martedì 27 marzo 2012

A Ravenna parlano di istitualizzazione dell’accattonaggio davanti ai supermercati. A noi sembra una iniziativa pericolosa e senza sbocchi, utile solo a pubblicizzare il buonismo lassista della sinistra (e della Coop).

parcheggioA dare la notizia è stata pochi giorni fa la Lega nord. Il consigliere comunale Paolo Guerra, nella risposta a una sua interrogazione circa «la grave situazione di disagio e di insicurezza nei parcheggi della città», era stato informato dall’assessore alla Sicurezza che «sono in corso di definizione accordi fra le Coop e i “mendicanti presso le aree di sosta dei supermercati” al fine di istituzionalizzare questa attività».

Interpellato dal Corriere, l’assessore comunale ai Servizi sociali e al volontariato Giovanna Piaia chiarisce i contorni di quello che, al momento, è solo un progetto.«Sia ben chiaro che non stiamo parlando di regolarizzazione - tiene innanzitutto a precisare -. Coop Adriatica, con la propria sensibilità sociale, ha proposto un progetto per l’integrazione di quelle persone che oggi stazionano all’esterno dei supermercati, con comportamenti diversi, che vanno dal chiedere soldi a indicare i parcheggi liberi all’offrire qualche piccolo servizio come aiutare a trasportare la spesa».
Ciò che l’esponente della giunta tiene a mettere in luce è che si tratta di un progetto sociale - una vocazione che da tempo fa parte della mission aziendale della coop di consumo - «che va oltre la semplice logica di evitare il problema, cosa peraltro in parte già fatta distribuendo i gettoni di plastica per i carrelli: questo è un progetto di integrazione, di inclusione».
Altro aspetto che l’assessore vuole puntualizzare è che non si tratterebbe di vero e proprio lavoro, bensì «di assegnare un ruolo alle persone che oggi si aggirano nei parcheggi, trasformarla in una presenza di servizio». Come?

Il compito del Comune di Ravenna, in questo caso, sarebbe quello di fare da tramite fra Coop Adriatica - che stanzierebbe un fondo ad hoc - e il volontariato locale che opera nel mondo dell’immigrazione, che sarebbe il destinatario del contributo stanziato dal colosso della grande distribuzione, e che dovrebbe definire il progetto e curarne la realizzazione.«Deve essere chiaro che non stiamo parlando di lavoro, ma di una forma di pre-lavoro che può favorire l’inserimento», sottolinea la Piaia; c’è un’ampia fascia di persone che, indipendentemente dall’assistenza, non trova collocazione neanche in forme di attività socialmente utile».
Il progetto per ora è ancora in fase embrionale: dopo l’incontro fra Coop Adriatica e Comune di Ravenna, è il momento del coinvolgimento del volontariato, dal quale dovrebbero giungere risposte e idee.

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