Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Mariastella Gelmini e il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta hanno firmato a Palazzo Chigi un Protocollo d'intesa con Microsoft per introdurre e promuovere l'utilizzo delle nuove tecnologie a scuola. Questo accordo si inserisce all'interno dei progetti che i due Ministri stanno sviluppando con l'obiettivo di innovare e migliorare la didattica attraverso le tecnologie digitali e percorsi di formazione rivolti ai docenti proprio per agevolare e favorire l'utilizzo dei nuovi strumenti informatici in classe.
Il Ministro Gelmini inoltre ha firmato due Protocolli d'intesa con altre importanti realtà imprenditoriali del settore dell'Information Technology come Intel e IBM sempre nell’ambito dei progetti d'innovazione della didattica. L'accordo con Telecom Italia prevede come primo impegno concreto quello di offrire strumenti di telecomunicazione per gli studenti (chiavette per connessione dati, Netbook, nonché servizi per la telefonia
mobile). Questa iniziativa sarà inserita nell'ambito del piano di rilancio del progetto "IoStudio – La Carta dello Studente" promosso dal MIUR per l'accesso alla cultura da parte degli studenti.
Con il Piano e-Gov 2012 (Obiettivo scuola) ed il Protocollo d'intesa del 30 ottobre 2008, il Miur e il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione hanno avviato una serie di interventi coordinati per l’innovazione digitale della scuola.
Le iniziative del Miur
Il Piano "La Scuola Digitale" si articola in due fasi. La prima, proposta a gennaio 2009 e già operativa, prevede l'introduzione delle "Lavagne interattive multimediali (LIM)", la seconda denominata "Cl@ssi 2.0" ha
come obiettivo l'utilizzo delle ICT nelle scuole. Sono già state installate a settembre 7.697 LIM che si aggiungono alle 3.300 LIM fornite dal Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l’innovazione tecnologica. Inoltre sono iniziati i corsi di formazione che dureranno per tutto l'anno scolastico coinvolgendo circa 30.000 docenti. Da oggi parte una seconda fase che riguarderà le scuole primarie e le secondarie superiori. Entro fine ottobre le scuole potranno presentare le domande. L'obiettivo è di avere entro giungo altre 20.000 classi attrezzate e complessivamente 100.000 insegnanti in formazione. Il progetto "Cl@ssi 2.0", che ha già coinvolto la scuola secondaria di primo grado, ha l'obiettivo di trasformare l'ambiente di apprendimento tradizionale attraverso le ICT. Da oggi parte una seconda fase che riguarderà anche le scuole primarie e secondarie superiori. Sono state selezionate intanto 156 scuole, entreranno in formazione 1.404 insegnanti di tutte le discipline e 3.526 studenti delle classi prime. Alle scuole del progetto "Cl@ssi 2.0" si uniscono alle 560 scuole finanziate dal Ministero per la PA e l'Innovazione per la realizzazione di progetti di didattica digitale (partecipano oltre 1.700 classi, 35.000 studenti e 5.000 docenti).
Le iniziative Miur e Ministero per la PA e Innovazione
Il progetto "Servizi scuola-famiglia via web" ha l'obiettivo di semplificare le relazioni scuola-famiglia grazie ad un insieme di servizi innovativi tra cui:
* Pagelle online;
* Registro elettronico di classe;
* Notifica alle famiglie via SMS delle assenze dei figli;
* Prenotazione colloqui con i docenti;
* Certificati online.
Inoltre, il progetto "Compagno di classe" favorisce l'adozione da parte degli studenti delle scuole medie di un mini PC portatile come supporto alla didattica.
E' stato inoltre aggiornato il portale Innovascuola dal quale tutte le scuole possono scaricare materiali digitali per la didattica. La nuova versione è arricchita nei contenuti (già da oggi sono disponibili i materiali forniti dal Ministero dei Beni culturali, dalla Treccani e da Motta Editore) e offre nuovi strumenti di collaborazione docenti-studenti (blog, wiki, community). Per premiare l'innovazione sarà istituito un Premio per i migliori contenuti digitali prodotti dalle scuole, anche in collaborazione con l'Università.
purtroppo questo accordo non è da sbandierare come un successo perchè sottolinea come il modo delle lobby abbia ancora spazio in uno stato melmoso come l'italia: mentre in tutto il mondo scuola e P.A. passano al software libero, in italia si torna indietro e si siglano accordi con microsoft. deplorevole.
RispondiEliminaLiberaldemocratici europei? Riformsti? Qualità?
RispondiEliminaDando un bel monopolio a Microsoft???
Qualità e innovazione non sono proprio i cavalli di battaglia della microsoft.
I software liberi permettono costi bassissimi, ci sono un sacco di scuole in italia che già li usano (ci sono andato, ne andavano molto fieri i ragazzi)
Speriamo che non siano obbligate ad abbandonarli e a tornare nel medioevo...
ah, dimenticavo: la Microsoft ci ha provato due anni fa in Norvegia.
E' andata così:
"La Norvegia bacchetta Microsoft"
Un'authority costringe il colosso di Redmond a cambiare i termini dell'accordo con le scuole e la pubblica amministrazione. Niente più sconti-quantità o licenze ad hoc. Una vittoria per l'open source?
L'authority per la concorrenza norvegese (NCA) ha convinto Microsoft a rivedere il suo accordo con le contee e le scuole della nazione scandinava. Per evitare di dover sostenere un'accusa di abuso di posizione dominante, BigM ha preferito cedere e modificare i termini degli accordi stipulati.
Ad essere interessati dalla modifica sono due documenti: il Fylkesavtalen (accordo delle contee) e quello specifico per gli istituti scolastici ad esso collegato. In particolare, ora Microsoft non pretenderà più il pagamento di una licenza Windows anche per i Mac o le macchine equipaggiate con Linux. Inoltre gli sconti per l'acquisto del software non dipenderanno più dalla quantità di licenze acquistate.
"Abbiamo chiarito a Microsoft che stavamo preparando delle sanzioni, visto che l'accordo con le scuole escludeva concorrenti per quel mercato" ha detto Jostein Skaar, direttore del NCA, in una intervista rilasciata al quotidiano locale Dagbladet: "Ora che hanno soddisfatto le nostre richieste, archivieremo il caso".
A trascinare BigM davanti all'authority era stata circa un anno fa Linpro, una azienda norvegese che sviluppa in campo open source. Secondo Trond Heier, che di Linpro è CEO, il precedente contratto impediva alle scuole di scegliere liberamente quale software adottare, vincolate com'erano ad una cosiddetta licenza per processore.
Gli istituti erano infatti tenuti a pagare una cifra forfettaria per ogni computer posseduto, indipendentemente dal sistema operativo o dalla suite Office installata, allo scopo di ottenere un sostanziale sconto sull'acquisto delle licenze. Ora invece le scuole potranno essere invogliate a valutare alternative economicamente convenienti, sostiene Heier, come Linux e il gratuito Openoffice.
È comprensibile, dunque, che molti leggano quanto avvenuto come un nuovo passo della Norvegia verso l'adozione di software libero nelle istituzioni: solo il mese scorso il Ministero per la pubblica amministrazione e le riforme aveva annunciato che ODF (Open Document Format) e PDF sono al momento i formati candidati a diventare lo standard ufficiale per i documenti governativi, come già accaduto per esempio ad Arezzo, Monaco di Baviera, Vienna e in Francia.
E se qualcuno sottolinea come la vittoria di Linpro non sia certo destinata a bruciare le casse di Microsoft, c'è anche chi sostiene che si tratti di una ulteriore dimostrazione della vivacità dell'open source.
Cristiano
di Massimo Barzaglia
RispondiEliminaCari Fabio, e PDL,
pur essendo assolutamente in accordo ad uno sviluppo delle tecnologie informatiche nelle scuole italiane – primarie soprattutto - , sono assolutamente in disaccordo nel modo con cui questo sembra debba avviene. Provo a spiegarmi:
Non può un Governo – che si definisce fra l’altro liberale – firmare un accordo di fornitura con un’azienda che, un giorno sì ed un giorno anche, deve rispondere in merito all’abuso di posizione dominante (quasi monopolio). E’ un modo per essere compartecipi ed agevolare un monopolio di fatto. L’Unione Europea si è inoltre già espressa in merito altre volte, da cui sono derivate sanzioni storiche per il colosso americano.
Ma non è neanche questo il punto fondamentale che mi trova in disaccordo, perché d’altronde ognuno trova le scorciatoie più comode per mettere in pratica le proprie idee. Anche se questa, permettimi, sarebbe materia più adatta ad un ministero dello sviluppo tecnologico che altri – forse – meno attenti alle evoluzioni tecnologiche.
Il motivo è quasi esclusivamente tecnico. In un contesto mondiale (soprattutto nelle scuole ,nelle amministrazioni e nelle PMI) che si sta sempre più indirizzandosi verso software Open Source non si può andare nella direzione opposta. Per un duplice motivo.
Il primo economico. Quando mi trovai – tempo indietro – a capire la differenza fra software proprietari e Open Source scoprii che uno studio eseguito per conto del Ministero inglese per l'Istruzione sostenne che l'Open Source può ridurre considerevolmente i costi sostenuti dalle scuole per il software e la formazione: l'entità di tali risparmi arriverebbe al 44% nella scuola primaria e al 24% in quella secondaria. In secondo perché i vantaggi apportati dall'adozione di software a codice aperto apre la strada alla compatibilità e all'interoperabilità fra prodotti diversi.
Spero pertanto che, a fianco della giusta idea di favorire lo sviluppo delle tecnonologie nelle scuole si abbandoni la scelta - sbagliata ed anacronistica - di rinunciare all’Open Source a vantaggio di un cartello monopolistico con Microsoft.
Saluti.
di Massimo Barzaglia
RispondiEliminaDimenticavo, non so quanto tu sia esperto di tecnologie informatiche, però hai la fortuna che tuo figlio Nicola è sicuramente uno dei massimi esperti Casolani - e non solo -in materia, e potrà spiegarti meglio di qualunque altro la differenza.
Saluti
"In tale ottica, il Ministero per l'innovazione e le tecnologie ha emanato la direttiva del 19 dicembre 2003 "Sviluppo ed utilizzazione dei programmi informatici da parte delle pubbliche amministrazioni" (G.U. del 7 febbraio 2004), con la quale si invitano le pubbliche amministrazioni a "tener conto della offerta sul mercato di una nuova modalità di sviluppo e diffusione di programmi informatici, definita "open source" o "a codice sorgente aperto". L'inclusione di tale nuova tipologia d'offerta all'interno delle soluzioni tecniche tra cui scegliere, contribuisce ad ampliare la gamma delle opportunità e delle possibili soluzioni, in un quadro di equilibrio, di pluralismo e di aperta competizione". L'obiettivo di tale iniziativa è quello di promuovere l'interoperabilità tra i diversi sistemi informatici della pubblica amministrazione ed evitare che i sistemi informatici siano dipendenti da un unico fornitore o da un'unica tecnologia proprietaria."
RispondiEliminaIn questo caso, per esempio, anche se da solito comunista, ero in completo accordo con il governo in carica.
2003, governo Berlusconi.
(Ma non ditelo in giro!)
(scherzo!)
cristiano
Il protocollo triennale non comporta spesa per lo Stato e non mi pare che determini opzioni di esclusività a favore dei software proprietari.
RispondiEliminaQui il protocollo:
http://www.funzionepubblica.it/ministro/pdf/Testo_del_Protocollo_Brunetta-Gelmini.pdf
Comunque, se sgombriamo il terreno dall'idea che Microsoft sia il male assoluto utilizzando in ciò insopportabili categorie manichee, concordo con voi che le soluzioni Open Source sono preferibili, certamente nelle università, un po' meno nel sistema scolastico territoriale soprattutto quando deve essere ricondotto a sistema.
Il vero problema è che la scuola italiana (obbligo e superiori) dal punto di vista della interrelazione di rete è all'anno zero.
Stanno ancora cercando processi sistemici e confidano che Microsoft glieli fornisca formando il personale.
Ho dei dubbi ma questo mi sembra il senso dell'operazione. Per questo credo credo che il problema non sia il software ma la formazione
Fabio
qualcuno dei difensori a spada tratta dell'opensource ne usa programmi o sistemi operativi o lo difende per partito preso?
RispondiEliminano perché fra openoffice e MS Office, a parte il formato odf che ms s'è vista costretta a usare oltre al solito doc, la differenza è ABISSALE, stesso discorso fra GIMP e photoshop (questo è irraggiungibile).
La spesa è irrisoria usando opensource, ma non crediate di avere le stesse prestazioni e soprattutto supporto tecnico.
Ah, per precisione: il PDF non è assolutamente opensource, ma è un formato proprietario della Adobe.
sono un mammut dell' informatica, ma una cosa è certa, nessuno regala niente.
RispondiEliminaSe il nuovo segretario PD è così innovativo,non saranno da meno la Giunta e L' amministrazione!
Rispondo al mammut dell'informatica, che immagino mammut anche nelle relazioni personali e soprattutto nella personalità. Si può parlare anche senza mettere in mezzo la politica. Si stava discutendo su impressioni "tecniche", e stavo parlando a nome personale, da cittadino, e soprattutto da ex studente che - non potendo permettersi progammi da disegno CAD originali - si arrangiava con versioni , appunto, open source. Tutto qua. Giusto per ribadire che nella vita si può discutere e parlare di scelte che interessano tutti, senza ironia, ma con la propria esperienza, più o meno importante. E soprattutto senza vergognarsi di sè stessi, come suppongo facciano coloro che non osano nemmeno firmarsi.
RispondiEliminaSaluti
Massimo Barzaglia
Barza
RispondiEliminahai usato un cad opensource. in windows?
Non è che usavi una versione dell'Intellicad?
Marco,
RispondiEliminati rispondo qui, siccome me lo hai chiesto, sperando di non invadere troppo.
Non tutti i produttori di CAD O.S. aderiscono al consorzio ITC. In Italia per esempio lo sviluppo del CAD è fatto da ProgeSOFT (mi sembra il nome sia questo).
Ma ci sono altri prodotti, soprattutto in inglese, che sono distribuiti fuori dal consorzio, o almeno lo erano. Per esempio General CADD oppure Qcad. Io usavo anche alcuni programmi di rendering e simili, come POV-Ray. Poi hanno iniziato altri a pagare le licenze...
Comunque se ti interessa ti lascio un sito interessante http://www.tenlinks.com/.
Ora chiudo, e ne riparliamo se vuoi quando ci vediamo.
Ciao
Massimo B.
Quello che non mi sconfiffera è affidare l'intera PA a programmi sviluppati non professionalmente, inteso senza una software house ormai consolidata come può essere MS: anche se ci sono fior fiore di programmatori dietro, il mio dubbio è l'affidabilità. Tutto qui.
RispondiEliminaSe devo farne un uso domestico mi può andare anche bene se il programma mi abbandona perché ha un qualche problema e devo riscrivere la ricetta del coniglio arrosto, ma se succede nelle amministrazioni? su chi ti rifai se ti hanno detto che il programma è ottimo e bla bla bla lo installano ovunque e poi per qualche errore del programma stesso va tutto a puttane?
Non è polemica, sia chiaro, sono solo dubbi su questa moda improvvisa dell'opensource a scapito di software professionali e pienamente testati dal lato dell'affidabilità.
@barza
noi al lavoro usiamo, oltre a programmi proprietari, l'intelliCAD proprio per il rapporto qualità\prezzo che per l'uso che ne facciamo è ottimo. il prodotto non è opensource però e mi sembra che ogni tanto si faccia confusione: freeware è DIVERSO da open source.
I programmi del consorzio intellicad non sono opensource, perché devi far parte del consorzio stesso per modificarne il codice e sviluppare la tua versione.
Diversamente Open Office è opensource, in quanto se tu fossi un programmatore, potresti scaricarti il codice sorgente dal sito e metterci mano per migliorarlo\modificarlo e ridistribuirlo.