincia.

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