martedì 17 aprile 2012

Questa vicenda può aiutare a capire un po’ del terrificante sistema di potere che il Pci, Pds, Ds, Pd ha imposto all’Emilia Romagna dopo quasi 70 anni di incontrastato e occhiuto controllo della vita economica, politica, sociale, culturale.

pupidi Antonio Amorosi
da Affari Italiani

E’ una storia questa che avremmo preferito non raccontare. Bologna, San Lazzaro di Savena, una delle cittadine più ricche dell’Emilia Romagna, dove vive il meglio del jet set locale: Gianni Morandi, Alberto Tomba, Riccardo Fogli e Cesare Cremonini e dove il costo delle abitazioni è tra i più proibitivi della regione.

Nel dicembre 2009, un geometra, Lorenzo Bolognini, appassionato di bioedilizia decide di metter su casa. Deposita un permesso (la DIA) per ristrutturare un rudere di campagna e trasformarlo in un’eco-casa (classe A+). Un’opera realizzabile anche con un ampliamente, in pochi giorni e con costi molto più bassi di una casa ordinaria.
Bolognini è un professionista dal carattere mite ma è anche puntiglioso nel suo lavoro. Ogni volta che fa un passo chiede il parere degli uffici tecnici del Comune. Ma per uno strana valutazione il rudere viene considerato un edificio di valore storico e bloccato per 16 mesi tra spese legali e di progettazione. "Caso strano nel Comune, visto che la sede del PD locale è si monumento storico", fa notare Bolognini all’amministrazione locale, "ma per il quale non si è posto alcun vincolo nella ristrutturazione!" Ma il cittadino è solo all’inizio della sua odissea.

Il Sindaco Pd Marco Macciantelli polemizza con lui via mail più volte. I consiglieri comunali gli consigliano di desistere. Fino a che nel Marzo 2011 Bolognini ottiene il parere favorevole della commissione edilizia. Informa tutti i responsabili pubblici, compreso il Sindaco che finalmente partirà con la ristrutturazione. E così il 29 marzo, in soli due giorni, la casa è montata. Ma Bolognini riceve all’improvviso un fax dal dirigente in capo, Andrea Mari, con “l’ordine” di sospendere tutto. Sorpreso, risponde che ha già costruito. Passano i giorni  e si ritrova due volte menzionato sul giornale dall’assessore del Comune, Leonardo Schippa (sempre del PD) per abuso edilizio e canzonato per il suo progetto. E il Comune gli prospetta una multa di molte migliaia di euro con rischio sempre implicito di demolizione della casa (l’unica che possiede e in cui abita) senza che ci sia mai stata ancora un sopralluogo.

Bolognini (che ha a carico moglie e due bimbi e ha già sborsato un cifra notevole per i lavori) non ne può più ed esasperato decide di andare dai Carabinieri per denunciare l’accaduto e gli amministratori. Ma la vicenda invece di risolversi prende una piega anche peggiore.
Viene ricevuto dal Tenente Pallante che davanti alla denuncia contro il Sindaco, l’assessore e  il dirigente del Comune lo avverte che è meglio modificarne il contenuto e togliere alcuni nomi: “Le consiglio di toglierli… magari lasci solo quello dell’assessore… Ma faccia come vuole!”, dice.
Così Bolognini torna a casa per riformularla ma si ritrova addirittura denunciato dai vigili del Comune per abuso edilizio. Alla fine riesce a depositare l’atto modificato, come consigliava il Tenente che si accerta del cambiamento apportato.

Dopo continue richieste ai Carabinieri, Bolognini scopre che: la denuncia non è mai arriva in Procura, ma solo dopo 4 mesi dalla sua deposizione; l’amministrazione comunale è al centro di diverse indagini della magistratura che coinvolgono anche esponenti delle forze dell’ordine; sia i Carabinieri che la Finanza di San Lazzaro, gli unici due uffici di forze dell'ordine nel Comune, hanno costituito delle cooperative edilizie aderendo ad un offerta informale del Sindaco; i Carabinieri addirittura hanno aperto la sede legale della loro cooperativa edilizia CA.SA., presieduta proprio dal tenente Pallante, in via Grotta 1, negli stessi locali della caserma (in una struttura di servizi sul retro).

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