sabato 11 dicembre 2010

Nove giorni di lavoro per una pensione a vita di 3000 euro al mese

negri_potere_operaioFacendo un riepilogo degli onorevoli che tra la prima e la seconda Repubblica hanno ottenuto la pensione per il resto della loro vita c’è anche Toni Negri, il cattivo maestro per eccellenza, il grande nemico dello Stato borghese e capitalista. Questo signore - come riporta il sito internet dell’Espresso - incassa ogni mese dai contribuenti italiani 3108 euro e questo dal 1993, anno in cui varcò la soglia dei sessant’anni.
Questa ragguardevole cifra, ben superiore alla retribuzione di molti nostri connazionali, se l’è guadagnata così: fu eletto nelle liste radicali, uscendo dal carcere dove era stato rinchiuso dal 7 aprile 1979, dopo un processo in cui gli venivamo mosse pesanti accuse per legami col terrorismo rosso.
Fece il suo ingresso in Parlamento il 12 luglio del 1983 e prima che gli onorevoli colleghi autorizzassero il suo arresto, fuggì in Francia e tanti saluti. Dunque la sua esperienza in aula durò 64 giorni. In realtà, però, per via del periodo estivo e delle relative ferie, a Montecitorio vennero convocate soltanto 9 sedute.
La notizia non è nuova, in sé. Anzi, è stata scritta e riscritta, campeggia pure in La Casta di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo. Nel libro, fra l’altro, viene citato un memorabile intervento dell’on. Negri, nel quale affermava: «Mi hanno accusato di aver vissuto in cento bande clandestine, ma l’unico corpo separato in cui mi è toccato di vivere è proprio questo Parlamento».
Però la pensioncina mica gli fa schifo.  Quel che sorprende è notare che a Negri continui ad arrivare lo stipendio da ex rappresentante del popolo italiano, garantitogli da quella democrazia borghese e padronale da lui tanto disprezzata.

Per la verità il professore padovano non è il solo a godere delle prebende da ex politico. Tanti come lui incassano e continuano ad approfittare di scandalosi benefici. Il suo però è un caso abbastanza clamoroso. Sia per il numero di giorni di “lavoro” in Parlamento sia per le dichiarazioni che il maestro rosso ancora sparge in giro.
Gianfranco Fini, ci permettiamo di rivolgerle un appello: lei che di Montecitorio è il massimo rappresentante, faccia una cosa di destra. Tolga queste pensioni ridicole. E, magari, inizi dal rivoluzionario Toni Negri.

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