giovedì 18 febbraio 2010

Il Vescovo Stagni di Faenza invita i cattolici a non mescolare il piano religioso e il piano politico. Una saggia e lungimirante lezione che potrebbe tornare utile a molti, non solo a Faenza

"Mi rivolgo anzitutto ai cattolici faentini che nelle prossime settimane saranno chiamati al voto per la scelta del sindaco - scrive nel messaggio Monsignor Stagni - Già in data 29 ottobre ho avuto modo di rivolgere a tutti un richiamo, che confermo con la presente. Ritengo tuttavia che per il bene di tutti sia mio dovere riflettere ancora sulla situazione che si è determinata dalla presenza di diversi candidati di formazione e ispirazione cattolica. Questo ovviamente è un fatto positivo, che rivela l'attenzione che nel mondo cattolico viene data all'impegno per la cosa pubblica".
Quando ci si trova di fronte a scelte nelle cose di questo mondo, dove i cristiani agiscono come lievito, non si devono dimenticare i valori assoluti che non possono essere sacrificati di fronte a valori relativi. Nel nostro caso le elezioni amministrative sono importanti, ma la comunione ecclesiale nelle nostre comunità non ne deve soffrire né si deve rischiare di comprometterla. Si deve poi evitare la criminalizzazione dell'avversario, come pure coinvolgere la fede religiosa né a favore, né contro.

I cattolici devono fare politica rispettando la distinzione dei piani nel loro impegno politico e religioso, per cui non si deve mai strumentalizzare una eventuale qualificata posizione ecclesiale a fini politici. Alla luce di questo non si devono pertanto coinvolgere le strutture e le sale delle parrocchie e delle associazioni, gli elenchi degli indirizzi, le sedi delle aggregazioni ecclesiali, la chiesa e il sagrato a fini di propaganda elettorale. In caso di dubbio, è meglio astenersi.
I presbiteri, i religiosi e le religiose devono rimanere estranei all'agone politico.
Per orientarsi nelle scelte si devono usare i metodi della politica, valutare i contenuti dei programmi dei partiti e gli orientamenti dei candidati soprattutto negli aspetti antropologici (vita, persona, famiglia ecc.) e sociali (libertà, lavoro, solidarietà, sussidiarietà ecc.) e tenere conto del bene comune, secondo l'insegnamento costante della dottrina sociale della Chiesa.
Mentre si ricorda che il dovere del voto non può essere tralasciato senza grave motivo, per cui si invitano tutti gli elettori a compiere il loro dovere, si ricorda pure l'importanza delle elezioni regionali, in ordine alle quali si devono applicare gli stessi principi sopra ricordati.

6 commenti:

  1. Sarebbe bene che anche la politica non mescolasse il piano politico con il piano religioso. Prova a spiegarlo ai tuoi alleati della Lega Nord. E in queste pagine anche te hai marciato su questo argomento. Sempre dopo ti accorgi cosa è giusto e cosa è sbagliato. Alla faccia della coerenza...

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  2. sarebbe coerente anche professare la propria Fede ed il proprio Credo anche all'interno delle assemblee comunali.Sono fermamente convinto che la Fede Cattolica non vada contro il buon senso, la buona amministrazione ed il buon governo.

    Cordialmente Mirko

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  3. Visione interessante. La religione non si deve sporcare le mani con la politica, tanto poi ci pensano i discepoli prestati alla politica a fare prevalere su questa - nelle istituzioni - la religione… veramente una gran bella idea, soprattutto moderna, di democrazia liberale. Ognuno la vede come vuole, ma anche i Taliban, Mahmoud Ahmadinejad (Iran) e i musulmani Pakistani ragionano nello stesso identico modo. E pensare che il vostro idolo Berlusconi vuole abbattere queste atroci dittature per portare la democrazia liberale in giro per il mondo. Non è che avete sbagliato partito, oppure periodo storico, oppure semplicemente avete frainteso il significato di democrazia liberale?

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  4. presumo tu non sia credente, è per questo che non hai copito nulla di quello che ho scritto.
    Un buon amministratore può essere ateo o credente ,non importa, l'importante è che non lo sia a corrente alterna (come a volte avviene).
    Non si può e non si deve usare la "religione" per fare politica.
    Non si può e non si deve lasciare la propria Fede fuori dalla porta quando si fà l'amministratore.
    mirko

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  5. "sarebbe coerente anche professare la propria Fede ed il proprio Credo anche all'interno delle assemblee comunali."
    "Non si può e non si deve usare la "religione" per fare politica."

    Tutte e due tue frasi! Deciditi

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  6. saranno scritte in un italiano non corretto ma sicuramente sono due concetti distinti e non contrapposti tra loro.
    Ritengo sia tu ad aver frainteso il significato di cristiano,credente,cattolico.
    Se vuoi ti posso indicare chi mi ha fatto capire tale significato, così potrai cogliere anche le differenze che ci sono nei due concetti.
    Ritengo inoltre che, per come intendo io la democrazia liberale, non ci si debba nascondere dietro l'anonimato per portare avanti le proprie idee.
    mirko

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