mercoledì 7 luglio 2010

Per favore, qualcuno dica a Bersani che…

238413499_628ba8487e_b Anche Confesercenti sta con il Governo
Un’Italia moderna, innovativa e competitiva che crea lavoro e sviluppo, un paese ambizioso, giusto e solidale, che sugli sprechi, però, sappia accanirsi con intransigenza teutonica.
Sono queste, sintetizzando, le richieste che ieri il presidente della Confesercenti, Mario Venturi, ha espresso nella sua relazione all’assemblea annuale in completa sintonia con il Governo.  Aiuto allo sviluppo e tolleranza zero nei confronti delle appendici inutili dello Stato.
La ricetta per il rilancio del paese passa attraverso cinque punti:
1. taglio netto della spesa pubblica;
2. riduzione della pressione fiscale;
3. rilancio delle infrastrutture;
4. investimenti per una maggiore autonomia energetica
5. sviluppo del Mezzogiorno.
Accanto a queste proposte Venturi riconosce l’ineludibilità della manovra, fondamentale per arginare “la metastasi della spesa pubblica” cominciando a potare dalla rappresentanza politica, troppa e troppo costosa, dai 1020 istituti inutili, dai 110 enti superflui e dalle Provincie.
Su queste ultime Venturi ha progetti da soluzione finale: fuori tutte in cinque anni, 20 provincie all’anno. “Noi continueremo a denunciare la loro inutilità», ha affermato, «insisteremo sul superamento di questi enti e sui tempi necessari per farlo”.

Anche il Governatore della Banca d’Italia, Draghi, sta con il Governo
Il governatore della Banca d’Italia, ieri, ha in in qualche modo sostenuto la manovra sui conti pubblici che trovandosi in uno dei momenti più delicati del percorso parlamentare incassa un sostegno di rilievo. Ieri, infatti, sono filtrati apprezzamenti non rituali. Di sicuro il governatore è convinto che la manovra andava fatta date le recenti turbolenze dei mercati.
Il giudizio di Draghi si fonderà su quanto viene richiesto a livello internazionale a tutti i governi alle prese con gli effetti della crisi finanziaria. Il pensiero del governatore è sostanzialmente orientato a sostenere misure favorevoli alla crescita.  Misure, secondo Draghi, che si fanno riducendo la spesa corrente e non aumentando la pressione fiscale. A distanza di un mesetto, insomma, il numero uno di Bankitalia è tornato a promuovere l’intervento di correzione dei conti elaborato dal governo di Silvio Berlusconi. A fine maggio era stato chiaro: bisogna guardare oltre e intervenire, se necessario, con tempestività dopo il 2012. Come dire che il difficile compito di Tremonti e Berlusconi non si esaurisce di certo con il pacchetto da 24,9 miliardi di euro che il Senato si appresta a licenziare.In ogni caso Draghi continua a ribadire che la manovra varata dall’esecutivo, con l’anticipo delle misure correttive per il prossimo biennio e i tagli alla spesa corrente, inevitabile viste le pessime condizioni di salute delle piazze finanziarie. Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire». E questo anche se «le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell’economia italiana». Per Draghi «la sfida dell’Italia, per superare la crisi, è«coniugare la disciplina di bilancio con il ritorno alla crescita». Obiettivi assai ambiziosi. Come quello del governo che non senza difficoltà sta cercando di condurre in porto la manovra.

1 commento:

  1. Bersani è già avvisato e convinto che c'è bisogno di una manovra di bilancio con le caratteristiche di riduzione della spesa pubbica. Il problema è avvisare Formigoni, la Polverini ,Caldoro ecc. che la riduzione di spesa la devono fare solo le regioni ed i comuni.
    Per favore diglielo tu che non si può fare altro !! G.Giacometti

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