venerdì 22 gennaio 2010

Per una volta, turandoci il naso, evochiamo lo stesso detestabile metodo che usano abbondantemente i nostri avversari fatto di scandali e bassezze.


(In foto: Flavio Delbono, Sindaco di Bologna)

Nel sottobosco delle notizie sono improvvisamente venute a galla due veline sulle quali vale la pena riflettere.
A Bologna risulterebbe che Ignazio Marino, esponente del Pd ma soprattutto chirurgo di fama internazionale, non sarebbe riuscito a lavorare presso un ospedale del capoluogo emiliano a causa della sua posizione interna al partito. La decisione di correre per la segreteria e in particolare contro Pier Luigi Bersani (leader incontrastato da quelle parti e totalmente estraneo alla vicenda) avrebbe scatenato la rappresaglia dei dirigenti dell’azienda sanitaria di Bologna e innescato l’ostruzionismo. Lo scandalo, chiamiamolo così, è venuto fuori da alcune intercettazioni telefoniche che non lasciano nulla alla libera interpretazione, tanto sono chiare ed esplicite.

Sempre a Bologna, il sindaco Flavio Delbono (Pd di strettissima osservanza) è alle prese con un’inchiesta dai contorni molto opachi e decisamente imbarazzanti.
La sua ex fidanzata Cinzia Cracchi, che fino al termine della relazione fu anche sua segretaria, ha rivelato di avere viaggiato per mezzo mondo con Delbono facendo pagare le spese alla Regione, di cui l’uomo politico era vicepresidente. Per provare le sue affermazioni, la signora Cracchi ha consegnato il bancomat malandrino che servirebbe a certificare la sua verità.

Su entrambe le questioni sono in corso, ovviamente, inchieste giudiziarie. Entrambe però, indipendentemente dalle conclusioni di natura strettamente penale, ci danno il termometro di un modo di fare politica che trae alimento dalla supponenza di cui si ammanta il partito che governa la nostra regione.
Se l’affaire Marino fosse accaduto al Sud, ci sarebbe già qualcuno pronto a scomodare il condizionamento mafioso. I metodi sono diversi, ma il risultato comunque è uguale: umiliazione del merito e conseguente trionfo dell’arroganza.
La stessa arroganza che già s’intravede nella vicenda che tocca l’immagine del sindaco Delbono.
Qui emerge ancora una volta una sorta d’impunità di cui il potente di turno pensa di godere in ragione della carica. In questo probabilmente sorretto dalla strana idea di onnipotenza che sempre più spesso si scorge nei comportamenti di sindaci e governatori regionali.


1 commento:

  1. Delbono dovrebbe dimettersi all'istante e andarsi a seppellire in una buca molto profonda.
    (Che sfortuna, però: fosse stato primo ministro, avrebbe potuto portare vagonate di escort e una minorenne direttamente in vacanza con l'aereo di stato; quello si può fare, no?)

    cristiano

    RispondiElimina