venerdì 20 gennaio 2012

Se fanno sul serio, chapeau! Concorrenza, mobilità, libertà: con giudizio, non si può dire di no

chapeauAspettiamo il decreto sulle libertà economiche, la concorrenza, la mobilità sociale. Le bozze sono traditrici. Nel dettaglio della norma scritta in un modo o nell’altro si nascondono spesso fregature. Le bozze annunciano, ma solo i decreti mantengono. Una considerazione preventiva di metodo e di cultura politica però è possibile fin da ora. Se Monti e i suoi stamane faranno sul serio, chapeau. Non si possono irridere le ragioni delle categorie colpite da una restrizione del potere corporativo, e dei grandi poteri paramonopolistici pubblici messi in difficoltà: farmacisti, conducenti di taxi, benzinai, professionisti, colossi dell’energia e delle assicurazioni e del trasporto, tutti hanno le loro ragioni. Ma la ragione delle ragioni di un decreto di rottura, se mai ci sarà, è quella che ispirò la (mancata) riforma dell’articolo 41 della Costituzione, la leva che Tremonti e Berlusconi promisero di usare, senza procedere oltre, per far saltare il mercato chiuso, l’immobilismo, l’isolamento dell’economia italiana dalla logica europea, occidentale e globalizzata dei mercati aperti (e le più modeste ma pratiche lenzuolate di Bersani andavano nella stessa direzione). La crescita dell’economia italiana è insufficiente secondo ogni possibile standard, e assommata alla crisi del debito ha una natura esplosiva, critica. Bisogna rimettere in moto qualcosa con dei cambiamenti non indolori.

Sono chiacchiere, direte. In uno spirito litigioso e nichilista, alla fine, si può sempre dimostrare che qualche interesse viene salvato, che l’apertura è condizionata dalla natura e dagli scopi di questo governo e del blocco bancario che lo sostiene, che si è forti con i deboli e deboli con i forti. Ma c’è il sospetto politico che siamo alla vigilia di un big bang, di un tentativo di dare un nuovo inizio a una vecchia storia che si è consumata. Le condizioni politiche sono quelle note. Il paese è in amministrazione controllata. La democrazia e il sistema politico di comando e di opposizione che non hanno prodotto le riforme necessarie sono stati sospesi di qui al 2013 almeno. Non è detto che i curatori fallimentari di questa fase aperta dalla resa politica dei partiti ce la facciano, ma nel caso non si può tifare che per il successo.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

Giuliano Ferrara

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