lunedì 13 giugno 2011

E adesso?

pict002Il raggiungimento del quorum sui referendum rappresenta una sconfitta per il centrodestra. Parliamoci chiaro, si tratta di una batosta, e non nascondiamoci dietro ad un dito: è una batosta pesantissima. Non per le norme oggetto di referendum, perché nulla cambierà. Ma la nostra è una sconfitta culturale. Una disfatta senza precedenti.

La sinistra e tutto il mondo dell’antiberlusconismo sono stati capaci di mettere in campo una devastante e poco gioiosa macchina da guerra. Una macchina che ha fatto della disinformazione e della mistificazione la propria arma letale. Perché loro stessi, da Di Pietro a Bersani, non condividevano affatto il sì ai referendum. Ma in nome dell’antiberlusconismo, e facendo leva su altri sentimenti, sono riusciti a convincere gli italiani a votare sull’acqua “bene comune”, quando l’acqua “bene comune” non è mai stata messa in discussione. Eppure ce l’hanno fatta. I referendum da 16 lunghi anni non ottenevano il quorum, oggi sì. E’ un risultato straordinario.

Il centrodestra non è stato capace di rispondere a questa macchina da guerra. Per manifesta incapacità, inferiorità e per paura. Per timore di perdere, un timore che è diventato convinzione e certezza. Il centrodestra ha preferito non giocare la partita, scegliendo preventivamente di battere in ritirata, stando al riparo di una inefficace campana di vetro.

E così il centrodestra ha lasciato “passare” ogni mistificazione della sinistra. Ha permesso di far credere che si votasse sull’acqua “bene comune” e contro il nucleare dipinto come la peste nera. Un errore madornale, ma espressione di una nostra oggettiva incapacità di veicolare contenuti di peso.

Diciamoci la verità. Questo risultato è la certificazione di un fatto: il centrosinistra, il mondo dell’antiberlusconismo, sono la maggioranza nel Paese. Non sappiamo se “elettorale”, ma indubbiamente “culturale”. La supremazia è netta, evidente, disarmante. Il centrodestra ha fallito in uno dei compiti più importanti: quello di costruire una società basata sulla riorganizzazione dello stato su basi liberali che si sarebbe dovuta accompagnare alla necessità imprescindibile di dare forza e consistenza ad un’area culturale alternativa alla sinistra di cui questo paese avrebbe un bisogno estremo. E adesso?

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