martedì 21 febbraio 2012

La spesa pubblica che ci rapina

pict002Napoli, via De Giaxa, comando dei vigili urbani. Ci sono in organico 2075 vigili urbani di cui un quarto è dirigente sindacale, mille a vario titolo possono chiedere di essere esentati parzialmente o totalmente dal lavoro.
A conti fatti, i detentori di qualche legittimo impedimento al lavoro normale sono 2187, ossia un numero superiore rispetto all’organico che è di 2075.
Insomma, un vigile su quattro è un dirigente sindacale, 700 sono ultra cinquantacinquenni, 590 inidonei, circa un migliaio, per vari motivi, possono chiedere di essere esentati totalmente o parzialmente dal lavoro.
 
Il comandante, Luigi Sementa, per forzare - si fa per dire - la mano e ordinare i servizi necessari per la città qualche mese fa ha chiesto anche ai vigili investiti da mandato sindacale di spostarsi da un ufficio all’altro, da una strada all’altra, all’interno della città per coniugare la legittima esigenza sindacale con la prestazione del servizio. La cosa è finita davanti ai magistrati del Tribunale del lavoro!  Per certo sindacalismo, purtroppo, quello che conta sono i diritti mai i doveri.

Quando a chi la pensa come noi (meno 5-6 punti di Pil di spesa pubblica) si replica facendo spallucce, è perché in Italia la spesa pubblica non è affatto costituita solo di denaro nelle tasche della casta e dei suoi diretti amici e parenti. Moltissimi italiani e molte imprese si sono abituati nei decenni a organizzarsi per trarre dal 52% di Pil intermediato dallo Stato il meglio per sé e il peggio per gli altri.
Dopodiché, se li tocchi, scoppia il putiferio perché ti dicono che li vuoi rovinare. Ma perché, non rovina forse noi tutti, il loro costo da rapina?

Nessun commento:

Posta un commento