mercoledì 8 dicembre 2010

Ma tu - respiro profondo - si può sapere che c’hai in testa?

bocca della veritàProvo a mettermi nei panni dell’uomo “normale”, quello che osserva le cose della politica dal di fuori, dal suo banco di frutta, dal tabaccaio, dal bar e che sente parlare di un sacco di maneggi, di strane alchimie di palazzo, di terzi poli, di quarte gambe e altre ipotesi bislacche.

Poi ascolta Fini che va al liceo “Orazio” di Roma e dice che lui il ribaltone non lo vuole e che però, però … Però che? Boh, Non si capisce. Così mi metto nei panni dell’uomo “normale”, quello del banco di frutta e penso che lui, così come me, deve aver una gran confusione in testa e qualche serio giramento.

Lui, il cittadino qualunque, il suo intendimento lo ha espresso alle urne e secondo me, ma anche secondo un mucchio di altra gente, se ora riesce a capirci qualcosa in tutto il marasma di dichiarazioni e furbissimi passi indietro, se riesce a venire al bandolo della matassa, è facile non la prenda bene. E’ ormai chiaro infatti che c’è qualcuno che nell’ombra maldestramente lavora perché la sua scelta politica venga rigirata e, peggio, per impedirgli di andare nuovamente al voto per dire come la pensa. Per rifilargli insomma un bel pacco natalizio assai gradito a chi da vent’anni ha fatto dell’odio verso Berlusconi una ragione di vita prima che una ragione politica e che, per questo, da vent’anni le elezioni continua a perderle.

L’uomo qualunque sono io, sei tu, siamo un po’ tutti, come direbbe Flaubert, quelli che in una epifania liberatoria di verità e senso pratico, vorrebbero guardare in faccia Fini e chiedergli “Ma tu - respiro profondo - si può sapere che c’hai in testa?”.

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