lunedì 16 aprile 2012

Teniamoli d’occhio questi qui che volevano raddoppiare il finanziamento pubblico dei partiti: c’è anche il faentino Gabriele Albonetti (Pd), quello che si lamentava per la vita da cani per il lavoro parlamentare che gli rende però 180mila euro all’anno

albUn anno fa iniziava nella Commissione Affari Costituzionali della Camera la discussione sul progetto di legge che mirava a raddoppiare il finanziamento ai partiti. Un anno fa.
Il primo firmatario del progetto di legge numero 3809 era Ugo Sposetti del Partito Democratico (è anche lo storico tesoriere dei DS, che tuttora esistono). In verità alla sua firma se ne sono aggiunte subito altre, di tutti i partiti, parecchi del Pd, cinque del Pdl, l’Udc Savino Pezzotta, il Responsabile D’Anna, l’Idv Di Stanislao e Luca Barbareschi, all’epoca in Futuro e Libertà.
Ora fanno finta di tagliare, ma soltanto un anno fa volevano raddoppiare il finanziamento pubblico. Raddoppiare capito?!
E la porcata era davvero eclatante: perché quel progetto di legge mirava a finanziare con i rimborsi anche le fondazioni dei partiti. Arrivando quindi a raddoppiare la somma del finanziamento pubblico. Nei lavori in commissione spunta anche un particolare curioso. E assai significativo a giudicare dalle presenze alla seduta di Martedì 12 aprile 2011:
Presiede Donato BRUNO e interviene il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Francesco Belsito. Francesco Belsito vi ricorda qualcosa? Sì, proprio lui. Il tesoriere della Lega Nord era presente, soltanto un anno fa, alla discussione sulla riforma dei rimborsi elettorali, una riforma che prevedeva un provvidenziale raddoppio della somma da destinare ai partiti.

Il progetto di legge è stato poi abbinato ad altre proposte e, nel corso degli ultimi giorni, si è riaperto il dibattito in Commissione. Qualche deputato si è accorto della “crescente attenzione dell’opinione pubblica” e dei “recenti scandali apparsi sui giornali”. E quindi ora stanno molto attenti e coperti.
Ma tra qualche tempo, quando inevitabilmente se ne parlerà di meno…. molti dei deputati che all’epoca hanno presentato la proposta di raddoppio del finanziamento, torneranno a farsi sentire.

E per non perderli di vista ecco qui i nomi:

SPOSETTI Ugo;
ALBONETTI Gabriele;
BARBARESCHI Luca Giorgio;
BOCCIA Francesco;
BRANDOLINI Sandro;
BRUGGER Siegfried;
CAPODICASA Angelo;
CECCUZZI Franco;
COLANINNO Matteo;
CUPERLO Giovanni;
D’ANNA Vincenzo;
ESPOSITO Stefano;
FADDA Paolo;
FARINA Gianni;
FLUVI Alberto;
FONTANELLI Paolo;
GARAVINI Laura;
GATTI Maria Grazia;
GIACOMELLI Antonello;
GNECCHI Marialuisa;
GRAZIANO Stefano;
LENZI Donata;
LOLLI Giovanni;
LOSACCO Alberto;
LOVELLI Mario;
LUONGO Antonio;
MADIA Maria Anna;
MARCHIGNOLI Massimo;
MARINELLO Giuseppe
Francesco Maria;
MARINI Cesare;
MERLO Giorgio;
MIGLIOLI Ivano
MURER Delia;
OLIVERIO Nicodemo Nazzareno;
PAGANO Alessandro;

PEZZOTTA Savino;
PIZZETTI Luciano;
PORTA Fabio;
QUARTIANI Erminio Angelo;
RAMPI Elisabetta;
RUGGHIA Antonio;
SANI Luca;
SCHIRRU Amalia;
SERVODIO Giuseppina;
TIDEI Pietro;
TRAPPOLINO Carlo Emanuele;
TULLO Mario;
VACCARO Guglielmo;
VELLA Paolo;
VELO Silvia;
VIGNALI Raffaello;
ZELLER Karl;
ZUNINO Massimo.

venerdì 13 aprile 2012

I contributi in conto interessi erogati per la prima casa dal 1997 al 2011

prima casa_Page_1 Via Neri

I mutui per le attività economiche ammessi a contributo in conto interessi dalla Comunità Montana e poi dall’Unione

artigianato

 

Gessi (4)La BPB4

Lo stato di attuazione del programma di viabilità dell’Unione

viabilità Via Cerrovia Belfiore

Tagliare i soldi ai partiti? Neanche a pensarci, meglio tagliare la ricerca scientifica, la sanità, i trasporti, la cultura. No, così proprio non va

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di Aldo Forbice

Come era prevedibile
, la montagna ha partorito un topolino. Qualcuno ripete il vecchio saggio emiliano, «Piuttosto che niente è meglio piuttosto». Ma sull’accordo Abc (Alfano, Bersani, Casini) sul controllo dei finanziamenti pubblici ai partiti non ci sono apprezzamenti, al di fuori delle tre maggiori forze politiche. Anche all’interno di Pdl, Pd e Terzo polo non mancano i critici severi. E non hanno tutti i torti.
Dopo la serie degli scandali dei tesorieri (e non solo) di alcuni partiti, tutti si aspettavano una drastica presa di posizione sui rimborsi elettorali, che andrebbero drasticamente tagliati o per lo meno rapportati alle spese (elettorali) reali sostenute dai partiti. Non si può rispondere, ad esempio, come ha fatto il leader di Rifondazione comunista, che i partiti fanno politica tutto l’anno, dimenticando che il finanziamento pubblico è stato clamorosamente bocciato dagli elettori nel 1993. E che i partiti in modo gattopardesco lo hanno sostituito con i ’rimborsi elettorali‘, passando da 800 lire ad elettore a 5 euro (dal 2002) per ogni consultazione: Camera, Senato, europee e regionali. Secondo l’accordo sarà istituita una Commissione nazionale di controllo.

Sarà inoltre fissata una serie di norme vincolanti per le donazioni e per i bilanci, che verranno certificati e pubblicati su Internet. Possiamo essere soddisfatti? Non proprio. E almeno per diverse ragioni. I bilanci, in realtà li compilano tutti i partiti e sono quasi tutti già adesso pubblicati in rete. Ma possiamo giurare sulla loro credibilità? Quali organi pubblici li controllano? Solo un partito (il Pd) da qualche anno fa certificare i conti. Ma per questo possono essere definiti totalmente affidabili? Sono troppe le voci generiche e non verificabili.

Con l’accordo Abc non cambierà sostanzialmente nulla, anche se in teoria sono previste delle sanzioni. Perché non è stata presa in considerazione, come sollecitano tutti gli esperti, anche all’interno dei tre partiti, il semplice rimborso delle spese elettorali effettivamente sostenute? In sostanza questo «accordicchio melmoso», come lo ha definito sprezzantemente Antonio Di Pietro, non cambia radicalmente il sistema di finanziamento pubblico delle forze politiche, lievitato - è utile ricordarlo - del 1.110 per cento dal 1999 al 2008. Anzi, in un certo senso l’attuale sistema viene confermato e istituzionalizzato, con qualche ritocco che dovrebbe garantire una maggiore trasparenza. Il flusso di risorse pubbliche non solo non viene eliminato, ma neppure ridotto.
Tra l’altro, a parte un generico accenno di Bersani, non si dice nulla sulla tranche di 100 milioni prevista per il prossimo luglio.

Sarà cancellata? Ne dubitiamo, così come dubitiamo anche di altre iniziative referendarie che qualche partito (come l’Idv e i radicali) rilanciano demagogicamente per l’abolizione della legge sui rimborsi elettorali. E’ curioso come certi partiti siano ’ingrassati‘ con i ricchi sostegni pubblici e ora ne chiedano l’abolizione, cercando di cavalcare l’onda negativa dell’opinione pubblica nei confronti dei partiti, coinvolti in troppi scandali. In 11 anni l’Idv ha incassato oltre 75 milioni di euro, investendoli in gran parte in proprietà immobiliari. Ora, per essere più credibile nell’iniziativa referendaria, perché non restituisce almeno una parte dei rimborsi non documentati?

da Il Resto del Carlino del 13/4/2012

giovedì 12 aprile 2012

Mescolando cose inutili a interventi necessari, ecco come hanno utilizzato 3 milioni di euro di fondi per la montagna

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A Riolo Terme Valenti dice: la svolta siamo noi

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Non ti preoccupare, ti copro io

vendola«Non ti preoccupare di questa cosa! Ti copro io!»: questa è la frase che rischia di mettere nei guai il governatore della Puglia, da oggi indagato dalla procura di Bari per abuso di ufficio. E’ lo stesso Vendola a pronunciare quella frase, tra il settembre del 2008 e l’aprile del 2009, rivolgendosi all’allora direttore generale dell’ASL di Bari Lea Cosentino.
Vendola, secondo la procura, avrebbe fatto pressioni per riaprire i termini del concorso per l’incarico di Direttore medico della Struttura di Chirurgia dell’ospedale San Paolo. Il governatore della Puglia voleva per quell’incarico la nomina del medico Paolo Sardelli. La pressione di Vendola avvenne “senza un fondato motivo di pubblico interesse e sulla base di una motivazione pretestuosa e in sè contraddittoria”. Nel faldone  dell’inchiesta spunterebbe anche questa frase attribuita sempre a Vendola: “Quel concorso deve vincerlo Sardelli”
Vendola ha già dichiarato di essere assolutamente sereno. Ma l’indagine della procura rischia di far passare grossi guai al governatore.

mercoledì 11 aprile 2012

I nostri soldi

Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dai nostri amministratori affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro

Rimborsi al datore di lavoro del Sindaco Iseppi nel primo trimestre 2012

DD 78 de 11/04/2012

RIMBORSO AI DATORI DI LAVORI PRIVATI ONERE SOSTENUTO PER DIPENDENTI ELETTI A CARICHE PUBBLICHE (SINDACO) 1° TRIM. 2012

Spesa di:

€ 2.219,79

A favore di:

Gruppo Cevico – Soc.Coop.va Agricola – Via Fiumazzo, 72 - Lugo

Per:

La legge pone a carico dell’Ente l’onere per le assenze dal servizio dei lavoratori dipendenti da privati o da soggetti pubblici economici eletti a cariche pubbliche. Al riguardo sono pervenute dal datore di lavoro del Sindaco le seguenti fatture:
Fattura n.ro UI/12400057 del 31.01.2012 €. 705,44
Fattura n.ro UI12400124 del 29.02.2012 €. 808,91
Fattura n.ro UI/12400188 del 30.3.2011 €. 705,44

Scelta esecutore:

disposizione di legge

Nostri rilievi:

//

Cevico

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Questa poi: il Sindaco di Imola fa causa ad Hera

IMG_0197di CRISTINA DEGLIESPOSTI

«Disagio ambientale? Non ne so nulla». E’ una risposta di moda nel Ravennate, in casa di quei ‘cugini’ che da anni hanno scelto la discarica di via Pediano come cimitero dei loro rifiuti urbani. Però di quel disagio ambientale che i cittadini del Bolognese pagano in bolletta a Imola per il fatto di utilizzare la sua discarica, i maggiori amministratori ravennati dei Comuni coinvolti dal servizio di Hera proprio non sanno nulla.
Eppure non capita tutti i giorni che un Comune come Imola, il cui sindaco è presidente del Patto di sindacato di Hera, decida di intentare causa proprio contro la multiservizi. Il motivo è semplice, ma al limite della fantascienza.
Dal 2006 a oggi Imola ha incassato una quota di disagio ambientale inferiore a quella pattuita. Soldi che vengono riconosciuti alla città per il fatto di essersi sobbarcata i disagi (ingenti) di una discarica che serve tutto il circondario, i territori fiorentini di Marradi e Palazzuolo sul Senio, e quelli di Faenza, Riolo Terme, Castel Bolognese, Solarolo, Casola Valsenio e Brisighella.
In breve, i territori del Bolognese sotto l’ex Ato5 (tranne Imola) e quelli fiorentini fanno pagare in bolletta ai loro cittadini la quota di disagio ambientale, ma non quelli del Ravennate sotto l’Ato7, unico caso in regione. Il problema è che alle casse di Imola è venuto a mancare qualcosa come 200mila euro all’anno dal 2006. In città sostengono che la cosa fosse nota fin da subito, ma che qualsiasi accordo bonario con i vicini romagnoli è sempre andato a vuoto, tanto che adesso Imola ha dovuto intentare causa contro Hera perché a tutti gli effetti è il soggetto incaricato di riscuotere dai territori quelle somme.
La multiservizi dal canto suo pare essere stretta tra due fuochi, cioè quelli delle Ato: essendo loro i committenti dei servizi e i soggetti che stabiliscono i prezzi, Hera sostiene di non poter richiedere cifre superiori a quelle previste dai singoli accordi con i territori. Un bel guaio che adesso toccherà a un giudice risolvere e che rischia di mettere i cittadini che fino oggi hanno pagato sul piede di guerra nella richiesta di rimborsi.
«Sono certo che negli ultimi mesi non si è discusso di questo in Ato — commenta Germano Savorani, assessore alle Attività Produttive di Faenza —. Non credo ci siano problemi sul tema e non vorrei che compensassimo Imola sotto altre voci della tariffa. Mi informerò». «Non mi risulta che sia stato affrontato questo tema ultimamente — segue Daniele Bambi, sindaco di Castel Bolognese —, anche se più volte si è detto che Ravenna ha tariffe più basse».

Sussurri e grida da Riolo Terme: i miei avversari non capiscono che i tempi sono cambiati, dice l’outsider Catani

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giovedì 5 aprile 2012

Anche a quelli che pensano che non fu altri che un uomo…Buona Pasqua

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Si chiamava Gesù
Fabrizio De André– 1967

Venuto da molto lontano
a convertire bestie e gente
non si può dire non sia servito a niente
perché prese la terra per mano
vestito di sabbia e di bianco
alcuni lo dissero santo
per altri ebbe meno virtù
si faceva chiamare Gesù.

Non intendo cantare la gloria
né invocare la grazia o il perdono
di chi penso non fu altri che un uomo
come Dio passato alla storia
ma inumano è pur sempre l’amore
di chi rantola senza rancore
perdonando con l’ultima voce
chi lo uccide fra le braccia di una croce.

E per quelli che l’ebbero odiato
nel Getsemani pianse l’addio
come per chi l’adorò come Dio
che gli disse sia sempre lodato,
per chi gli portò in dono alla fine
una lacrima o una treccia di spine,
accettando ad estremo saluto
la preghiera l’insulto e lo sputo.

E morì come tutti si muore
come tutti cambiando colore
non si può dire che sia servito a molto
perché il male dalla terra non fu tolto
ebbe forse un po’ troppe virtù,
ebbe un nome ed un volto: Gesù.

Di Maria dicono fosse il figlio
sulla croce sbiancò come un giglio.