venerdì 7 gennaio 2011

Il lento e inevitabile declino del giudice Di Pietro

Immagine 000"A fare a gara con i puri troverai sempre uno più puro che ti epura". La frase è attribuita a Nenni e si applica perfettamente al caso di Di Pietro. O meglio si applicherebbe se davvero qualcuno avesse creduto, anche solo per un attimo, alla favola del Di Pietro puro e intemerato cavaliere di giustizia.
In realtà l’ex pm è il prototipo dell’italiano medio, del furbacchione di campagna, quello che mette insieme l’astuzia con un po’ di arte di sopravvivere imparata nei commissariati di periferia, una maschera perfetta insomma per la commedia di Alberto Sordi o di Carlo Verdone.
Un arruffapopolo che conosce i vizi degli italiani perché li ha praticati, che sa solleticare gli istinti più bassi perché sono quelli sui quali ha costruito l'identità ideologica del partito. Non sappiamo se davvero De Magistris riuscirà a far fuori il leader di Idv o se anche lui finirà come gli altri 284 co-fondatori del partito che se ne sono andati via, uno dopo l’altro (a parte otto).
Non sappiamo se rimarrà solo Di Pietro, come sempre, con il simbolo che riporta il suo nome (alla faccia della promessa di voler “spersonalizzare” l’Italia dei valori”). E non sappiamo neanche se è il caso di entusiasmarsi per un eventuale cambio al vertice tra un ex magistrato e l’altro.

Di sicuro, quello che questa vicenda chiarisce, però, è che l'Opa di Di Pietro sulla sinistra è definitivamente fallita. Se l’ex eroe di Mani Pulite fino a qualche tempo fa correva con il vento in poppa e sognava di mettere le mani su tutto il patrimonio politico dell’attuale opposizione, diventando leader e simbolo della coalizione anti-Berlusconi, beh, le ultime vicende hanno affossato ogni sua speranza.
Ha dimostrato la sua debolezza politica e umana, ha dimostrato di non essere in grado di gestire nemmeno il suo gruppo e ora sta dimostrando di faticare a tenere unito il suo partito. Anche chi a sinistra guardava a lui con fiducia e speranza ora deve prendere atto del fallimento del progetto.
Italia dei Valori addio. Con le sole invettive, con le minacce, con il perenne tintinnar di manette non si può sperare di governare un Paese. E nemmeno l’opposizione.

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