Ma è fuori posto. In realtà, il sondaggio confronta il comportamento elettorale dei cattolici alle elezioni politiche di aprile 2008 e alle elezioni europee di giugno 2009, spingendosi in una valutazione, da precisare, sugli orientamenti tra aprile e luglio 2009. Si tratta, quindi, di un sondaggio "vecchio" dal quale si rileva, soprattutto, che tra i cattolici praticanti è aumentato l’astensionismo: dal 24,5% al 39,1%, cioè 4 punti in più rispetto all’astensionismo medio generale del 35% contro il 32% delle politiche.Quindi, l’astensionismo dei cattolici è stato leggermente superiore a quello medio generale, ma i loro voti non si sono spostati: per il Pdl, infatti, lo scarto del comportamento elettorale è risultato minimo, pari allo 0,1%.
Infatti, nel 2008, i cattolici votarono per il Partito delle libertà nella misura del 41,3% mentre alle europee per il 41,2%. Ne segue che, tra i cattolici, pur se è diminuita la loro affluenza alle urne, è rimasto stabile il consenso per il Pdl, nella misura in cui esso viene concretamente espresso attraverso il voto, mentre è fortemente diminuito il loro consenso per il Partito democratico, sceso di 3,9 punti dal 26,5% al 22,6%. La speculazione del partito di Franceschini sulle vicende personali di Berlusconi non ha intaccato il voto cattolico che, anzi, si è maggiormente allontanato proprio dal Pd, come dimostra l’aumento dal 21% al 30% dei cattolici che pensano che il Pd sia "egemonizzato dalla sinistra laica". Tanto più che il 58% dei cattolici ritiene che gli "scandali" non abbiano "cambiato quasi nulla". Né si è affermata la voglia del Grande Centro: il 77% dei cattolici ritiene che "una forza cattolica organizzata non serve".In modo piuttosto vago IPSOS afferma che, tra luglio e settembre, è diminuita la fiducia nella coalizione di centrodestra, riservandosi di pubblicare i dati a fine mese. Questa stabilità è confermata dall’ultima rilevazione di Nicola Piepoli, data in esclusiva il 21 settembre a Affaritaliani.it.
Per Piepoli, le "liti" all’interno del Pdl e i contrasti tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini hanno invece prodotto un aumento dei consensi al partito di maggioranza relativa, che dal 33% di giugno è passato al 38% nel corso degli ultimi tre mesi. Secondo il sondaggista, "gli scontri delle ultime settimane danno l’idea di una forza politica in movimento, viva". Stabile la Lega nord al 10% e l’Mpa all’1%. La Destra di Storace è all’1% e l’Udc al 7%. Di un punto cresce il Pd, al 27%, ma cala l’Idv al 7%: a conferma del continuo scambio oscillatorio di voti tra questi due partiti alleati. Stabile al 3% Sinistra e libertà di Nichi Vendola mentre la lista comunista Prc-Pdci scende al 2,5%.
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