Prendo spunto dalla nota del PD casolano sulla nostra proposta rivolta ad Hera di non applicare più l’aliquota Iva del 10% sulla tassa dei rifiuti, allontanandomene subito per tentare qualche considerazione d’ordine generale.
Il mio modesto parere è che dovremmo smettere tutti, noi per primi, di scimiottare i politici dei palazzi e di badare principalmente alla ricerca delle migliori condizioni di vita e di sviluppo della nostra comunità.
In Italia una antica consuetudine vuole che la politica si faccia per caduta, dall’alto verso il basso con una ripetitività e con una subordinazione molto forte. In questo modo si ottengono due risultati negativi: le donne e gli uomini migliori e i più innovativi se ne vanno, i più ossequienti e i più allineati assumono gradualmente potere amplificando il vizio di origine: il conformismo.
Un esempio classico di questo atteggiamento è lo schema per cui se un partito dice A necessariamente un altro partito deve dire un B antitetico e magari un terzo deve aggiungere un C di inversione. Questo schema parte da Roma e arriva in ogni più piccola periferia e mentre si dipana diventa sempre più rigido tanto che la politica di provincia alla fine è spesso molto molto peggiore di quella romana che la origina.
Questo modo di lavorare è il brutto della politica, quello che la rende a un tempo astrusa e infantile, quella che non aiuta nella risoluzione dei problemi, quella che allontana la gente e fa si che solo chi urla più forte appaia il più volitivo, mentre spesso è solo il più settario e il più qualunquista.
Noi dovremmo cominciare a sperimentare un modo di parlare e di parlarci non partendo dai differenti posizionamenti ideali che costituiscono il sottofondo e la base fondante dei singoli partiti (in quanto tali poco sindacabili), ma partendo dai singoli provvedimenti per i quali dovrebbe valere una sola domanda: aiutano o non aiutano i cittadini a vivere meglio in un territorio ordinato e ricco di opportunità e di valore? Si poteva fare di più e meglio?
Questo, a mio parere, dovrebbe essere il modo di vivere la politica in un piccolo paese come il nostro per non ricadere nella trappola romana e per dare un contributo vero alla vita di ciascuno.
Forse per questo sarebbe stato davvero stupefacente che il PD avesse detto, per una volta, "il PDL ha ragione sul rimborso dell’Iva sulla tassa dei rifiuti".
Il mio modesto parere è che dovremmo smettere tutti, noi per primi, di scimiottare i politici dei palazzi e di badare principalmente alla ricerca delle migliori condizioni di vita e di sviluppo della nostra comunità.
In Italia una antica consuetudine vuole che la politica si faccia per caduta, dall’alto verso il basso con una ripetitività e con una subordinazione molto forte. In questo modo si ottengono due risultati negativi: le donne e gli uomini migliori e i più innovativi se ne vanno, i più ossequienti e i più allineati assumono gradualmente potere amplificando il vizio di origine: il conformismo.
Un esempio classico di questo atteggiamento è lo schema per cui se un partito dice A necessariamente un altro partito deve dire un B antitetico e magari un terzo deve aggiungere un C di inversione. Questo schema parte da Roma e arriva in ogni più piccola periferia e mentre si dipana diventa sempre più rigido tanto che la politica di provincia alla fine è spesso molto molto peggiore di quella romana che la origina.
Questo modo di lavorare è il brutto della politica, quello che la rende a un tempo astrusa e infantile, quella che non aiuta nella risoluzione dei problemi, quella che allontana la gente e fa si che solo chi urla più forte appaia il più volitivo, mentre spesso è solo il più settario e il più qualunquista.
Noi dovremmo cominciare a sperimentare un modo di parlare e di parlarci non partendo dai differenti posizionamenti ideali che costituiscono il sottofondo e la base fondante dei singoli partiti (in quanto tali poco sindacabili), ma partendo dai singoli provvedimenti per i quali dovrebbe valere una sola domanda: aiutano o non aiutano i cittadini a vivere meglio in un territorio ordinato e ricco di opportunità e di valore? Si poteva fare di più e meglio?
Questo, a mio parere, dovrebbe essere il modo di vivere la politica in un piccolo paese come il nostro per non ricadere nella trappola romana e per dare un contributo vero alla vita di ciascuno.
Forse per questo sarebbe stato davvero stupefacente che il PD avesse detto, per una volta, "il PDL ha ragione sul rimborso dell’Iva sulla tassa dei rifiuti".
In barba alla senatrice Bonfrisco che neppure noi sappiamo chi sia.
Fabio Piolanti
Fabio Piolanti
Per quel che mi riguarda, pur non contando niente politicamente (e non solo), come cittadino e 'comunista', il Pdl ha ragione sull'iva, così come la Gelmini ha ragione sul ruolo dei bidelli a scuola.
RispondiEliminaCristiano