sabato 17 luglio 2010

Il punto sull’azione del Governo: gli impegni e i risultati. I cittadini possono stare tranquilli e guardare serenamente al futuro

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Non lo facciamo spesso, ma è questo il momento per fare il punto politico dell’azione del governo per misurare con i fatti e non con le chiacchiere l’azione riformatrice che sta trasformando l’Italia alle radici.

· La manovra da 25 miliardi di euro approvata ieri in Senato è, come ha sottolineato Giulio Tremonti, “la manovra di Silvio Berlusconi” e “la prima che viene votata dai paesi forti dell’Europa”. Francia e Germania infatti l’hanno finora annunciata, ma non ancora sottoposta nella sua completezza al Parlamento.
· Questa operazione pone il Paese al sicuro dalla speculazione e fornisce una serie di certezze a cittadini, imprese, lavoratori ed enti locali. Si cominciano ad eliminare gli sprechi e non si sottrae un euro in tasse dalle tasche della gente.
· La manovra contiene il germe di alcune delle cose che il governo farà nei prossimi mesi. Per esempio, per le imprese sarà molto più semplice avviare un’attività, e per chiunque un’azienda, attraverso un semplice certificato (Scia) che inverte l’onere della prova: sarà la burocrazia a verificare, a posteriori, se tutto è in regola, e non l’imprenditore o il cittadino a produrre chili di carte bollate.
· Tra poco arriverà una svolta ancora più importante: si inizierà a discutere della riforma costituzionale che prenderà il nome di “legge Berlusconi” a favore della libertà d’azienda. La Costituzione tutela sì la libertà d’impresa, ma la sottopone a un vincolo di “utilità sociale”. Un anacronismo che non è soltanto formale, perché è all’origine della pretesa della burocrazia di imporre lacci e laccioli a chi vuole intraprendere, con danni per gli investimenti e per il lavoro.
· Anche il federalismo è in pratica avviato dalla manovra. La discrezionalità lasciata alle regioni virtuose di stabilire i tagli (e le sovrattasse) per sanare eventuali debiti pregressi è la prima applicazione del principio di responsabilità degli amministratori locali, che è appunto alla base del federalismo. Alcune regioni, quelle non viziate dal pregiudizio politico della sinistra, lo hanno capito, e hanno compreso le opportunità offerte di una collaborazione con il governo, sia per ridurre gli sprechi (specie nella sanità), sia per non gravare di sovrattasse i cittadini.
· Non solo. Ai comuni verrà dato un bonus sui controlli per stanare l’evasione fiscale ed il lavoro nero. Una percentuale di quanto andrà allo Stato, perché i sindaci sono coloro che hanno un rapporto più stretto con gli elettori. Si passa dall’oppressione fiscale al controllo condiviso e alla conoscenza diretta; una svolta. Ed una boccata di ossigeno permanente per le casse comunali.
· Entro l’estate si approverà la legge sulle intercettazioni telefoniche. Che a differenza di tutto il can can propagandistico montato dalla sinistra e da una parte della stampa preoccupata più per gli incassi che per i principi, non ridurrà la libertà di nessuno, ma anzi la aumenterà.
· Su questo punto, c’è una recente indagine europea che dimostra se mai ce ne fosse bisogno come l’Italia sia il solo paese in cui esiste la possibilità totale e incontrollata di pubblicare atti di processi e intercettazioni prima della celebrazione del processo stesso. Cioè a indagini in corso. Non è così in Gran Bretagna (dove non si possono neppure fotografare gli imputati in aula), né in Francia, né in Germania. Paesi tra l’altro in cui si fanno molte meno intercettazioni che in Italia. Per non parlare, oltre Atlantico, degli Usa. E spesso – come in Francia e Gran Bretagna – i pm o l’ordinamento giudiziario dipendono dall’esecutivo.
· Questa battaglia di civiltà non è nell’interesse di una parte politica, tanto meno del centrodestra. La stessa legge l’aveva tentata il governo Prodi, bloccato dai veti dell’estrema sinistra e della magistratura.
· Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dei criteri di composizione dell’Agenzia nucleare si apre di fatto la fase attuativa del ritorno all’atomo civile in Italia, per ridurre la dipendenza energetica del Paese, i costi della bolletta per cittadini e imprese, migliorare la qualità dell’aria.
· Non solo. Il governo ha vinto di fronte alla Corte Costituzionale la causa su chi, tra Stato e regioni, debba avere la parola ultima sull’installazione delle centrali.
· Su questo fronte, oltre 450 aziende italiane si sono dette pronte ad entrare nella filiera produttiva per la costruzione delle centrali e delle infrastrutture collegate. Si tratta di non meno di 20 mila posti di lavoro da qui al 2020, molti dei quali rimarranno stabili nel tempo e saranno di personale altamente qualificato.
· Anche le grandi opere, non toccate dalla manovra (come invece è accaduto altrove) entreranno in una nuova fase realizzativa. Molto è stato già fatto, almeno a livello di impostazione. Ora si passa all’apertura dei cantieri.
· Su questo terreno, la scoperta (sai che novità!) che molti fondi nazionali ed europei giacciono inutilizzati è un incentivo a fare meglio, soprattutto da parte delle Regioni. La grande operazione di chiarezza e moralità sull’uso dei fondi messa in campo dal governo è solo il punto di partenza.
· Questo ciclo di riforme occuperà, come abbiamo detto, i prossimi mesi. Nulla più dei fatti concreti riesce a spazzare via speculazioni, veleni, politica di cabotaggio, tentazioni correntizie. Nulla più dei fatti interessa di più ai cittadini. L’Italia, che già è uscita dalla crisi meglio e prima di altri, ne trarrà un ulteriore beneficio. La manovra ha messo il Paese in sicurezza, le riforme saranno una molla che lo farà scattare in alto.

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