Sono giorni cruciali per le sorti del federalismo municipale e, quindi, di tutta la riforma sulla quale si pronuncerà il 3 febbraio prossimo la Bicameralina. Pd e Terzo polo hanno già annunciato il loro “niet” nonostante le ultime correzioni proposte da Calderoli, ma se i Comuni vedranno soddisfatte le loro aspettative e assumeranno un atteggiamento positivo, per le opposizioni sarà difficile giustificare il no pregiudiziale.
- I nodi sono quelli noti:
lo sblocco dell’addizionale Irpef, congelata da quasi dieci anni, su cui il governo mantiene una posizione molto prudente, legata al timore di far aumentare la pressione fiscale,
l’applicazione a tutti i Comuni (e non solo ai capoluoghi) della tassa di soggiorno, appena introdotta.
la nuova imposta municipale unica (Imu), che i Comuni vorrebbero già indicata e fissata per tre anni nel decreto
Si tratta di problemi molto controversi, sui quale comunque il governo ha assunto un atteggiamento di dialogo a oltranza con l’Anci. Quello che propone Calderoli non è un via libera indifferenziato per tutti sull’addizionale Irpef, ma uno sblocco determinato dalla situazione fiscale dei singoli comuni. Se andasse in porto questa ipotesi di mediazione, sarebbero 4.840 sindaci, il 59,8 per cento del totale, a poter o introdurre l’addizionale Irpef (fino allo 0,4%) o aumentarla dello 0,2%.
La controproposta dell’Anci passa invece dall’abolizione della norma sul congelamento delle aliquote locali prevista dalla Finanziaria 2008 e da una maggiore libertà d’azione per i sindaci nel triennio 2011-2013. Oggi l’aliquota media applicata dai comuni italiani è dello 0,34%, e produce un gettito di 2,88 miliardi di euro. Se passa la proposta dell’Anci, questo tesoretto potrebbe arrivare fino a 3,76 miliardi, una boccata d’ossigeno per i tanti sindaci in difficoltà a far quadrare i bilanci. Il problema è che questa ipotesi gradita dai sindaci comporterebbe un aumento complessivo della pressione fiscale, alimentando la polemica già esplosa con l’introduzione della tassa di soggiorno.
Il governo, comunque, considera i comuni come i veri protagonisti del federalismo municipale e si è detto disponibile ad accogliere molte delle loro proposte emendative. In questa situazione non è escluso che ancora una volta le opposizioni, facendo prevalere i motivi della strumentalizzazione politica rispetto al confronto sul merito del testo legislativo, si ritrovino con il cerino in mano di fronte al Paese.
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