mercoledì 31 marzo 2010

706 casolani - il 30,76% del corpo elettorale - decidono di non andare a votare. Il segnale politico è forte e chiaro

140310-week-11-2010-30-large L’analisi del dato elettorale di Casola Valsenio merita qualche ulteriore attenzione perché abbiamo registrato il record provinciale del maggiore numero di cittadini che si sono astenuti dal voto e perché questo evento ha condizionato in maniera molto significativa l’interpretazione dei risultati.
Non può lasciare indifferenti il fatto che il 30,76% dei casolani non abbia votato vale a dire che dei 2295 elettori iscritti, se ne siano presentati ai seggi solo 1589 pari al 69,24%
Se raffrontiamo questo valore con quello delle europee di nove mesi fa dove votarono 1926 elettori (83,52%), vediamo che la defezione è stata in termini assoluti di 337 cittadini determinando una strabiliante defezione del 14,28%. Un casolano su tre non ha votato.
Non siamo abituati a queste cifre perché in Emilia Romagna e nella provincia di Ravenna non si era mai reso visibile un fenomeno di astensione cosi vistoso anche perché, qui da noi, intere generazioni sono cresciute a pane e politica e l’impegno civico si è sempre tradotto in una partecipazione regolare alle chiamate elettorali.
Possiamo allora tentare una prima considerazione: anche a Casola, come in tutta l’Emilia Romagna, la crescente astensione dal voto sembra assumere le connotazioni di segnale politico legato alla disaffezione e all’insofferenza. E’ la prima volta che avviene.
Comunque lo si valuti, questo è un segnale involutivo che va contrastato e che richiama l’obbligo di restituire alla politica la dignità la serietà, la pacatezza, la misura che la gestione dell’interesse collettivo richiede, allontanandolo dalle tifoserie isteriche e da infantili manicheismi.
Se non saremo capaci di proporre ai nostri concittadini una offerta politica depurata da quanto di peggio lo scenario nazionale ci ha offerto negli ultimi mesi, l’abbandono delle urne potrebbe diventare una costante e alla fine rendere tutti noi più fragili e più indifesi per una oggettiva mancanza di rappresentatività e di consenso.
Una ulteriore considerazione si può e si deve fare sui risultati che sono usciti dal voto e che, senza alcun dubbio, sono stati fortemente condizionati dall’astensione che ha toccato in maniera vistosa il Pdl ma che non ha risparmiato neppure il centro sinistra nel suo insieme.
Prendendo a riferimento i voti delle europee 2009, il quadro che ne risulta è il seguente:
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Operati i necessari aggiustamenti e dato atto che la Lega Nord, all’interno della coalizione di centro destra non ha subito alcun effetto dal fenomeno dell’astensione, e che almeno l’80% dei 66 voti grillini provengano dall’area del centro sinistra, sembra credibile ritenere che il differenziale dei 270 elettori mancanti possa ripartirsi per circa 170 voti sul Pdl, per circa 90 voti sul Centro sinistra e per pochissime unità sull’Udc.
Da ciò se ne ricava che la perdita elettorale del Pdl sembrerebbe quasi interamente ascrivibile all’astensione e in piccolissima misura a una perdita di consensi a favore della Lega.

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