venerdì 8 gennaio 2010

Bettino Craxi: La mia libertà equivale alla mia vita


Sarà ad Hammamet, il 17 gennaio, la commemorazione di Bettino Craxi a dieci anni dalla morte. Due giorni dopo, nell’anniversario della sua scomparsa, alla biblioteca del Senato sarà ricordata la figura dello storico leader socialista, con il presidente del Senato Renato Schifani e gli interventi, tra gli altri dei ministri Marizio Sacconi, Franco Frattini, Renato Brunetta, del leader Uil Luigi Angeletti, Tarek Ben Ammar e Gianni De Michelis.

Sono solo due delle iniziative promosse dalla Fondazione Craxi e presentate oggi dalla figlia dell’ex segretario del Partito socialista, Stefania.
Quest’anno ricorre infatti anche il decennale della Fondazione fortemente voluta dalla parlamentare del Pdl e sottosegretario agli Esteri. Dieci anni in cui sono stati messi insieme l'archivio di Bettino Craxi, con documenti, carte processuali, videoteca e fototeca. La biblioteca della Fondazione si basa sui circa seimila volumi appartenuti al leader socialista.
“La fondazione -spiega Stefania Craxi- è nata per rendere onore e verità a un uomo che ha lavorato per quarant’anni per il proprio paese ed è stato costretto a una morte ingiusta e atroce lontano dall’Italia. Lavoriamo per ristabilire la verità sul periodo del riformismo craxiano, l’unica teoria politica che non ha perso il confronto con la storia”, ha spiegato Stefania Craxi in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il ministro del Lavoro Sacconi impegnato in prima persona nell’attività della Fondazione intitolata a Bettino Craxi e la deputata Pdl Beatrice Lorenzin.
Proprio Sacconi individua un parallelo tra le vicende italiane degli anni Novanta e il clima politico attuale e la campagna d’odio contro il premier Berlusconi.
“E’ il solito male oscuro che perseguita il paese: la criminalizzazione dei leader politici moderati che affermano il primato della politica. I leader forti -ricorda Sacconi- sono sempre stati sgraditi alla sinistra che pretendeva di governare stando all'opposizione e ad una certa borghesia che si alleava con la sinistra'', ricorda Sacconi per il quale “da quel colpo di Stato mediatico-giudiziario e dal non aver mai fatto i conti con quegli anni derivano anche i problemi attuali. La rivalutazione di Craxi offre un’opportunità, una chance per leggere con onestà intellettuale e verità quegli anni”.
Il decennale della morte di Bettino Craxi arriva “nel segno di una larghissima rivalutazione della sua opera e del suo pensiero. Non è retorica, basta pensare – rimarca - ai tanti ministri, sottosegretari o parlamentari attuali che si sono formati nel riformismo socialista, sono cresciuti con quell’idea e con quelle intuizioni”. Idee come “la dimensione mediterranea dell'Italia, il bisogno di riforme, il modello sociale basato su meriti e bisogni. Craxi ebbe queste intuizioni quindici anni prima del new labour di Tony Blair: il Psi aprì la strada a quello che fu chiamato il socialismo liberale”, sottolinea Sacconi che poi nota come non tutto il Psi seguì la linea del segretario “e infatti non celebriamo il Psi, ma Craxi e il craxismo”.
Tra le iniziative della Fondazione che caratterizzeranno l’anno del decennale della morte di Craxi, c’è la pubblicazione on line dell’opera omnia dello statista socialista, tre video con i passaggi salienti della sua attività politica e due pubblicazioni dedicati alla visione e al suo pensiero riformista.

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