La notizia è che per una volta siamo d’accordo con Gianpaolo Sbarzaglia quando dice “... i Sindaci dei territori si approprino direttamente dello strumento parco, la delega alla provincia di Ravenna ha esaurito il suo compito.”
Diamo atto a Gps di non averle mai mandate a dire sul Parco e, com’è nel suo stile giacobino, di avere sempre tagliato i problemi con l’accetta (forse anche per questo nel partito democratico è stato così pesantemente emarginato).
La situazione del Parco si profila esattamente come avevamo preconizzato: una farraginosa struttura politico amministrativa, tecnicamente debolissima, che si muove come un pachiderma perso nelle sabbie mobili, piantato ad ogni piè sospinto.
Assediati da ogni parte questi amministratori segnati dall’apatia, dall’indifferenza, dallo sconforto mostrano, ogni giorno di più, di non sapere da che parte cominciare.
Intanto devono fronteggiare le frange ambientaliste che iniziano a rumoreggiare di fronte al vuoto progettuale e propositivo, ma soprattutto devono tamponare il pressing degli agricoltori che avevano ricevuto garanzie di ingresso nella gestionalità diretta del Parco e che ora si trovano beffati, scornati e pesantemente danneggiati nelle proprietà.
Sbarzaglia li chiama “i furbetti del contadino” usando una immagine per nulla spiritosa, che tradisce tutto l’astio e il disprezzo che l’ex presidente della Comunità Montana nutre per i suoi concittadini che avevano chiesto di sedere al tavolo delle decisioni. Li sfida e li sbeffeggia perchè avevano minacciato ricorsi al Tar senza sortire risultati e ora intendono reiterarli.
E’ notorio lo stile del nostro uomo, dirigista e volitivo fino al limite estremo della prepotenza, che in un quarto di secolo di governo indisturbato della collina faentina ha maturato un atteggiamento mentale che gli impedisce spesso di introiettare le regole politiche della disponibilità e dell’attenzione verso gli avversari.
Su una cosa però ci troviamo d’accordo con Gps. I sindaci hanno una percezione del proprio territorio e della propria gente sicuramente diversa da quella di un assessore provinciale.
Si cominci allora ad attribuire ai sindaci la direzione dell’esecutivo del Parco sia per accellerare il processo decisionale, sia per dare risposte positive al mondo agricolo che per un atteggiamento manicheo e miope è stato relegato alle aule di tribunale anzichè alle stanze di governo del parco come si sarebbe dovuto fare da subito.
Persino Sbarzaglia sembra cominciare a capirlo.
Appena ho letto il titolo del post, confesso di avere avuto un sussulto sgradevole.
RispondiEliminaQuel “La notizia è che per una volta siamo d’accordo” è stato un colpo basso e non può che portare sfiga.
Istintivamente poi mi sono toccato il testicolo sinistro, come si usa fare in questi momenti difficili. Per il resto, di quello che pensi, scrivi, fai, non me ne frega una mazza.
Col Fabio, opportunista, paraculo, voltagabbana, inaffidabile, parolaio, che in un “quarto di secolo” se sempre fatto solo i cazzi suoi, ho chiuso, appunto un quarto di secolo fa. La ricerca dello scontro frontale con il GPS diventa infantile e patetico, caratteristiche che vedo continui a coltivare.
Anche perché la mia più grande preoccupazione è che “Grattatio pallarum omnia pericola fugant…” funzioni. GPS
La classe non è acqua e qui si vede tutta.
RispondiEliminaQuesto è l'uomo che ha amministrato Casola e i casolani per un quarto di secolo e ha fatto - lui si - sempre e solo i ca..i suoi.
Nessuno se lo dimentichi mai.
Fabio
Piolanti eri anche assessore con lui quindi smettila di fare l'innocente
RispondiElimina"pallorum", ignorante
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