lunedì 8 novembre 2010

Non è affatto normale che il presidente della Camera dia il benservito al presidente del Consiglio

pict004La Stampa (Michele Brambilla) – Un’ombra – quella del raccomandato, o quella del numero due, o perfino quella del traditore e opportunista – aveva sempre un po’ sporcato il rapporto tra Fini e il suo popolo. Leader del Fronte della gioventù, ad esempio, il ventenne Gianfranco lo era diventato non per volontà degli iscritti ma per imposizione del suo padrino politico Giorgio Almirante. Alle elezioni per il nuovo segretario … Fini arrivò quinto ma Almirante decise che il capo del Fronte l’avrebbe scelto lui, tra uno dei cinque più votati. I giovani camerati non hanno mai perdonato a Fini quella spintarella: lo chiamavano “dietro gli occhiali niente” … Nel 1993 … Fini si candidò sindaco della Capitale e sfiorò l’elezione. Ma anche qui un’ombra, quella di Berlusconi, il Cavaliere nero che aveva fatto endorsement (“Se fossi cittadino romano voterei per Fini”) manifestando una potenza devastante perché con una battuta era riuscito a sdoganare un mondo che da quarant’anni stava chiuso in un ghetto … Poi Fini è diventato vicepresidente del Consiglio, ministro degli Esteri e tante altre belle cose ancora. Ma sempre sotto l’ombrello di Berlusconi, il vero, indiscusso leader …

Corriere della Sera (Pierluigi Battista) – “Futuro e Libertà” nasce con un traguardo così ambizioso e velleitario da sembrare irrealistico: costruire un centro destra che non abbia più Berlusconi come suo indiscusso e carismatico leader … Si dà il caso però che Berlusconi non sia il passato è e continua ad essere il leader del centrodestra e il capo del governo, il leader del partito maggiore della coalizione … Bisogna dire con chiarezza che non è affatto normale che un Presidente della Camera dia il benservito ufficiale al presidente del Consiglio …

La Nazione (Gabriele Canè)- … Berlusconi, giustamente dal suo punto di vista, dice a Fini: buttami giù in Parlamento. Come vorrebbe peraltro la tanto spesso citata (a vanvera) prassi costituzionale, la stessa prassi che a Bastia è stata trasformata in carta straccia. Con dei ministri che rimettono il proprio mandato al presidente della Camera e non a quello del Consiglio, e con lo stesso presidente della Camera che affonda la maggioranza che lo ha eletto e il Governo che ne è espressione, ma lascia dimettere gli altri, mentre lui resta al suo posto. Dunque crisi … Berlusconi non se ne andrà … Aspetterà che lo impallinino alla Camera, consentendogli di presentarsi ancora una volta alle urne … Sempre che non riesca il deplorevole gioco di prestigio di un cosiddetto governo tecnico, la truffa che qualcuno (per fortuna pochi) vorrebbe consumare ai danni della volontà popolare… Faceva uno strano effetto sentire il più stretto alleato del Cavaliere da quindici anni a questa parte, uscire da una astronave atterrata evidentemente da un altro pianeta e parlare di tutto ciò che è successo negli ultimi tre lustri, come se lui nel frattempo fosse stato in giro per le galassie …

Il Corriere della Sera (Marco Galluzzo) - …Concetti condivisi con Arcore, durante la giornata, e in alcuni casi elaborati nella residenza del premier. Primo: quello di Fini è un atto di totale irresponsabilità nei confronti del Paese, altro che futuro e senso dello Stato. Secondo: si fa paladino della Costituzione, a parole, ma dimostra invocando una crisi al buio, di farne uso a suo piacere. Terzo: se avesse un minimo di dignità si dovrebbe dimettere, invece di chiedere ai suoi ministri di affidargli il loro mandato durante un comizio … Fini rappresenta un simbolo ineguagliabile di ipocrisia: istituzionale, politica e umana. Parla come Bersani, ma si professa bipolarista. Chiede le dimissioni del governo, ma si dice pronto a un suo rilancio. Indica ricette economiche prive di copertura, facendo demagogia a basso costo, buona per un comizio e non per governare un Paese sotto osservazione dei mercati internazionali.

Il Tempo (Mario Sechi) - … Sedici anni al fianco di Berlusconi sono evaporati dalla memoria, ma presto i finiani si renderanno conto che il Paese da loro narrato non esiste; che l’elettorato berlusconiano è una realtà che prescinde dal Cavaliere … Dopo sedici anni di centrodestra berlusconiano, Fini ha abiurato completamente tutto ciò che è stato e ha rappresentato. È la certificazione del fatto che l’ex segretario del Movimento Sociale, l’erede di Almirante, l’ex presidente di An, l’ex cofondatore del Pdl, è un contenitore vuoto in cui può entrare di tutto e si aziona come un juke-box …

La Stampa (Marcello Sorgi) - … le lezioni restano lo sbocco più probabile, e forse il più logico, nel momento in cui si tratta di decidere se chiudere veramente, o far proseguire, una stagione, come quella berlusconiana, che s’è sempre basata su un larghissimo consenso popolare, e non può essere archiviata con qualcosa che ricordi, pur non riproponendolo tale e quale, il ribaltone del 1994 …

Il Giornale (Vittorio Feltri) - … La coalizione vincitrice delle elezioni 2008 aveva numeri in abbondanza per durare cinque anni, e se nei giorni a venire non ne avrà più a sufficienza neanche per tirare a campare, la responsabilità sarà della terza carica dello Stato che, da oltre un anno, è impegnato in una lotta senza quartiere contro il Cavaliere e Bossi. Fini e i finiani erano una componente minoritaria del Pdl. Ma anziché elaborare il dissenso politico all’interno del partito, lo hanno manifestato in ogni luogo, anche il meno opportuno, fino a rendere impossibile la loro convivenza con i berlusconiani e con i leghisti. Di qui lo strappo e la costituzione di un gruppo parlamentare autonomo (la famosa “terza gamba”) rimasto per un po’ nella maggioranza, addirittura votando la fiducia chiesta dal premier …

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