giovedì 15 luglio 2010

Tanto rumore per nulla

centrale[1]

In questi giorni, il Comune di Casola Valsenio ha emesso trionfalistici comunicati e ha convocato una pubblica assemblea, sulla riconversione del piano di produzione calore di Senio Energia che non servirà più sedici strutture pubbliche, ma si limiterà a sostituire la vecchia caldaia a gasolio della scuola elementare con una a cippato.
Poiché alla fin fine si parla di un insuccesso operativo e poiché prevenire è meglio che curare, l’operazione mediatica sembra avere lo scopo di stoppare sul nascere i dubbi e le critiche che un così vistoso ridimensionamento del core business di Senio Energia - inventata e costruita attorno al cippato - provocherà nell’opinione pubblica.

E’ sotto gli occhi di tutti l’avvio difficoltoso della Esco casolana che è alle prese con le procedure e i costi di primo avvio e che per ora sta accumulando debiti soprattutto perché si riducono i finanziamenti pubblici che fino ad ora l’hanno alimentata e sostenuta.

La chiusura del progetto “cippato” ha due cause e una conseguenza. La prima causa è la riduzione del finanziamento pubblico sulla quale c’è poco da aggiungere se non che il processo sembra irreversibile. La seconda deriva da una progettazione, a dir poco, dilettantesca: prima si individua l’area della palestra, poi, riconoscendo che la scelta è infelicissima, si passa alla Buratta, ma si deve ridisegnare il tutto sia in termini tecnici che economici facendo lievitare le spese. Poi ci si accorge che il cippato presenta problemi di vario genere poco gestibili attraverso il fai da te. Alla fine si arriva alla decisione di lasciar perdere, ma per non perdere del tutto la faccia, si decide di utilizzare i soldi pubblici già in cassa per intervenire con questa tecnologia sulla scuola elementare.
L’intervento che ci viene illustrato quindi è il prodotto di una gestione politico amministrativa inadeguata, non un brillante risultato da sbandierare.
La conseguenza per la nostra società a capitale pubblico è che ora deve ridefinire  i propri obiettivi di medio e di lungo sapendo che d’ora in poi dovrà contare più sulle idee d’impresa che sul foraggiamento regionale e che dovrà fare in fretta perché il mercato comincia ad essere occupato da società, anche locali, che, probabilmente godono delle stesse entrature politiche ma hanno operatività molto migliori (Hera, Cofra ecc).

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