lunedì 3 ottobre 2011

Perché in Consiglio Comunale abbiamo votato contro l’odg del PD sul diniego al riconoscimento di tutte le associazioni ex combattentistiche senza esclusione alcuna

i ragazzi di salòLo scontro che si è aperto nella commissione Difesa della Camera tra maggioranza e opposizioni riguarda l’apertura prevista da una proposta di legge del Pdl sulla possibilità che le Associazioni degli ex combattenti della Repubblica sociale di Salò possano avere lo stesso riconoscimento dell’Anpi e delle altre associazioni ex combattentistiche, ricevendo anche contributi statali.
La proposta di legge, che ha in Gregorio Fontana il primo firmatario, nasce dalla necessità di dotare le associazioni ex combattentistiche di una personalità giuridica, visto che tra l’altro ricevono fondi dal ministero della Difesa (tra il 2009 e il 2011 hanno ricevuto 1,5 milioni di euro annui complessivamente).

Il provvedimento stabilisce i requisiti attraverso i quali queste associazioni dovrebbero ottenere il riconoscimento di Associazioni di interesse delle Forze Armate: tra i requisiti ci deve essere la loro apoliticità e il fatto che i loro statuti rispettino i principi di democrazia interna.
I problemi sono insorti perché la proposta assegna al Ministero un compito di vigilanza non solo sulla legittimità degli statuti, ma anche sulle attività delle associazioni. E qui il centrosinistra vi ha visto la volontà di sottoporre a controllo l’Anpi, cioè l’Associazione nazionale partigiani.

La preoccupazione quindi non è tanto che arrivino soldi agli ex militari della RSI quanto che questi soldi vengano tolti all’ANPI dato che il criterio di apoliticità è assai difficile da dimostrare per l’associazione dei partigiani.
Da qui il PD - sotto pressione dell’ANPI - ha innescato un movimento nazionale per delegittimare la legge con l’intento di abortirla alla nascita ponendo al centro della questio il riconoscimento delle associazioni dei combattenti di Salò quando in realtà è un altro l’obiettivo: mantenere lo status quo.

Diciamocela tutta: se l’Italia vuole entrare nell’era della pacificazione e della democrazia compiuta, (cosa che tutti auspichiamo ma che al momento non è dimostrabile), deve dare diritto di parola e di associazionismo anche a coloro che sono risultati perdenti nel secondo conflitto mondiale e nella guerra civile che ha insanguinato l’Italia dal 1943 al 1945.
Anche in queste vicende, alla fine, dovrà essere la storia vera, e non quella creata da interessi politici di parte, a definire il meglio e il giusto per il nostro popolo.

(L’ordine del giorno di Uniti per Casola al quale abbiamo votato contro)

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